La storia dell’ex auditorium di via Albergotti potrebbe avere un lieto fine. Meglio usare il condizionale perché le disavventure di questo edificio sono state tante e tali che ogni previsione, negli ultimi 16 anni, si è rivelata infondata. Il 2022, però, potrebbe essere l’anno dell’avvio dei lavori di ricostruzione per renderlo un immobile polifunzionale che ospiterà attività teatrali, sportive, didattiche oltre a cinema e sala mostre. Insomma uno spazio a servizio del quartiere proprio come richiesto dai cittadini durante il percorso partecipativo iniziato nel 2019.
L’Auditorium, alle porte del Parco del Pineto, fu edificato nel 2006 ma non entrò mai in funzione, divenendo uno dei simboli delle tante incompiute romane. Dieci anni dopo, il Municipio e il Campidoglio riuscirono a trovare dei fondi per il suo completamento e incaricarono una ditta di terminare i lavori. A pochi giorni dalla conclusione del cantiere, un incendio violento distrusse l’intera struttura. Un rogo che mandò in fumo le speranze di tanti residenti che si erano battuti per la sua apertura.
Dopo una serie di procedimenti giudiziari, i consulenti tecnici incaricati dal Tribunale accertarono che l’incendio fu colposo, provocato dalla negligenza degli operai che stavano lavorando sulla cupola. Le assicurazioni (quella di Roma Capitale e quella della ditta appaltatrice) hanno riconosciuto un risarcimento di circa 900 mila euro che il Comune ha incassato da tempo.
A settembre del 2021, il XIII Municipio ha assegnato l’appalto per la ricostruzione. La gara è stata vinta dall’impresa Ellepi s.r.l.s, in consorzio temporaneo con la Research Stabile Scarl. L’importo complessivo, tra lavori e oneri per la sicurezza, ammonta a 1.329.000 euro e il progetto è stato curato dallo Studio Associato STIG.
Per ora i lavori di ricostruzione non sono iniziati mentre nei mesi scorsi si è provveduto a rimuovere le strutture ammalorate dalle fiamme. Oggi l’area si presenta così, con una grande sala centrale dove il parquet è gonfio per le tante piogge ricevute e le parti in ferro rimaste in piedi. Uno scheletro che ricorda lontanamente quello che era.
Nel parcheggio adiacente soggiornano diversi senza tetto e sostano le roulotte di nomadi (assai poco nomadi ma molto stanziali). Capita dunque che usino le parti coperte dell’ex Auditorium come gabinetto o discarica.
La rinascita dell’edificio potrebbe portare ad un risanamento complessivo della zona che dovrebbe tornare ad essere vissuta dalla cittadinanza, in un quartiere che non ha alcuno spazio culturale.
Una volta completati i lavori, il Municipio e il Campidoglio dovranno assegnare la gestione della struttura ad una cooperativa, ad un privato o agli stessi cittadini. Le associazioni Argo e 4Hopes4Rome, a dicembre del 2020 inscenarono una protesta simbolica intorno alla carcassa dell’Auditorium, avvolgendo l’area da un fumo denso. Il fumo – secondo i responsabili delle due organizzazioni – col quale il Comune non garantiva la trasparenza sufficiente sulla futura gestione.
Ma questo dibattito si aprirà dopo. Per ora è importante vigilare sul reale avvio dei lavori che sembrano essere in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Nella Determina Dirigenziale del Municipio si legge che il contratto con le ditte vincitrici dell’appalto sarebbe stato stipulato dopo i controlli di rito, ma per ora la firma non è ancora arrivata. L’area, infatti, non si presenta come un cantiere, non vi sono i cartelli esterni ed è solo recintata da una rete che diarioromano ha superato facilmente. Troppo facilmente per garantire la sicurezza dei bambini della zona.
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