Col M5S in Campidoglio, lunga vita alle bancarelle in strada

 

Sono stati giorni importanti sul fronte bancarelle. Sono accadute molte cose che prese singolarmente possono sembrare episodi minori, ma che lette tutte assieme dimostrano con chiarezza quale sia il disegno del Movimento 5stelle capitolino: lasciare immutata la situazione per molti anni. Garantire agli ambulanti la loro rendita di posizione, a prescindere dal decoro e dalla concorrenza sleale nei confronti dei commercianti.

Vediamo allora quali scelte sono state prese dalla Sindaca Raggi e dalla sua maggioranza.

La cacciata di Adriano Meloni. Non sarà stato un fulmine ma certamente l’assessore alle Attività Produttive costituiva un argine allo strabordare delle lobbies a danno della città. In particolare, sugli ambulanti, Meloni si è sempre distinto rispetto al resto del M5S sull’applicazione della direttiva Bolkestein. Ha spiegato che Roma è un caso a parte con oltre 12 mila licenze di bancarelle, circa il triplo in proporzione a tutte le altre grandi città italiane. Si è scontrato duramente con il presidente della Commissione Commercio Coia da lui ritenuto troppo vicino alla famiglia Tredicine, tanto da averlo soprannominato Coiacine. Ma alla fine ha perso la sua battaglia solitaria ed è stato allontanato dalla giunta. Al suo posto arriva Carlo Cafarotti, ritenuto più allineato e meno rompiscatole. Certamente un punto a favore degli ambulanti.

La mini riforma della riforma Coia. Della delibera 30/2017, quella sul commercio ambulante, abbiamo parlato male diverse volte e non serve aggiungere altro. Se non fosse che la scorsa settimana l’aula Giulio Cesare ha apportato alcune modifiche alla riforma se possibile peggiorandola. In dettaglio: ha prorogato tutte le concessioni fino al 31 dicembre 2020 come stabilito dalla scellerata norma anti-Bolkestein approvata in Parlamento. Ha stabilito maggiori tutele per coloro che dimostrino di avere come unica fonte di guadagno una bancarella (ovviamente tutti possono farlo intestando a prestanome altre attività). Sempre a costoro si è assegnato un punteggio maggiore che sarà valutato in sede di rilascio di nuove concessioni. Viene ora permesso di esporre la merce su stand appendiabiti purché di altezza non superiore a 1,50 metri (in sostanza si è sanato uno degli abusi più comuni). Insomma molti altri punti a favore degli ambulanti.

 

Il post di Andrea Coia su Facebook. In questo post, il presidente della Commissione Commercio festeggia l’allontanamento di Adriano Meloni che definisce l’uomo invisibile. E scrive: “Dopo mesi di nulla con il suo capo staff Costanzo si è iniziato a lavorare sui temi, ma Meloni ha cercato di imporre la sua linea politica pur essendo un tecnico” (in sostanza un assessore che si oppone ad una politica tutta sbilanciata a favore degli ambulanti non può farlo secondo Coia solo perché tecnico!). Aggiunge: “Ha voluto a tutti i costi fare il bando di piazza Navona ignorando i criteri che io e la vice presidente Seccia avevamo voluto dare per dare qualità ai mercati natalizi”. Insomma se la festa era una mezza schifezza la colpa era di Meloni mentre Coia avrebbe voluto darle maggiore qualità! Citando Totò si potrebbe dire: “Ma mi faccia il piacere……!”

Luigi Di Maio con Dino Tredicine

 

L’intervista ad Alfiero Tredicine. RomaToday chiede a Tredicine un giudizio sulla politica della giunta 5stelle al governo di Roma. E il leader degli ambulanti si spertica in lodi: “La direzione del M5S è quella giusta. Non come quella della giunta precedente di Marino. Lui e la Leonori (l’ex assessore al commercio) avevano una visione di totale chiusura e ostruzionismo”. Insomma Raggi e Coia hanno la benedizione di Tredicine che invece è critico nei confronti di Meloni. E – guarda un po’ – Meloni viene allontanato. Non si può dire che questa giunta abbia preso di petto il tema decoro devastato dalle bancarelle.

Solo 1 su 10 verrà spostata. In un articolo interessante pubblicato dal Messaggero lo scorso 30 marzo, Camilla Mozzetti dimostra che si sta facendo di tutto per spostare pochissime bancarelle che ora intralciano il traffico e invadono i marciapiedi. Facciamo un passo indietro: nel 2015 la giunta Marino approva il PGTU, il piano del traffico. Secondo questa norma moltissimi banchi presenti su strade di grande viabilità vanno spostati in strade minori o in aree dedicate e fissa ad aprile 2018 il termine ultimo per gli spostamenti. L’articolo del Messaggero spiega che oggi, aprile del 2018, sono state ricollocate solo 18 bancarelle di via Tuscolana. Tutte le altre sono ancora al loro posto. E ci resteranno perché i piani dei Municipi prevedono lo spostamento di massimo 1 banco ogni 10. Insomma tutto come è ora!

Come dicono i bravi investigatori, quattro indizi fanno una prova. E qui di indizi ce ne sono tanti. Una politica tutta sbilanciata a favore degli ambulanti senza una visione. Nessuno parla di spostamento dei banchi nei mercati rionali per levarli dalla strada. Nessuno è preoccupato del decoro da quarto mondo come non si vede in nessun’altra città. Neanche una parola sulla filiera della merce, sul lavoro in nero sottopagato, sulla concorrenza impossibile da sostenere per i commercianti regolari che pagano tasse e affitti.

Un disastro su tutta la linea. Come purtroppo titolammo il 1 giugno del 2017: “Abituatevi a vivere nel suk per sempre”.

 

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