Bancarelle di via Ravenna. Del Bello: ecco perché era impossibile spostarle in via Lancisi

Lo spostamento beffa: da via Ravenna a ….via Ravenna“. Così avevamo titolato alcuni giorni fa un nostro articolo che riferiva della vicenda delle bancarelle limitrofe a piazza Bologna. Si tratta di alcuni enormi banchi che invadevano il marciapiede, oscurando negozi e portoni, che – secondo un progetto iniziale del Municipio – sarebbero dovute andare in via Lancisi, nei pressi del Policlinico. Ma la delocalizzazione si è fermata i primi di gennaio e gli ambulanti sono stati solo rimodulati, rimanendo però su via Ravenna.

Eravamo stati molto critici per questo stop e avevamo riferito le parole del precedente assessore al Commercio del secondo Municipio, Andrea Alemanni, che si era detto basito per questa scelta.

Ma le responsabilità – secondo la presidente del Municipio, Francesca Del Bello, – sarebbero tutte in capo ad Alemanni che avrebbe sbagliato il progetto. “In via Lancisi manca lo spazio materiale per allocare sia i banchi di viale Regina Elena, sia quelli di via Ravenna”, ha spiegato a diarioromano. “Ci sono delle norme che impongono di mantenere una certa distanza dal muro di cinta del Policlinico e che nel progetto originale non erano state rispettate”.

Dunque, per garantire l’obiettivo di liberare i marciapiedi di viale Regina Elena da regolari e abusivi, si è scelto di mandarci quei banchi e di trovare un’altra soluzione per via Ravenna. In pratica si è scelto di spostare le bancarelle più grandi e invadenti sui lati opposti del marciapiede in modo da facilitare il flusso dei pedoni e non ostacolare le uscite di sicurezza del grande magazzino Oviesse.

L’assessore Valerio Casini, che ha preso il posto di Alemanni, ha ridisegnato il progetto originale e ha concordato con commercianti e residenti la nuova collocazione. Quattro banchi sono andati in via Livorno, via Catanzaro, viale delle Province e piazza Lotario. Gli altri sono rimasti su via Ravenna ma hanno adesso una delimitazione definita da una striscia gialla tracciata sul marciapiede. Le foto che seguono sono state pubblicate dallo stesso assessore Casini sul proprio profilo Facebook.

 

“E’ una soluzione provvisoria – aggiunge Francesca Del Bello – ma certamente garantisce maggior decoro e fruibilità delle strade rispetto a prima e dunque un passo avanti che accontenta commercianti, ambulanti e residenti”.

Ma non tutti sono d’accordo con questa versione dei fatti e anche nella maggioranza Pd del Municipio si sono levate voci dissenzienti come quella del presidente del Consiglio Municipale, Guido Capraro, che parla di “impegno preso in precedenza con i cittadini che va mantenuto”. Per Capraro occorre trovare nuove aree per spostare definitivamente i banchi.

Mentre il responsabile del Comitato Decoro Urbano piazza Bologna, Michele Strappini, dice a RomaToday: ” Sicuramente la delocalizzazione così come deliberata è un miglioramento ma rappresenta solo un primo passo. Bisogna sistemare tutto guardando a lungo termine”.

Dunque tutti riconoscono che si è fatto un passo avanti ma che non è sufficiente a risolvere il problema dell’ambulantato nella zona. D’altronde non è spostando di pochi metri o anche di alcune strade le bancarelle che si sana una piaga aperta da anni a Roma. Gli ambulanti, per loro natura, dovrebbero stare nei mercati oppure ruotare in aree definite dove si tengono vendite settimanali, ma non possono e non debbono sostare sempre nello stesso punto e sui marciapiedi. Non è la funzione per cui è nato quel tipo di commercio e infatti il fenomeno della bancarella onnipresente è tutto romano. A Milano, Torino, Verona e così via non esistono strade commerciali perennemente ingombre di banchi.

Sebbene sia comprensibile la posizione del Municipio che si trova ad affrontare una situazione incancrenita da anni, restiamo del nostro parere e cioè che occorra una rivoluzione del settore che porti le bancarelle nei luoghi a loro deputati. Via Ravenna forse oggi respira un po’ di più ma sempre asfittica resta. Diventa indispensabile trovare una soluzione a livello comunale che metta a bando le licenze del settore (come prevedeva la direttiva Bolkestein) e che sistemi una volta e per tutte il grande caos degli ambulanti. Altrimenti proseguiremo a spostare il problema ma non a risolverlo.

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