Collaboriamo alla rinascita di Roma: i rifiuti

Dopo aver provato a dare un primo seguito all’impegno di essere più propositivi con l’amministrazione, dove abbiamo riproposto l’idea di affrontare la manutenzione delle strade con una strategia diversa, proseguiamo parlando del sempre attuale problema dei rifiuti a Roma.

Chiariamo anzitutto che quest’idea di collaborazione è venuta alla Sindaca stessa, laddove subito dopo la sua recente assoluzione ebbe a dichiarare:

Adesso vorrei che i cittadini, tutti, collaborassero alla rinascita di Roma.”.

Noi il tentativo lo stiamo facendo ma dobbiamo dire che finora non abbiamo visto granché cambiamenti di atteggiamento dell’amministrazione nei confronti dei cittadini.

 

Ma veniamo ai rifiuti. Come abbiamo detto riguardo alla manutenzione delle strade, il problema viene da molto lontano e da un movimento che già agli inizi del 2016 si sapeva avrebbe governato Roma ci si sarebbe aspettati un piano da mettere in campo il giorno dopo la vittoria alle elezioni. Purtroppo così non è stato e si è partiti all’inizio con l’assessore Muraro che pretendeva di gestire la raccolta rifiuti semplicemente aumentando gli sforzi di AMA, senza provare minimamente ad incidere sulla produzione dei rifiuti né sui diffusi conferimenti illeciti. Ben presto, vista l’inefficacia di un tale operare, si cominciò a parlare di complotti per disseminare la città di elettrodomestici e si capì che nonostante la grande esperienza maturata proprio a Roma, l’assessore non dava molte speranze di poter cambiare le cose.

Caduta la Muraro si passò alla Montanari, indicata pare direttamente da Beppe Grillo, che salutammo con ottimismo e buone aspettative. Il nuovo assessore si presentò infatti con parole d’ordine nuove, quali anzitutto la necessità di ridurre la produzione di rifiuti a Roma e la volontà di muoversi speditamente verso un’economia circolare, applicando la delibera “rifiuti zero” adottata nel 2014 dall’amministrazione Marino.

Peccato però che queste belle intenzioni siano rimaste allo stato di proclama, perché invece la realtà di due anni di assessore Montanari sono stati all’insegna di una costante emergenza rifiuti sia dal lato della raccolta, drammaticamente deficitaria sia per i cassonetti su strada che per i vari sistemi di porta a porta, che da quello dello smaltimento.

Il disastro della gestione Montanari è dimostrato dalla percentuale di raccolta differenziata che praticamente non ha fatto progressi in questi due anni, passando da circa il 43% al 44% (e sulla qualità del rifiuto differenziato raccolto ci sono fortissimi dubbi), dalla quantità di rifiuti raccolti a Roma che continua ad aumentare, dalla necessità di ricorrere ad altri comuni e regioni per smaltire il grosso dell’indifferenziato romano, con Comune e Regione Lazio che continuano a palleggiarsi la responsabilità di individuare nuovi siti di smaltimento. Che la tendenza sia addirittura verso un ulteriore peggioramento della situazione è dimostrato dal recente fallimento del porta a porta a Torre Angela e Torre Gaia, dove da poco sono stati dislocati di nuovo i cassonetti in strada.

 

Insomma un fallimento su tutta la linea che se sommato agli altri disastri di cui si è resa responsabile la Montanari (verde pubblico abbandonato, Spelacchio, la spiaggetta Tiberis, ecc.) dovrebbero convincere la Sindaca a sostituire quanto prima l’assessore.

Il primo consiglio che quindi ci permettiamo di dispensare è trovare velocemente un’altra figura a cui affidare la responsabilità dell’ambiente a Roma. È un po’ come quando una squadra di calcio va molto male: a prescindere dalle responsabilità reali dell’allenatore, si procede alla sua sostituzione per cercare di dare una svolta a tutto l’ambiente. E questo va fatto a Roma: dare il benservito a Pinuccia Montanari e rimpiazzarla con qualcuno che possa almeno far sperare in un cambio di passo.

 

Altri consigli su come intervenire sul problema rifiuti a Roma li abbiamo documentati negli anni e li riassumiamo qui brevemente:

  • eliminare il sistema dei cassonetti non presidiati in strada, o passando velocemente a sistemi porta a porta ovunque (come in tutte le città civili e come peraltro aveva annunciato la Sindaca ad agosto 2016) oppure adottando il sistema di cassonetti presidiati proposto dalla LILA (Laboratorio Idee Lavoratori Ama); quello che assolutamente va eliminata a Roma è la possibilità di conferire i rifiuti in strada, così da poter facilmente reprimere ogni comportamento difforme;
  • adottare decisamente politiche che portino alla riduzione nella produzione di rifiuti a Roma, come ad esempio vietare l’utilizzo delle piccole confezioni di detergenti negli alberghi oppure la distribuzione non richiesta di voluminosi volantini o cataloghi; ma soprattutto inaugurare strutture e processi che consentano ai cittadini romani di praticare il riuso degli oggetti, laddove ad oggi ogni cosa che non serve più diviene automaticamente rifiuto (nel abbiamo parlato già nel 2015 e poi riportato un esempio svedese);
  • diffondere in tutti i mercati rionali (ma si potrebbe pensare anche ad esercizi commerciali veri e propri) centri del tipo di “NonSonoRifiuti“, dove i rifiuti differenziati vengono pagati, riducendo, seppur minimamente, il conferimento su strada o tramite porta a porta e contribuendo nel contempo a rivitalizzare i mercati;
  • cominciare a sanzionare sistematicamente chi conferisce i rifiuti in strada in maniera scorretta;
  • uscire dall’ambiguità con la Regione Lazio, pretendendo un confronto finalmente franco e pubblico dove ognuna delle istituzioni si prende le proprie responsabilità e contribuisce a delineare una possibile strategia per il trattamento dei rifiuti di Roma.

 

Ovviamente non abbiamo la pretesa di riuscire a disegnare una soluzione complessiva per il problema dei rifiuti a Roma, ma finché le misure di puro buon senso che abbiamo elencato, oppure altre analoghe, non verranno seriamente considerate e magari adottate, la città sarà condannata a rimanere a rischio di un’emergenza rifiuti, oltre che generalmente indecente in tutti i suoi luoghi, da quelli più centrali a quelli più periferici.

 

Vorrà la Sindaca Raggi fornire un cenno di riscontro a questo nostro nuovo timido tentativo? Purtroppo ne dubitiamo, ma continuiamo a provarci.

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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
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