Anni e anni di suk, poi arriva Casalino e l’amm.ne capitolina si sveglia!

Gualtieri e Del Bello si inchinano alle richieste dell'ex portavoce di Palazzo Chigi, ma cittadini e associazioni che chiedono da decenni di rimuovere le bancarelle di piazzale Flaminio, vengono ignorati

Probabilmente a nessuno sarà sfuggita la storia che ha visto protagonista Rocco Casalino, portavoce di Giuseppe Conte quando era presidente del consiglio, le bancarelle di piazzale Flaminio, quelle posizionate da anni davanti alla stazione della ferrovia Roma Nord, e uno dei maggiori titolari di licenze ambulanti a Roma, Augusto Proietti.

 

Tutto è partito da un video esplosivo, pubblicato da Proietti, in cui quest’ultimo si scaglia con offese pesantissime contro Casalino, reo, a suo dire, di avergli fatto elevare una serie di sanzioni per violazioni delle norme sul commercio ambulante. Da quel che si capisce, Rocco Casalino si è trasferito da poco in un appartamento nei pressi di piazzale Flaminio e ha cominciato a segnalare le irregolarità delle tante bancarelle che da anni occupano il piazzale antistante la stazione della ferrovia.

 

Sarà perché le denunce di un ex deus ex machina di palazzo Chigi sono difficili da ignorare e anche perché l’attacco di Proietti è stato davvero infamante ed esagerato, la risposta dell’amministrazione capitolina è stata immediata e drasticamente risolutiva: il sindaco Gualtieri ha infatti solidarizzato con Casalino, promettendo di ripristinare il decoro e il rispetto delle regole a piazzale Flaminio, mentre la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, ha annunciato la decisione irrevocabile di rimuovere tutte le bancarelle da piazzale Flaminio.

 

Verrebbe da dire “tutto bene quel che finisce bene”: una fonte di degrado e illegalità da anni viene eliminata grazie all’intervento di una persona influente.

Eppure in questa storia c’è più di qualcosa che non va.

Anzitutto i problemi segnalati da Casalino sono gli stessi che cittadini e associazioni denunciano da anni, ma sistematicamente ignorati dalle amministrazioni che si sono succedute.

Solo noi, nel nostro piccolo, del suk di piazzale Flaminio ci siamo occupati la prima volta nel giugno 2015, denunciando il degrado e le illegalità lì presenti; poi di nuovo nel dicembre 2016 e quindi nel gennaio 2018, quando l’allora assessore al commercio del Municipio II, Andrea Alemanni, aveva annunciato la rimozione delle bancarelle davanti alla stazione ferroviaria della Roma Nord (cosa poi mai avvenuta).

Ebbene, nonostante per anni il suk di piazzale Flaminio sia stato segnalato in vario modo, non c’è mai stato verso di assistere ad interventi risolutivi. Poi arriva il famoso/potente di turno e le annose illegalità e degrado vengono affrontate con un’efficacia mai vista.

Pur apprezzando il risultato ottenuto (benché fino a quando non vedremo le bancarelle rimosse non ci crederemo), non possiamo non rilevare che con questo modo di procedere l’amministrazione capitolina dimostra un sostanziale disprezzo per il cittadino comune e un’evidente sudditanza a chi potrebbe “dar fastidio” sollecitando l’intervento di istituzioni nazionali oppure sollecitando l’opinione pubblica.

Senza paura di esagerare, si può dire che ci troviamo di fronte all’ennesima declinazione del io so’ io e voi non siete un c….

 

L’altro aspetto davvero irritante della storia è che colui che avrebbe portato allo spostamento delle fastidiose bancarelle di piazzale Flaminio è stato esponente di punta (non sappiamo se lo sia ancora oggi) del movimento politico che più di ogni altro si è letteralmente prostrato alle richieste degli ambulanti romani, in particolare di quei pochi che da sempre collezionano decine, se non centinaia, di licenze affidando poi i banchi a manovalanza extracomunitaria.

La ben nota ipertrofia del commercio ambulante a Roma fu cristallizzata infatti a livello comunale nel 2017, col Movimento 5 Stelle a guidare il Campidoglio, grazie alla delibera dell’allora presidente della commissione commercio, Andrea Coia.

Il maggior rischio di ridimensionamento deglle licenze ambulanti, la direttiva Bolkestein, fu invece disinnescato a livello nazionale nel 2018 da Giuseppe Conte, allora presidente del consiglio, che nella legge finanziaria del 2019 fece inserire l’esclusione degli ambulanti dalla direttiva Bolkestein.

La grande vicinanza al tempo tra il Movimento 5 Stelle e gli ambulanti fu dimostrata dai ringraziamenti che i rappresentanti degli ambulanti vollero presentare personalmente al presidente Conte, ben sapendo quando e dove trovarlo, subito dopo l’approvazione della manovra finanziaria.

 

Come non cogliere lo stridente contrasto tra un Casalino che oggi porta alla cancellazione del mercatino di piazzale Flaminio, perché gli dà personalmente fastidio, e un Movimento 5 Stelle che da sempre è stato al servizio, spesso in maniera imbarazzante, degli ambulanti?

 

 

 

Il commercio ambulante a Roma continua a presentare enormi problemi di decoro e illegalità, la cui soluzione è resa più difficile da continui “tira e molla” normativi a livello nazionale.

L’amministrazione Gualtieri sta ora provando a mettere ordine nella materia, pur con dinamiche contrapposte tra le diverse anime della maggioranza (vedansi i contrasti tra il Municipio I e l’assessore Lucarelli). Senz’altro però finora questa amministrazione non ha mostrato particolare interesse a far rispettare le norme vigenti o a imporre un minimo di decoro alle bancarelle. Che il sindaco quindi parli di decoro e legalità in risposta agli attacchi a Casalino suona alquanto offensivo nei confronti di chi, e sono tanti cittadini, da anni non chiede altro che decoro e legalità all’amministrazione capitolina, ricevendo in cambio di essere totalmente ignorati.

 

Registriamo questa ennesima squalificante pagina per l’amministrazione Gualtieri, messasi sull’attenti davanti al primo Casalino arrivato, dopo aver ignorato per anni richieste simili, spesso ben più motivate, avanzate da cittadini “normali”.

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