Quando scriviamo che le bancarelle a Roma sono uno dei mali peggiori della città e quando precisiamo che il problema vero sono quelle regolari, molti pensano che siamo fissati. Che le questioni da affrontare siano altre. Che vendere un po’ di roba su un marciapiede non faccia male a nessuno.
Mille studi e ricerche invece hanno dimostrato che il gigantismo del commercio ambulante nella capitale sia la prima causa della chiusura dei negozi tradizionali, della perdita di tanti posti di lavoro. Che la merce, spesso contraffatta e di scadente qualità, sia prodotta da minori sfruttati e che gli scarti della produzione siano gettati in discariche abusive che inquinano le nostre campagne.
E potremmo proseguire indicando una serie di problemi seri provocati da un fenomeno che non ha pari in altre città del mondo occidentale. Ma oggi ci vogliamo soffermare sul decoro che non è affatto una questione minore. Questi mercatini riescono a rendere brutte e degradate tutte le strade dove si insediano. Uno dei casi più drammatici si registra in viale Giulio Cesare, al quale si riferiscono le foto di oggi.
Pochi altri commenti perché le immagini parlano da sole.
Una situazione uguale a Via Cola di Rienzo e tante altre strade dello shopping dal centro alla periferia.
La questione va affrontata subito. Nel 2017, grazie alla direttiva europea Bolkestein, tutte le licenze andranno a scadenza e dovranno essere riassegnate dopo un bando di gara e in luoghi stabiliti dal Comune che non siano più i marciapiedi. Ma fino ad allora si dia dimostrazione che il territorio è sotto controllo: i vigili devono multare banchi fuori misura, che appendono merce all’ombrellone, che lasciano rifiuti, che parcheggiano il furgone in doppia fila e così via.
Insomma la legalità nel commercio ambulante (regolare) è l’unico presupposto per riportare un minimo di decoro nelle nostre strade. Lo si deve fare entro il Giubileo senza sconti a nessuno.