L’idea venne alcuni anni fa ad una intrepida cittadina attivista di Toronto, Jane Jacobs. Aveva intuito che a piedi le cose si osservano diversamente. Gli spostamenti in auto o in metropolitana (beate le città che ne hanno tanta) possono rendere tutto superficiale, sbiadito. E’ solo camminando che quello che ci circonda acquista colore e vita.
E allora perché non farlo assieme, anche con sconosciuti, tutti accomunati dalla voglia di osservare quello che normalmente non si vede. Le Jane’s walk hanno preso piede (è il vero caso di dirlo) in molti paesi del mondo e da venerdì 1° maggio arrivano anche a Roma. Nel ponte del lavoro, saranno 11 gli itinerari da percorrere dal centro alla periferia. Si va dalle fate e i mascheroni del quartiere Coppedè, alla via dei Papi intorno a Borgo; dalla magnificenza dell’Eur alla popolarità di Tor Pignattara; dalle officine Marconi della Romanina al Parco Nemorense. Insomma urbanistica, edilizia pubblica, rioni ma anche stradine sconosciute, giardini nascosti e – perché no – degrado e abbandono. Passeggiare permette di indignarsi per quei dettagli che normalmente non si riesce a scorgere. E all’indignazione devono seguire i fatti, con denunce, segnalazioni, fotografie (anche da spedire a Diarioromano se vorrete).
Camminare fa bene alla salute, farlo insieme permette di conoscere nuove persone, sentirsi membro di una comunità e difenderla. E’ un concetto molto anglosassone che cozza un po’ con il nostro individualismo sfrenato e familismo imperante. Ma siamo certi che possa essere l’occasione per sperimentare nuove forme di partecipazione civica.
Il sito Jane’s walk spiega anche come diventare leader e organizzatore della passeggiata, offre consigli utili su come pianificare un percorso.
Chi fosse interessato a partecipare nel prossimo week end, oppure ad organizzare futuri eventi può visitare il sito romano del gruppo oppure iscriversi alla pagina Facebook.