Del bel progetto realizzato dagli studenti di architettura de La Sapienza e fortemente voluto dall’Anpi, resta solo questo cartello malconcio. Il sogno di creare nel cuore di San Lorenzo un luogo che ricordasse l’orrore dei bombardamenti che il 19 luglio del 1943 distrussero il quartiere uccidendo 3000 persone è svanito con una delibera della Giunta Polverini. La somma di 450mila euro già stanziata dalla Regione Lazio fu spostata su altre poste di bilancio.
E la Casa della Memoria e della Storia non è mai nata. L’edificio che avrebbe dovuto ospitarla fu sventrato nel 2004 per trasformarlo in spazi espositivi, sale multimediali e centro conferenze. Ma poco dopo, come accade con tanti palazzi di proprietà pubblica, i lavori si bloccarono. E da allora non sono mai ripresi.
Ecco cosa resta di quel progetto abortito
Siamo sulla via Tiburtina, all’angolo con via dei Dalmati. L’edificio è diventato il simbolo del piccolo isolato. E, come sempre accade in questi casi, il degrado porta altro degrado. L’area posteriore era stata occupata da auto abbandonate e rifiuti. Il Municipio ha fatto installare una serie di parapedonali che però non hanno impedito a qualche sbandato di sistemarci una casa di fortuna con diversi animali da compagnia.
Un progetto culturale in una zona dove si concentrano sempre più locali notturni avrebbe potuto dare vita anche a forme di aggregazione diversa, di maggior qualità. E quanto ce ne sarebbe bisogno a San Lorenzo. Nessuno sa invece cosa sarà della struttura che, tra l’altro potrebbe crollare al suolo. I puntelli e i tubi innocenti non reggeranno a lungo.
L’ex III° Municipio (oggi II°) a seguito dello stanziamento regionale, il 24 febbraio 2010 deliberò anche la riqualificazione dei marciapiedi e la creazione di un collegamento pedonale tra le aree circostanti. Ma anche di quest’opera non si è mai vista traccia. L’edificio di proprietà comunale resta in rovina.
I giornali si occuparono della struttura nel settembre del 2013 quando su un cartellone pubblicitario (irregolare) addossato al palazzo fu affisso un manifesto con la scena dell’impiccagione di Mussolini a piazzale Loreto. Poi niente più.
Qualcuno dice che potrebbe essere venduto a privati per la realizzazione di una sala cinematografica, ma l’ipotesi sembra alquanto improbabile. Di certezza ce ne è una sola: l’occasione per creare cultura e lavoro è stata sprecata ancora una volta per l’insipienza e la miopia di qualche amministratore.
Una risposta
Purtroppo questo è un vero e proprio peccato: per la comunità e per il decoro della nostra città, ancor più che per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Ci auguriamo che continuiate a tenere alta l’attenzione sulla gestione degli immobili pubblici: troppo spesso queste risorse vengono lasciate all’incuria e all’abbandono quando invece potrebbero essere destinate al benessere della cittadinanza.