Atac va dritta dritta verso il fallimento degli obiettivi previsti nel concordato

ATAC è sotto concordato preventivo, una sorta di limbo che la sottrae dagli effetti del fallimento. Per non fallire definitivamente, deve poter restituire entro il 2021 quel minimo “concordato” con i creditori, costituito dal 31% dei debiti chirografari e dai debiti privilegiati, per un totale di 357 Milioni€ nei primi 3 anni, conteggiati a partire dal 25 giugno 2019, data dell’omologa.

Il piano di salvataggio si basa su 2 pilastri fondamentali:

– la vendita degli immobili, per un totale stimato di almeno 92 Milioni€;
– l’aumento del servizio, e quindi l’incremento degli incassi.

La vendita degli immobili sarà messa in atto nel 2020. Già in partenza ci sono fattori abbastanza discutibili come lo sgombero dello stabile occupato dalla Casa delle Donne “Lucha y Siesta”, e la cessione di un immobile di pregio vicino al Vaticano, nonostante sia stato giudicato necessario per il futuro sviluppo della mobilità cittadina (un fatto gravissimo di cui faranno le spese ancora una volta i cittadini).

 

Il servizio di trasporto pubblico invece sta andando a rotoli. Nel 2018 sono falliti tutti gli obiettivi principali, tranne quello per Metro A e Roma Giardinetti, con perdite superiori ai 27 Milioni di euro rispetto agli obiettivi.

 

Per il 2019 lo scenario è abbastanza simile, con solo la Metro A al momento ancora in gara per raggiungere gli obiettivi. Da notare che il concordato prevedeva un incremento del servizio del +10% per gli autobus dal 2017 al 2019, mentre a Settembre 2019 (ultimi dati disponibili) il servizio è addirittura in calo del -2,5%. Va ancora peggio per i tram che dal 2017 crollano del -8% anziché aumentare del +7%.

Per Metro A nel concordato non erano previsti significativi aumenti del servizio, mentre per Metro B era previsto un incremento del +14% (obiettivo raggiunto solo parzialmente con un +5,3% a Settembre). Per Metro C era richiesto un incremento addirittura del +50% circa rispetto al servizio effettuato nel 2017, ed è stato raggiunto “solo” un +22,4% a Settembre 2019, grazie anche alla frequenza scesa da 12 a 9 minuti.

Nel 2019 solo l’obiettivo per la Metro A è raggiungibile. Le perdite saranno molto pesanti, ma ATAC riuscirà a passare indenne l’anno, perché l’omologa è arrivata a fine Giugno e quindi il pagamento dei creditori sarà solo dal 2° semestre. La crisi inizierà nel 2020, ma lo sapremo solo a Settembre 2021.

L’obiettivo per i bus è stato compromesso dalle decisioni azzardate della Giunta (delegare ad ATAC la gara per i bus, poi andata deserta, e successivamente comprare tutti i bus tramite Consip, pur sapendo che la Ditta fornitrice era sull’orlo del fallimento).

Per i tram l’incremento di servizio era comunque impossibile da raggiungere senza l’acquisto di nuovi mezzi, messo in cantiere solo a fine 2018 con la richiesta di finanziamento al MIT per 50 tram (ancora in attesa di esito).

Da notare che ai fini del concordato valgono anche i “km bonus”, ad esempio ad Agosto il servizio Metro A è stato del 102,1% (!!)

 

 

 

 

 

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