Ad aprile avevamo dato conto dei persistenti problemi nella raccolta dei rifiuti a Roma, collegati in particolare alla gestione delle “utenze non domestiche” (UND) così come descritti da un gruppo di cittadini attivo nel rione Prati (Candia2022).
In estrema sintesi le UND, ossia gli esercizi commerciali, non dovrebbero conferire i rifiuti nei cassonetti stradali, bensì esporli in strada ad orario per il ritiro da parte delle ditte a cui AMA ha dato l’appalto. Da sempre però questo tipo di raccolta non funziona, con gli esercenti che si lamentano del fatto che le ditte non passano con la dovuta regolarità, lasciando i rifiuti in strada per ore, e le ditte che accusano gli esercenti di conferire troppo spesso in maniera errata. Per ovviare al problema molti esercenti usano conferire i loro rifiuti nei cassonetti stradali, i quali però non sono dimensionati per contenerli, con conseguente creazione delle solite piccole discariche stradali.
Preso atto dell’inefficacia delle sanzioni pecunarie per convincere gli esercenti ad attenersi alle regole, la giunta del Municipio I ad inizio aprile aveva chiesto all’Assemblea Capitolina di inasprire tali sanzioni, arrivando a prevedere la chiusura temporanea dell’esercizio in caso di multe ripetute.
La proposta del Municipio era stata ben accolta dei presidenti delle commissioni ambiente e commercio dell’Assemblea Capitolina, tanto che si starebbe concretizzando l’idea di prevedere le chiusure temporanee non solo nel territorio del Municipio I ma in tutta la città. Le misure suggerite dal Municipio I verranno discusse in una commissione congiunta ambiente e commercio il prossimo lunedì 13 maggio, con una prima ipotesi che prevederebbe la chiusura dell’esercizio commerciale per qualche giorno dopo due o tre sanzioni ricevute per incorretto conferimento dei rifiuti.
Anche AMA si è detta d’accordo sulla proposta di inasprimento delle sanzioni, tanto che verrebbe da chiedersi perché un’iniziativa del genere non sia stata presa direttamente dal Dipartimento ambiente.
D’altronde non si può non essere d’accordo con la proposta del Municipio, perché è chiaro che una sanzione di circa 170 euro per conferimenti errati viene facilmente messa in conto da qualsiasi esercente, tanto più che le possibilità di essere “pizzicati” sono scarsissime.
L’auspicio è quindi che in tempi brevi si potrà procedere con la chiusura temporanea degli esercizi commerciali che conferiscono i rifiuti in maniera scorretta.
Un aspetto che però dovrebbe essere anche attentamente considerato riguarda chi dovrebbe elevarle le sanzioni, perché gli ispettori addetti ai controlli sono in numero drammaticamente insufficiente e sugli agenti della Polizia Locale si sa bene quanto poco si possa contare.
In passato anche di questi problemi se ne occupava il Nucleo Ambiente e Decoro (NAD) della Polizia Locale, con risultati sempre ottimi, ma poi l’attuale amministrazione ha deciso di smantellarlo il NAD ed ora contare sull’impegno dei normali vigili è purtroppo una pia illusione.
Un’ultima considerazione va fatta per le ditte che si occupano della raccolta dei rifiuti per le UND, perché se è vero che molti esercenti non conferiscono correttamente, è altrettanto vero che continuano ad esserci problemi dal lato della raccolta.
Per dimostrarlo citiamo un recente post sempre dell’associazione Candia20221: