Nell’ultima newsletter dell’Assessorato all’Ambiente leggiamo quanto segue:
“Con l’approvazione del Piano Rifiuti di Roma Capitale è partita ufficialmente la ricerca del miglior progetto per la realizzazione del termovalorizzatore, che contribuirà in maniera determinante alla chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma.
Un Piano che prevede anche due impianti di selezione delle frazioni secche da raccolta differenziata, due per la digestione anaerobica della frazione organica e nuovi centri di raccolta. Un Piano che pone obiettivi ambiziosi in termini di riduzione della produzione dei rifiuti e aumento della Raccolta Differenziata.”
Per sgombrare il campo da inutili polemiche, chiariamo ancora una volta che qui non siamo contrari al nuovo termovalorizzatore annunciato dal sindaco Gualtieri. Aspettiamo sempre che qualcuno (perché nessuno si ancora peritato di farlo!) ci spieghi come potranno coesistere i numerosi impianti per l’indifferenziato in programma a Roma e dintorni senza arrivare ad importarli i rifiuti a Roma, ma stiamo al piano rifiuti appena approvato dove il termovalorizzatore è un elemento fondamentale.
Accogliamo quindi bene la pur contenuta nota positiva della newsletter, sebbene “… la ricerca del miglior progetto per la realizzazione del termovalorizzatore” dà purtroppo l’idea che si stia ancora in alto mare e che quindi i tempi saranno necessariamente lunghi (altro che Giubileo …).
C’è però la seconda parte del testo della newsletter che abbiamo riportato che ci rinnova il forte dubbio che ci sia ancora un enorme buco nel piano rifiuti del sindaco Gualtieri.
Il testo ricorda infatti gli “ambiziosi obiettivi” posti dal piano in termini di riduzione della produzione dei rifiuti (diminuzione dell’8%, per raggiungere nel 2030 le 1.550.000 tonnellate/anno) e di aumento della raccolta differenziata (arrivare 65% nel 2030), ma continua a mancare il come tali obiettivi verranno raggiunti.
Al momento della presentazione del piano rifiuti fu lo stesso sindaco Gualtieri a dire che occorreva aspettare il nuovo piano industriale di AMA per conoscere come gli obiettivi sarebbero stati raggiunti.
Ma che fine ha fatto tale piano industriale?
In un post di inizio novembre scrivevamo al riguardo:
“A fine settembre il presidente di AMA, Daniele Pace, in un’intervista a Romatoday ha fornito qualche anticipazione, parlando ad esempio della necessità di ridisegnare il modello di raccolta o dell’idea di re-internalizzare la raccolta per le utenze non domestiche, e dicendo anche che di lì a qualche giorno il piano sarebbe stato portato in Campidoglio.
In realtà di giorni ne sono passati oltre trenta e del piano non si è saputo più nulla. L’impressione è che effettivamente esso sia arrivato in Campidoglio ma non deve essere piaciuto per niente. Un altro elemento in tal senso è la reazione che ha avuto l’assessore all’ambiente, Sabrina Alfonsi, alle anticipazioni sul piano, dicendo che quanto riportato dalla stampa era privo di fondamento.”
Come si può non essere molto preoccupati nel leggere una newsletter che mischia termovalorizzatore, riduzione rifiuti e aumento differenziata senza fornire la minima spiegazione su come le cose stiano insieme?
A qualche tifoso dell’attuale amministrazione capitolina starà anche bene la storiella che il termovalorizzatore risolverà tutti i problemi dei rifiuti anche solo prefigurandolo, ma noi vogliamo capire come nell’immediato e nel prossimo futuro si interverrà dal lato della produzione e raccolta dei rifiuti e su questo continua ad esserci il silenzio più totale da parte dell’amministrazione capitolina.
A costo di apparire ripetitivi noi continueremo a chiederle queste spiegazioni all’amministrazione, anche se abbiamo ormai dovuto prendere atto che la responsabile in capo, l’assessora Sabrina Alfonsi, sia quanto di più impermeabile alle istanze dei cittadini che si possa immaginare.
I sedicenti democratici …