Quello di Palazzo Rivaldi è il simbolo dell’insipienza e della miopia di chi ha governato Roma per decenni. Un gioiello architettonico del ‘500, in uno dei luoghi più belli del mondo, è in abbandono da quasi 20 anni.
Dai Fori Imperiali provate ad immettervi in via del Tempio della Pace. Subito vi apparirà davanti agli occhi la rovina di questa città. Il contrasto con lo splendore dei Fori è stridente. Un immenso complesso di oltre 5mila metri quadri tutto circondato da ponteggi che prevengono la caduta degli intonaci. Gli infissi sono marci e permettono l’ingresso di sbandati e senzatetto. I saloni interni puntellati per evitare cedimenti.
Villa Rivaldi-Silvestri fu costruita su progetto di Antonio da Sangallo. Gli affreschi interni, i soffitti a cassettoni, le volte dipinte stanno andando perduti per l’incuria dell’Ipab Santa Maria in Aquiro che è proprietaria del complesso immobiliare e dello splendido giardino che lo circonda. Si tratta di un ente di assistenza che come tutte le ex Ipab è passato sotto il controllo degli enti locali ed è quindi partecipato dal Comune di Roma, dalla Provincia e dalla Regione Lazio. E’ la Regione che ne nomina il consiglio di amministrazione. L’Ipab Santa Maria in Aquiro possiede un ingente patrimonio immobiliare (cliccare qui per l’elenco completo) ma i vertici che si sono succeduti negli ultimi 20 anni non hanno saputo trovare una soluzione per Villa Rivaldi.
Molti nel rione lo chiamano ancora “il convento occupato”, in quanto tra il 1975 e il 1980 fu preso in autogestione da alcuni centri sociali.
Pensate che un’intera ala del palazzo affaccia direttamente sul Belvedere Cederna con una vista sui Fori migliore di quella che si gode dal Campidoglio. Insomma un luogo che potrebbe essere destinato a molte attività, soprattutto culturali che porterebbero posti di lavoro e valorizzazione dell’area. Nel 2007, durante lo scorcio finale della Giunta Veltroni, sembrava che la soluzione fosse alle porte. La Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune aveva avuto l’incarico di preparare un piano di restauro del complesso mentre Campidoglio e Regione avevano stanziato 11 milioni per il risanamento e trasformazione in museo. Nel 2009 con la Giunta Alemanno tutto si bloccò (i danni provocati da quell’amministrazione non finiscono mai di stupirci). Il progetto fu definanziato e il lento e inesorabile crepuscolo di Palazzo Rivaldi è proseguito.
In una Roma che soffre il declino economico provocato dalla fine del terziario e dalla deindustrializzazione, le attività culturali possono essere l’unica via di salvezza. Eppure uno dei luoghi più suggestivi e importanti del pianeta, viene lasciato marcire. Ogni giorno che passa senza fare nulla per Palazzo Rivaldi è un giorno di lavoro perso per tanti di noi.
Le precedenti puntate di Città in rovina:
- la Casa del Passeggero
- la rimessa Atac di pzza Adis Abeba
- l’ex ospedale San Giacomo
- il Palazzo sull’Arco di Giano
- l‘ex Cinema Puccini
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