Lo spostamento delle bancarelle continua a dividere i 5Stelle. Da una parte il vice-premier Di Maio che chiede un rinvio in attesa di una nuova normativa. Dall’altra la Sindaca di Roma che spinge per ricollocarle in strade dal minor impatto.
In realtà il problema è proprio questo: dovunque le metti, le bancarelle creano degrado, caos, attirano gli abusivi e non sono ben viste dai residenti. Ecco perché l’unica soluzione sarebbe quella dei mercati rionali. E’ lì che dovrebbero stare le oltre 12 mila licenze di ambulantato, gran parte della quali oggi insiste nelle strade più commerciali della capitale. I mercati si stanno spegnendo, abbandonati dai giovani e visti con scetticismo dagli anziani dato che solo l’alimentare resta confinato nei plateatici. Tutte le altre categorie merceologiche sono in strada, dall’abbigliamento ai casalinghi, dalla ferramenta alla biancheria.
Prendiamo il caso di piazza Alessandria: il mercato coperto, riqualificato diversi anni fa ospita rivendite di alimentari. Ma all’esterno, intorno alla struttura e alla bellissima cancellata liberty, si trova di tutto. Perché entrare nel mercato se fuori la merce invade marciapiedi e perfino la strada che infatti viene chiusa al traffico ogni mattina? L’alimentare si trova facilmente in via Novara, in via Messina dove diversi supermercati offrono prodotti a prezzi concorrenziali. Si snatura così lo scopo di un mercato che invece di rappresentare un polo di attrazione, diventa corollario di commerci che si svolgono in altra sede.
Questa lunga premessa, per la quale ci perdonerete, per sottolineare l’incongruenza del piano Raggi di spostamento delle bancarelle dalle grandi arterie a strade secondarie. E’ sicuramente un passo avanti ma non è la soluzione. Tanto più che molti residenti si sono ribellati al suq nato improvvisamente sotto la loro abitazione. E’ il caso di via Cardinale Merry del Val (dove sono stati ricollocati i banchi di viale Trastevere), di via Filippo Meda (dove sono andati quelli della Tiburtina).
Il Messaggero in edicola oggi ipotizza alcune ricollocazioni, alcune delle quali ci fanno sobbalzare sulla sedia. Per esempio le oscene bancarelle di Largo Boccea dovrebbero andare in via Albergotti, luogo che i nostri lettori ben conoscono perché oggetto della tutela e delle attenzioni dei Volontari Decoro XIII. Per cui questo ingresso al Parco del Pineto, curato e ripulito dai volontari per anni, dovrebbe ora diventare un mercato terzomondista.
C’è poi il caso dei banchi di via Appia Nuova, davanti il cinema Maestoso, che andrebbero in largo Colli Albani, oggi una piazza gradevole che sprofonderebbe nel degrado. Così l’area di Villa Gordiani, sulla Casilina, che finirebbe per ospitare gli ambulanti che oggi uccidono l’incrocio tra Tor Pignattara e Casilina.
Ancora: i banchi di via Portuense e circonvallazione Ostiense, andrebbero in via del Caravaggio, già martoriata dalle occupazioni abusive degli immobili pubblici.
Insomma si sposta il problema non lo si risolve. E’ come se un medico decidesse di curare un cancro che affligge la gamba di un paziente, spostandolo su un braccio dello stesso paziente.
Qualcuno dirà che le aree prescelte sono più larghe, offrono la possibilità di parcheggiare i furgoni, non invadono interi marciapiedi ostacolando il passaggio di anziani e disabili. E forse è pure vero, per cui un piccolo miglioramento rispetto alla situazione attuale si registra. Ma non è risolutivo.
Ecco perché tra la Raggi e Di Maio ci schieriamo con decisione dalla parte della Sindaca che ha chiarito di voler proseguire con le ricollocazioni, mentre Di Maio vorrebbe lasciare tutto come è per chissà quanto tempo ancora. Ma sarebbe un gesto di coraggio e di buona amministrazione se la Raggi spingesse per lo spostamento nei mercati. Il Metronio di via Magna Grecia potrebbe ospitare i banchi dell’Appia Nuova; il Flaminio accanto al Borghetto e al Museo Explora, potrebbe ricevere gli ambulanti di piazzale Flaminio. Il mercato di viale Parioli potrebbe fare spazio ai banchi che oggi invadono il viale all’altezza di via Oxilia e così via. Gli esempi potrebbero proseguire a lungo.
Il tema delle postazioni a rotazione è tutto romano, lo ribadisce anche Massimiliano De Toma oggi deputato 5Stelle e grande esperto di commercio (è stato presidente di Federmoda). Quindi il caso Roma è un problema del tutto particolare e non può essere trattato come il resto d’Italia dove le rotazioni sono pochissime e dislocate in luoghi consoni. Ecco perché la richiesta di attesa di Di Maio è ridicola, ma anche lo spostamento della Raggi non basta. Occorre più coraggio.
2 risposte
Effettivamente la posizione della sindaco è assolutamente la … meno peggio. Le bancarelle romane sono ormai un problema endemico perché lasciate senza alcun controllo per troppo tempo.
La soluzione migliore (farle sparire nei mercati quasi tutti con molti banchi vuoti) non è facilmente applicabile mentra la Raggi almeno propone di “mettere la polvere sotto il tappeto”. La posizione di Di Maio è invece incomprensibile possibile che la lobby dei mutandari sposti così tanti voti ?
Egregio Sig. Enrico, ricordiamoci che il mutandaro è l’ultimo anello di una catena più o meno lecita che parte dai capannoni delle sterminate periferie campane, impiegando chissà che tipo di manodopera per cucire mutande e pigiami, passa attraverso il subaffitto di licenze in mano a pochi figuri, all’impiego di personale non-si-sa-quanto-in-regola e arriva sui marciapiedi davanti casa nostra. Quando ci domandiamo quanti voti spostano i mutandari ricordiamoci chi c’è dietro e quanto denaro gira. Cordialità