Proseguendo sul filone degli stabili occupati illegalmente e quindi avviati a rovina per mancata manutenzione, ne presentiamo uno situato in una strada che ultimamente è balzata all’attenzione delle cronache. Si tratta di via Maria Adelaide, giusto alle spalle di piazza del Popolo, luogo dove la scorsa settimana è avvenuto il tragico incidente in cui è deceduta un’architetto di 59 anni, investita sul marciapiede da un furgone.
Lo stabile di cui vogliamo parlare è una palazzina dei primi ‘900 di proprietà della Regione Lazio. Non si tratta di immobile di particolare prestigio ma lo è senz’altro la localizzazione, a pochi passi da piazza del Popolo e circondato da eleganti e ben tenute palazzine. La storia recente di questo palazzo è emblematica di quanto male venga gestito il patrimonio pubblico e di come a Roma la prepotenza paghi sempre.
Si parte dal dicembre del 2005, allorché un gruppo di famiglie, molte straniere, insieme ad alcuni attivisti di Action prendono possesso dell’immobile, al tempo inutilizzato. Da allora la Regione non appare aver fatto nulla per tornare in possesso dello stabile, provvedendo per di più al pagamento delle bollette di acqua, luce e gas degli occupanti. Addirittura nel 2007 si giunge ad un accordo tra Regione Lazio, Comune di Roma e Action in cui si stabilisce che chiunque avesse comprato l’immobile avrebbe dovuto garantire agli occupanti un anno di alloggio gratuito, bollette incluse, nel territorio di Roma. E incredibilmente un accordo del genere, che chiaramente premia l’abuso perpetrato, fu anche recepito dalla Giunta Regionale con apposita delibera!?!
Il valore dell’immobile è di tutto rispetto, stimato nel 2006 intorno ai 32 milioni di euro; una cifra che consentirebbe di aiutare un numero di famiglie ben più alto di quelle che occupano lo stabile, e famiglie per cui vi sia stata una verifica dello stato di necessità, mentre gli occupanti non possono che essersi auto-candidati. Chiaramente una condizione capestro come quella accettata dalla Regione ha reso del tutto inappetibile il bene per eventuali investitori, che infatti hanno del tutto disertato una prima asta svoltasi nel 2008.
L’alternativa alla vendita sarebbe l’utilizzo diretto da parte della stessa Regione Lazio, che continua a pagare fior di affitti per le sue numerose sedi distaccate, ma evidentemente nessuno in Regione vuole mettersi contro un’organizzazione come Action. E tanto i soldi degli affitti non escono dalle tasche di consiglieri e assessori regionali e men che meno da quelle del Presidente Zingaretti.
Segue qualche altra immagine.
Inoltre l’occupazione prolungata (si sta per festeggiare il decimo anno) in assenza di manutenzione fa si che lo stabile inizi ad andare in rovina e divenga pericoloso per chi vi alloggia ma anche per chi semplicemente vi cammini nei pressi. Si veda infatti lo stato delle persiane che hanno cominciato a perdere i pezzi, col pericolo che cadano in testa a qualcuno che passi sul marciapiedi.
Per questo problema specifico vedrete che la Regione a breve metterà dei ponteggi sul marciapiedi che proteggano i passanti dalla caduta di pezzi, come se fosse normale lasciare andare in disfacimento un immobile nel pieno centro cittadino, badando solo all’incolumità immediata delle persone!?!
A noi queste storie appaiono inaccettabili, perché certificano la superiorità della prepotenza rispetto alla legalità. Da una parte vi sono migliaia di famiglie in lista di attesa per un alloggio popolare, con i requisiti vagliati da apposite procedure e commissioni, dall’altra vi sono gruppi di individui che decidono autonomamente di aver diritto ad un’abitazione e se la prendono di forza, in ciò spalleggiati, quando non organizzati, da quelli di Action. Purtroppo i primi aspettano anni prima che venga il loro turno, anche perché l’edilizia popolare va spesso non a chi ha diritto ma agli amici degli amici, mentre i secondi vengono addirittura premiati con un bonus assurdo (l’alloggio per un anno tutto spesato).
En passant, per una descrizione del modus operandi di Action si può dare un’occhiata a questo articolo.
Chiudiamo ricordando che la rinascita della città di Roma non potrà non passare anche per l’eliminazione delle sacche d’illegalità rappresentate dalle occupazioni abusive.
Le precedenti puntate di Città in rovina:
- la Casa del Passeggero
- la rimessa Atac di pzza Adis Abeba
- l’ex ospedale San Giacomo
- il Palazzo sull’Arco di Giano
- l‘ex Cinema Puccini
- Palazzo Rivaldi al Tempio della Pace
- Villa York
- L’ufficio Geologico
- La vecchia Stazione Trastevere
- A piazza della Cancelleria
- L’ex rimessa Atac di Piazza Ragusa
- La Sala Troisi
- L’ex Inpdap a S. Croce in Gerusalemme