Ecco le prime immagini del cantiere avviato nelle scorse ore al Maestoso, sull’Appia Nuova. Dal grande edificio, chiuso dal 2018, rischiano di staccarsi materiali, mentre i solai interni necessitano di essere alleggeriti. Per questo la società proprietaria, “Immobiliare Via Appia 2005 Srl”, ha deciso di mettere in sicurezza la struttura anche dopo le numerose spinte provenienti dal Municipio e comitati cittadini.
Nessun progetto di riqualificazione e riapertura, dunque, ma solo un cantiere tampone per evitare che il tempo e l’abbandono provochino ulteriori danni. Ci eravamo occupati dell’ex cinema nella nostra rubrica “Città in rovina”, ad aprile del 2022 e a quell’articolo rimandiamo chi volesse approfondire la storia dell’imponente struttura progettata da Riccardo Morandi. Fu un esperimento di ingegneria studiato sui libri di architettura che coniugava una grande sala proiezioni con negozi, appartamenti e una sorta di piazza centrale. La scalinata, ben visibile attraverso le vetrate affacciate su via Appia Nuova, doveva mostrare ai passanti il saliscendi di spettatori accorsi a vedere i film, suscitando curiosità e invitando al cinema.
Dopo la chiusura definitiva del 2018, sulla carta rimane il progetto di rinascita: si tratta di ricavare 26 appartamenti in luogo dei precedenti 13 e realizzare otto sale cinematografiche per una capienza complessiva di circa 1000 spettatori. I negozi, inoltre, sarebbero dovuti tornare sul mercato magari affiancando le attività commerciali ospitate nel vicino centro Happio. Gli investimenti per la messa in pratica di questo progetto sono ingenti e fino a oggi la “Via Appia 2005 Srl” non ha voluto o potuto trovare le risorse. Secondo quanto riferito da alcuni consiglieri municipali, però, le cose iniziano a muoversi. Dopo i lavori di messa in sicurezza che dovrebbero concludersi a marzo, la proprietà riferirà al Municipio la propria volontà. Si tratta, cioè, di capire se il progetto di riqualificazione è ancora fattibile o se l’immobile potrebbe essere messo in vendita.
Ciò che conta per il quartiere è la permanenza, almeno in parte, delle sale cinematografiche. Nell’intero quadrante è sopravvissuto solo il Trianon, mentre il New York e il Paris sono ormai chiusi da tempo e non ci sono possibilità di riapertura.
Nel 2020, l’ex assessore capitolino alla Cultura, Paolo Berdini, aveva lanciato un appello al Ministro Franceschini affinché apponesse un vincolo sul Maestoso. Il timore è che si perda per sempre la funzione di cinema e l’edificio possa essere integralmente trasformato in abitazioni o uffici. Contro la legge che impone il mantenimento della destinazione culturale agli ex cinema, sono stati presentati diversi ricorsi ma tutti hanno avuto esito negativo per i ricorrenti. Così è accaduto, per esempio, sul cinema America di Trastevere e una recente sentenza del Consiglio di Stato ha spiegato le ragioni per cui un determinato bene porti con sé una valenza culturale. Esso è – scrivono i magistrati – “‘testimonianza vivente’ … dell’esistenza … [di una] manifestazione
culturale, immateriale e collettiva, che si alimenta e si ricrea, perpetuandosi nel tempo”, e può pertanto presentare, per questa ragione, una “particolare forza ‘evocativa’”.
Insomma al di là del valore architettonico (e nel caso del Maestoso c’è anche quello grazie alla firma di Morandi), è la storia di un immobile che va tutelata. E’ probabile che oltre all’interesse del quartiere e dei suoi residenti, anche il legittimo interesse della proprietà possa trovare soddisfazione riportando all’uso originale la struttura: dalla vendita o dalla locazione degli appartamenti e dei negozi la società potrebbe trovare il suo giusto guadagno e i cittadini potrebbero tornare a godere del cinema.
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