Un pomeriggio della scorsa settimana mi reco in Campidoglio avendo appuntamento all’assessorato alla legalità.
Mentre salgo il colle dal lato del Teatro di Marcello rifletto sull’assurdità di avere un assessorato dedicato a qualcosa che dovrebbe essere pratica comune di ogni istituzione. Ma evidentemente a Roma decenni di distrazione sui fondamenti della convivenza civile hanno portato alla necessità di ripartire dalle fondamenta, provando a ripristinare un accettabile livello di legalità in ogni ambito cittadino.
Arrivato alla base della cordonata decido di passare per la rampa di discesa dei veicoli alla sua destra, così da verificare la situazione della sosta illegale in Campidoglio, cosa di cui mi sono già occupato più volte. E’ allora che mi accorgo del veicolo mostrato nella foto, parcheggiato proprio sotto il cartello di divieto di fermata.
Peraltro il veicolo espone un permesso rilasciato dal Gabinetto del Sindaco che sembrerebbe anche scaduto.
Non è una situazione nuova, avendola già documentata in altri casi, ma continuo a trovarla inaccettabile perché realizzata da chi le norme dovrebbe farle rispettare e tollerata nella principale casa comunale, lì dove dovrebbero provenire gli esempi più virtuodsi per tutta la città.
Mentre sto prendendo le foto mi accorgo di un vigile che sta passando non lontano ed attiro la sua attenzione. Avvicinatosi il vigile gli faccio notare il veicolo in sosta vietata, ricevendo dall’agente una risposta del tipo: “e allora?”. Al che ribadisco il fatto che quell’auto non doveva stare lì chiedendo all’agente di considerare l’eventualità di prendere qualche iniziativa. Per tutta risposta il vigile mi chiede perché sto fotografando il veicolo ed alla mia risposta che lo facevo per mia personale documentazione mi viene chiesto di mostrare un documento. Porgo la mia patente al vigile chiedendoglio nel contempo di fornirmi il suo numero di matricola, al che l’agente mi invita a seguirlo presso il comando. Lo seguo all’interno del palazzo Senatorio, dove sul corridoio incontriamo il comandante in servizio, al quale il vigile riferisce brevemente l’accaduto; vengo quindi condotto all’interno della sala operativa dei vigili, una piccola stanza con una parete ricoperta di monitor che mostrano le varie aree esterne del Campidoglio, dove trovo una decina di agenti non particolarmente indaffarati. Nella sala ci segue il comandante che una volta entrato invita la gran parte degli agenti ad uscire (interpreto la cosa come un tentativo di evitare lo spettacolo poco decoroso di troppi agenti a far nulla, ma può essere una mia illazione gratuita) e si rivolge a me dicendo qualcosa tipo: “eh ma voi dovete capire le situazioni … non è che potete andare in giro a riprendere con i telefonini ed aspettarvi chissà che …”; nessun riferimento alla mia segnalazione né ad eventuali infrazioni o illeciti da me commessi.
Riavuta la patente dall’agente torno a chiedergli il numero di matricola, che questa volta mi viene fornito, ed esco dalla sala e dal palazzo.
Partecipo quindi all’incontro presso l’assessorato alla legalità con una sorta di straniamento, al pensiero dell’immane lavoro che aspetta l’assessore Sabella e le sue persone, se neanche nel cuore della principale casa comunale si ha un’idea decente di cosa significhi il termine “legalità”.
Andando via percorro le strade sul Campidoglio continuando ad incontrare esempi di “parcheggio creativo”.
E dire che della sala operativa dei vigili in Campidoglio la gran parte di queste soste illecite sono visibili sugli schermi del circuito interno ma evidentemente per gli agenti si tratta di cose normali.
Ripasso infine alla fine della rampa di uscita di fianco alla Cordonata e vedo che l’autovettura in divieto non c’è più (probabilmente il proprietario è stato avvertito di spostarla) ma che al suo posto vi sono delle transenne, come a dimostrazione che anche qui la segnaletica è un semplice suggerimento e che lo spazio va occupato fisicamente per non farci sostare i veicoli.
