Basta l’annuncio del termovalorizzatore a tranquillizzare sui rifiuti a Roma?

La svolta del sindaco Gualtieri non appare supportata da una revisione ragionata dei piani dell'amm.ne per gestire i rifiuti a Roma. Per le carenze nella raccolta si punta tutto sul nuovo DG di AMA: riuscirà a rivoluzionare un'azienda allo sbando?

L’annuncio a sorpresa del sindaco Gualtieri, fatto nell’ambito del consiglio straordinario sui rifiuti svoltosi in aula Giulio Cesare lo scorso mercoledì 20 aprile, di voler dotare Roma di un nuovo termovalorizzatore a controllo pubblico ha ricevuto reazioni contrastanti.

In molti hanno plaudito alla cosa, come se l’assenza di un tale impianto nei piani per la gestione dei rifiuti dell’attuale amministrazione li avesse resi finora poco credibili.

Ovviamente, e giustamente, si sono detti molto soddisfatti i consiglieri capitolini della lista Calenda, in quanto la presenza di un tale impianto era prevista nella loro proposta per la gestione dei rifiuti a Roma.

Reazioni positive sono state manifestate anche da altri gruppi in Assemblea Capitolina così come in molti canali social.

Ci sono sì state anche reazioni negative, da parte del gruppo capitolino del M5S, da sempre contrari ai termovalorizzatori, così come da alcuni consiglieri di maggioranza, come Nando Bonessio dei Verdi, ma la netta impressione è che in moltissimi si siano accontentati della svolta annunciata dal sindaco Gualtieri senza considerare le circostanze in cui essa è maturata.

 

Ricordiamo anzitutto che durante la campagna elettorale Gualtieri aveva escluso la necessità di realizzare nuovi realizzatori. Sollecitato più volte da Carlo Calenda su questo tema, l’allora candidato Gualtieri aveva risposto: “Acea ha già 2 termovalorizzatori nel Lazio sufficienti col 70% di differenziata: costruirne un altro è contro il piano regionale e richiede anni: meglio prevedere impianti più avanzati di recupero.

Anche le linee programmatiche della nuova amministrazione capitolina, approvate a novembre 2021, non prevedevano la realizzazione di nuovi termovalorizzatori, benché in esse si parlasse, tra le altre cose, di “… potenziamento della capacità di incenerimento a partire dal sito Acea di San Vittore“.

Anche l’assessora all’ambiente, Sabrina Alfonsi, era stata sempre chiara sull’escludere la necessità di un nuovo termovalorizzatore. A novembre 2021 ad esempio dichiarava:

Saremo noi certamente a indicare tutti i tipi di impianti che ci servono: due impianti anaerobici per l’umido, gli impianti della carta, del tessile, della plastica. E poi sicuramente una discarica finale del ciclo, perché il termovalorizzatore non è previsto dal piano rifiuti della Regione Lazio, quindi ci sarà una discarica e indicheremo dove verrà realizzata. A Roma il tema è avere gli impianti e la discarica è la chiusura di questo nuovo ciclo dei rifiuti“.

 

A ulteriore conferma della fermezza della maggioranza capitolina nel voler fare a meno di nuovi impianti di incenerimento, a gennaio di quest’anno fu bocciato dall’aula Giulio Cesare un ordine del giorno presentato da consiglieri della Lega chiedeva di dotare Roma di un nuovo termovalorizzatore. L’atto fu votato anche dai consiglieri della Lista Calenda ma bocciato dai consiglieri di maggioranza.

 

Questa cosa che il piano regionale del Lazio non preveda nuovi termovalorizzatori era stata bloccante per la nuova amministrazione capitolina fino a qualche giorno fa, per poi improvvisamente apparire superata, benché sembrerebbe escluso che la Regione Lazio sia disponibile a modificare il piano per includere il nuovo impianto annunciato da Gualtieri. In Regione infatti la maggioranza di centrosinistra ha bisogno dell’appoggio del M5S per sostenersi e questi ultimi non dovrebbero essere disposti a cedere sul termovalorizzatore.

Pare che per superare il problema il sindaco Gualtieri conti di ottenere poteri speciali dal governo così da poter andare in deroga rispetto al piano regionale sui rifiuti.

 

Quello che a noi appare anomalo e anche preoccupante è che una decisione tanto importante sembra sia stata maturata quasi d’improvviso e comunque senza dare rassicurazioni convincenti sul fatto che una tale inversione ad u sia stata fatta a ragion veduta, considerando tutte le implicazioni e complicazioni della cosa.

Tra l’altro c’è da tener presente che per la realizzazione dell’impianto annunciato da Gualtieri occorreranno, al meglio, diversi anni, per cui nel frattempo sarebbe importante sapere come intende l’amministrazione uscire dalla continua emergenza.

 

Noi continuiamo a ritenere decisivi interventi urgenti che portino ad una immediata riduzione nella produzione dei rifiuti a Roma e ad un drastico aumento, e miglioramento, della raccolta differenziata. Nel nostro piccolo avanziamo alcune proposte da anni, mentre anche l’attuale amministrazione dimostra di accontentarsi di proclami di futuri miglioramenti anche a oltre cinque mesi dal suo insediamento.

 

Nella consiglio straordinario sia il sindaco che l’assessore hanno accennato a modifiche nella raccolta dei rifiuti che si aspettano dal nuovo direttore generale, ma senza fornire dettagli di sorta, come se la cosa fosse ancora del tutto in alto mare. Eppure la pessima gestione della raccolta rifiuti è uno dei motivi per cui a Roma si ricicla troppo poco, perdendo introiti dalla vendita di materie prime seconde e con materiali riciclabili che finiscono in gran parte nell’indifferenziato.

 

Anche noi, come tanti di cui abbiamo letto in rete, vorremmo sentirci rassicurati dalla svolta annunciata da Gualtieri, ma al contrario avvertiamo qualche elemento di preoccupazione in più, perché questo improvviso cambiamento vuol dire che negli oltre cinque mesi di nuovo governo cittadino non si è fatto praticamente nulla per avviare a soluzione il problema rifiuti a Roma (non risolvere, ché ci vorranno anni, ma almeno avviare a soluzione).

 

A questo punto l’unica speranza per l’immediato è che il nuovo direttore generale di AMA, Andrea Bossola, riesca a dare una tale svolta alla municipalizzata da rivoluzionare, in meglio, la raccolta e differenziazione dei rifiuti. Se infatti si riuscissero a migliorare la raccolta di carta/cartone e del multimateriale, aumenterebbero gli introiti per la vendita di quei materiali e si ridurrebbe consistentemente la produzione dell’indifferenziato, la frazione di gran lunga più costosa da sistemare.

Ma è ragionevole sperare che un solo uomo possa rivoluzionare un molok come AMA?

Purtroppo no, e quindi temiamo che il tema rifiuti a Roma continuerà a farci compagnia, non piacevolmente, per ancora molto tempo.

 

(nell’immagine il termovalorizzatore di San Vittore, di proprietà di ACEA)

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Una risposta

  1. Sapete solo fare commenti negativi! Dopo che l’amministrazione Raggi ci ha fatto annegare nella sporcizia mettendo il Comune nella condizione di spendere cifre immense per inviare la “monnezza” all’estero ecco che una decisione ragionevole (anche se non in linea con i programmi annunciati) viene mirata…..a pallettoni!!!
    PS è una novità che una decisione politica rovesci l’opinione precedente?

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