Dopo aver dato un’occhiata (sconfortata) alle bancarelle intorno a Santa Maria Maggiore, andiamo avanti con la nostra verifica degli eventuali effetti del nuovo regolamento per il commercio su area pubblica (di cui, a scanso di equivoci, abbiamo già detto tutto il male possibile).
Ci siamo recati in via Cola di Rienzo qualche giorno fa e vi abbiamo trovato la solita schierata di bancarelle che stra-occupano i marciapiedi, appendono la merce agli ombrelloni, parcheggiano i loro furgoni non pagando mai la sosta. Il risultato è che una delle migliori strade commerciali di Roma viene quotidianamente degradata da banchi che vendono merce di bassissima lega, con conseguenze devastanti per i tanti negozi che pagano fior di affitti, tasse e sono soggetti alla miriade di adempimenti fiscali, igienici e di sicurezza.Incluso l’unico negozio Tiffany al mondo che deve dividere lo stesso marciapiede con una bancarella.
Seguono foto (commenti nelle didascalie).
Insomma, anche via Cola di Rienzo sta a dimostrare che il nuovo regolamento che è costato tanta fatica, a suo dire, al Presidente Coia, nonché più di una seduta fiume dell’Assemblea Capitolina, non è servito proprio a niente.
Noi rimaniamo convinti che il contenuto di quel provvedimento sia completamente sbagliato e che si sia trattato di un’occasione mancata per dare finalmente una sistemata allo scandalo delle bancarelle a Roma. Sicuramente il presidente la penserà diversamente ed allora non deve far altro che dimostrarcelo provvedendo a dare attuazione alle sue norme. Come egli stesso dichiarò:
“Ovviamente sapremo vigilare sul rispetto della normativa ed influire positivamente sugli organi di controllo.
A riveder le stelle!!!”
Ce le faccia vedere queste stelle, presidente, perché nell’ambulantato romano noi continuiamo a vedere solo guano e degrado.