Su piazza del Viminale affaccia l’anonimo e diroccato edificio della foto.
Considerato lo stile degli stabili circostanti, tutti dell’epoca umbertina, si potrebbe pensare ad una demolizione in ambito Seconda Guerra Mondiale con successiva ricostruzione. Ed invece si tratta di una speculazione della fine anni ’50 con cui fu demolita la Galleria Regina Margherita per realizzare il mediocre palazzo che oggi viene mandato in rovina. Quella che segue è una foto delle costruzioni preesistenti alla speculazione, con la galleria visibile sulla sinistra.
Come sia stato possibile autorizzare una simile sostituzione non è dato proprio di comprenderlo e verrebbe da dire che fortunatamente porcate del genere oggi non passerebbero mai (ma se poi andiamo a considerare, ad esempio, il dilettantismo con cui si sta intervenendo al momento in via Giulia con il costruendo parcheggio interrato c’è purtroppo da ricredersi).
Tornando all’anonimo edificio di piazza del Viminale, non solo è andato a sostituire uno stabile di ben più decoroso aspetto, ma da anni esso è lasciato in disfacimento, con il cemento che da tempo ha cominciato a sgretolarsi mostrando in più punti l’armatura interna in ferro.
La proprietà dello stabile dovrebbe essere demaniale, stante che in passato vi avevano sede alcuni uffici tributari, ma da diversi anni sia gli uffici che i locali commerciali che affacciano sulla piazza ed all’interno della galleria sono inutilizzati. Fa eccezione un bar che si è installato all’interno della galleria e che cerca di tenerla un po’ in vita, benché l’aspetto è di uno squallore desolante e nulla farebbe pensare che ci si trovi nel centro di Roma.
E si ha avuto anche il coraggio di lasciare a questo posto il vecchio nome di “Galleria Regina Margherita”.
In piena zona turistica, a due passi da piazza S. Maria Maggiore, le due enormi vetrine orcurate che affacciano sulla piazza del Viminale sono un vero delitto commerciale.
A costo di apparire dei fissati, a noi sembra inconcepibile che simili proprietà, localizzate in posizioni di pregio, vengano lasciate marcire senza alcun utilizzo. Se sono di privati che li si obblighi almeno ad una normale manutenzione delle facciate, sia per l’incolumità dei passanti che per il generale decoro del luogo; e se la proprietà non adempie che i lavori li promuova il Comune rivalendosi sull’immobile. Se invece la proprietà è pubblica, che li si utilizzi al posto dei tanti uffici per cui si pagano gli affitti oppure li si assegni a qualcuno con almeno l’obbligo della manutenzione delle strutture. Ne guadagnerebbero il decoro e la sicurezza dell’area e si farebbe “lavorare” un immobile che da troppo tempo è solo uno spreco inaccettabile.
Le precedenti puntate di Città in rovina:
- la Casa del Passeggero
- la rimessa Atac di pzza Adis Abeba
- l’ex ospedale San Giacomo
- il Palazzo sull’Arco di Giano
- l‘ex Cinema Puccini
- Palazzo Rivaldi al Tempio della Pace
- Villa York
- L’ufficio Geologico
- La vecchia Stazione Trastevere
- A piazza della Cancelleria
- L’ex rimessa Atac di Piazza Ragusa
- La Sala Troisi
- L’ex Inpdap a S. Croce in Gerusalemme
- Il palazzo della Regione in via Maria Adelaide
- L’ex fabbrica di detersivi in via Noto
- Il Csoa Sans Papier
- Palazzo Nardini al Governo Vecchio
- l’Ex Zecca di Piazza Verdi
2 risposte
io sono il proprieterio del bar sotto la galleria … mi piacerebbe raccontarti la storia della Galleria …
Come sono d’accordo sul sentimento di deplorazione della soluzione (?) attuata e di rimpianto per la vecchia galleria ! Essendo nato e vissuto a circa 300 metri da piazza del Viminale, mi ricordo bene com’era.
Negli anni ’50 ci andavo , anzi, spesso . C’era un cinema ormai di 4a categoria (alla romana :il cosidetto “pidocchietto”) che si chiamava Odeon ed era stato ricavato nei locali di un cafè chantant, del quale rimanevano gli infissi.
Il biglietto costava 90 lire e consnetiva di assistere alla proiezione di due film !
Per il resto ricordo il soffitto a vetri dell galleria, già ai miei tempi malmessa. M almeno con un suo decoro di immagine. Non una schifezza come è ora.