Casal Monastero vuole la metro e lancia una petizione

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Sono stati alcuni membri del Cdq Casal Monastero a sollecitare un intervento di diarioromano sulla questione del prolungamento della linea B della metro da Rebibbia a Casal Monastero.

Hanno lanciato una petizione su Change.org perchè temono che il Comune butti tanti soldi ( si parla di 100 milioni) e in cambio i cittadini non abbiano alcuna opera. Per ricostruire nei dettagli questa travagliata vicenda occorrerebbe un articolo troppo lungo. Per cui proviamo a riassumere quello che è un esempio di amministrazione sconsiderata e di totale assenza di politica dei trasporti.

Il prolungamento della linea B della metro fino a Casal Monastero (e anche oltre) è previsto nel Piano Regolatore Generale, nel Piano del Traffico, in diversi studi effettuati per conto del Campidoglio. Tutti concordano che sia un’opera indispensabile per alleggerire dal traffico Tiburtina e Nomentana e collegare su ferro un quadrante popoloso. Di questo prolungamento si parla da anni e nel 2011, finalmente, la giunta dell’epoca (guidata da Alemanno) assegna l’appalto al consorzio Salini/Vianini/Astaldi  in regime di project financing. Significa che – data la carenza di fondi – una buona parte di questi lavori sarebbe stata coperta concedendo agli appaltatori molti ettari di terreno sui quali costruire abitazioni, uffici, negozi, etc. Un’area molto vasta compresa tra Monti Tiburtini, Pietralata, Rebibbia e Torraccia sarebbe stata assegnata ai privati. Il costo dell’opera era previsto in 556 milioni che sarebbero stati pagati nel seguente modo:

167 milioni a carico di Comune e Regione

189 milioni come valore di terreni edificabili

133 milioni sarebbero stati pagati in 12 anni in rate da circa 11 milioni come canone

Come si vede la parte preponderante derivava proprio dalla cessione di terreni. La delibera alemanniana fu considerata sproporzionata in quanto troppo cemento sarebbe stato edificato rispetto al valore complessivo dell’appalto. Inoltre molti di questi terreni non avevano neanche la corretta destinazione urbanistica e l’amministrazione dell’epoca non approvò le varianti necessarie.

Insomma il project financing si risolse in un nulla di fatto. Ma la parte restante dei fondi era stata ormai stanziata e messa a bilancio. Inoltre il consorzio Salini/Vianini/Astaldi poteva vantare un incarico ufficiale da parte del Campidoglio e chiedere dunque un risarcimento del danno in caso di mancata prosecuzione dell’opera.

La giunta Marino ha tentato di prendere in mano la questione e aveva promesso entro il giugno scorso una nuova formulazione del progetto per reperire i 189 milioni mancanti senza concedere in cambio una cubatura edilizia eccessiva. Il nuovo progetto però non è mai arrivato. Prima gli attriti tra l’assessore Improta e il Sindaco e poi la caduta della giunta non hanno permesso di sciogliere il nodo.

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IL PERICOLO TEMUTO DAL CDQ. Ed ecco allora la giusta preoccupazione del Cdq Casal Monastero che vede nero: il denaro stanziato (se non si trova una soluzione entro il 2015) potrebbe essere stornato dal bilancio e destinato ad altri scopi. Inoltre le imprese potranno pretendere un risarcimento milionario (fino a 100 milioni) avendo in mano molti pezzi di carta a loro favore firmati da qualche insipiente amministratore all’epoca di Alemanno. Risultato? 100 milioni buttati e in cambio il quartiere non avrebbe neanche un metro di binario. Una sconfitta che ci si augura sia evitata grazie ad un intervento del Commissario Tronca.

E’ a lui che si rivolgono con questa petizione che ha raccolto quasi 1900 firme e che ora punta a 2500 sottoscrizioni. Diamo una mano e appoggiamo il lavoro di questo fattivo comitato che sta lottando per una mobilità migliore ma anche per non gettare al vento tanti soldi di tutti noi.

 

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