Città in rovina – L’ex deposito Atac di piazza Bainsizza

Ex deposito atac piazza bainsizza

 

Ancora una volta è Atac a recitare il ruolo di protagonista nello spettacolo indecoroso degli immobili abbandonati a Roma. Abbiamo parlato dell’ex rimessa di viale Etiopia, dell’immenso deposito di piazza Ragusa e oggi è la volta della bella struttura di piazza Bainsizza.

Cessate le sue funzioni da anni, l’ex deposito ospita oggi un parcheggio per i mezzi leggeri dell’Ama e raccoglie grandi contenitori di rifiuti sui quali i gabbiani pasteggiano allegramente. L’odore è quello che si può avvertire in una qualsiasi discarica. L’aspetto generale è quello post atomico. Un non luogo che dal 2008 è al centro di conflitti violenti sulla sua futura destinazione.

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Il deposito Vittoria vede la luce alla fine degli anni 20, quando il quartiere Prati era in piena espansione. La cosiddetta “piazza d’Armi” era il fulcro della nuova urbanizzazione ed era importante che la zona fosse servita da tram e bus che la notte dovevano trovare un ricovero non troppo distante. All’epoca il criterio dell’efficienza era tenuto in maggior considerazione di oggi! Per molti decenni svolse il suo ruolo egregiamente, con una grande officina, un lavaggio per i mezzi, un parcheggio coperto e poi servizi per i dipendenti: ancora oggi l’insegna del barbiere rende l’idea di quanto la cittadella Atac fosse un punto di riferimento per i lavoratori. Per chi volesse approfondire invitiamo a leggere la bella storia del deposito ricostruita da Lucio Valerio Barbera e dai ricercatori della facoltà di architettura Ludovico Quaroni.

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Da più di 15 anni l’Atac ha spostato le sue attività e sul futuro dell’area è nata la consueta battaglia tra Comune, cittadini e imprenditori. In questa città, chissà perché, non si riesce mai a trovare una soluzione che accontenti tutti. Il Piano Regolatore del 2008 ne prevedeva la “dismissione o riconversione funzionale”. Su questa base venne realizzato un progetto (firmato dall’architetto Ciorra) che ipotizzava la realizzazione di abitazioni private, negozi, parcheggi e un centro polifunzionale a servizio del quartiere. Ma gli abitanti della zona lo giudicarono eccessivo e “speculativo” e si opposero fortemente. Sulla scia del loro lavoro nacque il Coordinamento Cittadino Progetto Partecipato che presentò un piano alternativo a quello dei privati: la realizzazione di un giardino alberato, luoghi per le attività sportive, sale per attività teatrali e culturali, spazi artigianali e commerciali con particolare attenzione a quello equo e solidale. Uno splendido progetto, insomma, con una sola pecca: i finanziamenti. Nessuno infatti ha indicato come trovare le risorse dato che il Campidoglio ha le casse vuote e l’Atac ancor di più. A proposito di Atac, la delibera 39 del 2011 approvata dalla giunta Alemanno, prevedeva proprio un programma per la riconversione degli immobili dell’Azienda. Come la gran parte delle cose messe in piedi da quell’amministrazione, anche questa è rimasta inattuata.

Nel 2013 emerge anche il problema dell’amianto presente in dosi massicce sui tetti e poi per fortuna fatto rimuovere dal 1° Municipio con un gran dispendio di denaro.

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E così arriviamo ai giorni nostri con il consueto stallo: gli imprenditori che vorrebbero massimizzare il profitto e propongono 40mila metri cubi di costruzioni. I cittadini che vorrebbero solo spazi verdi e culturali ma senza la possibilità di finanziamento.

Una sana amministrazione dovrebbe mediare tra le due esigenze e trovare un punto di equilibrio, esattamente come avviene in tutte le città occidentali dove i progetti di riqualificazione sono pagati in parte dai privati che hanno il loro ritorno legittimo e in parte dal pubblico che garantisce un impatto contenuto delle costruzioni e ampi spazi a servizio del quartiere.

Anche questo nodo potrebbe essere sciolto dalla nuova giunta. Atac ha sicuramente bisogno di incassare dalla vendita del deposito e l’area va riqualificata se non si vuole lasciare una discarica nauseabonda nel centro di Roma. Purtroppo l’atteggiamento pilatesco dei candidati maggiormente favoriti (Virginia Raggi non risponde mai a domande dirette e Roberto Giachetti non ha preso posizione sull’argomento), non fa ben sperare. Quello degli immobili pubblici abbandonati dovrebbe essere un tema essenziale in una campagna elettorale. Ma a Roma, si sa, i problemi sono sempre altri!

 


 

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2 risposte

  1. Il degrado avanza: recentemente qualcuno ha asportato la scritta in ferro “PIAZZA D’ARMI” che da quasi un secolo era presso la porta su Viale Angelico del deposito.

  2. Ma ripristinare il deposito ATAC (come p.za Ragusa del resto) per FAVORIRE VERAMENTE il mezzo pubblico, senza enormi perdite di tempo per raggiungere depositi lontanissimi ?

    Solo chiacchiere a favore dei bus, in effetti si opera solo a favore dell’abuso indiscriminato della sacra “maghinaMia” e relativo inevitabile degrado della città che si allontana sempre più da standard di città civile.

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