Se a più di un anno dall’insediamento del pur ottimo comandante Clemente stiamo ancora messi così, con agenti ed ufficiali dei vigili che continuano ad operare con metodi che nei decenni hanno consentito quello che la Procura sta scoperchiando (perché è anche grazie all’assoluta irrilevanza dell’azione dell’allora Polizia Municipale o oggi della PLRC che tanti furfanti hanno potuto prosperare impunemente), c’è proprio di che preoccuparsi.
L’impossibilità di far rispettare la più semplice norma a Roma continua ad essere pratica quotidiana, perfino giusto fuori l’ufficio del Sindaco. E se Marino non riesce a risolvere questo problema, o almeno riportarlo entro canoni fisiologici (perché comprensibilmente non saremo mai la Svizzera), qualsiasi sforzo di recuperare Roma a standard di vivibilità accettabili sarà vano. La più perfetta delle norme infatti, se non applicabile, rimane un esercizio del tutto inutile.
A questo punto sarà mia cura documentare con maggior continuità la situazione dell’illegalità in quel del Campidoglio, a costo di farmi identificare ogni volta dai nostri baldi vigili.
29 risposte
…l’autore di questo articolo è la pessima copia di Travaglio…scrive senza documentarsi come in questo caso….
E di grazia: quale razza di documentazione dovrebbe acquisire uno che racconta quello che gli è accaduto personalmente???
Va bene l’interlocuzione ma che sia su basi logiche, altrimenti trattasi di flautolenza mentale.
…non si è informato se il permesso di parcheggiare sul colle capitolino fosse stato prorogato non si è informato se l’autovettura sia stata sanzionata non si è informato se i motorini che ha fotografato fossero regolarmente parcheggiati non si è informato se era in corso un consiglio comunale che giustificasse la presenza di tanti vigili io ho verificato tramite il sito del comune di Roma bè quel giorno era convocata una seduta dell’assemblea capitolina poi dalle sue foto noto la presenza dei dissuasori mobili/pilomat quindi le transenne presumono siano state messe per non far parcheggiare auto sui sensori che si trovano sotto l’asfalto in modo da impedire un cattivo funzionamento degli stessi e poi sinceramente…ha ragione meglio non camminare tra lo smog si venga a fare una corsetta con me a villa borghese così si ossigena…e si attenuano le flautolenze mentali…
Allora,
– se il permesso è prorogato deve mostrarlo, altrimenti come fa un vigile a controllarlo (o date per scontato che tanto non lo controllerà mai?)
– come faccio ad informarmi se l’auto è stata sanzionata? Accesso agli atti per sentirmi rispondere che non ho diritto a chiederlo (già provato)?
– motorini parcheggiati in curva e senza strisce a terra (e sotto i Diorscuri) per me sono in sosta vietata ma su questo non ho certezze nè tempo da perdere ad approfondirlo
– quindi per ogni seduta del consiglio comunale vi sono decine di vigili che bivaccano in Campidoglio mentre la città affoga nel caos? Buono a sapersi e magari a farlo sapere al sindaco
– transenne per evitare che i veicoli parcheggino sopra i pilomat??? Ma le rilegge le cose che scrive prima di inviare i commenti?
Termino con quella che avrebbe dovuto essere la reazione professionale di un vigile capace (e anche non stupido): “Buon pomeriggio signore, io sono l’agente matricola xxx e la ringrazio per la sua segnalazione; non ho con me il libretto dell multe ma sarà mia immediata cura procurarmelo e provvedere a sanzionare il veicolo segnalato.”
E c’è poco da fare gli spiritosi, che la città è allo sbando soprattutto a causa di un corpo dei vigili ancora imbarazzante.
….anche lei è imbarazzante…è facile scrivere senza avere la controparte…magari il vigile si è comportato in maniera corretta ma qui abbiamo solo la sua di versione…se non esiste alcun tipo di segnaletica contraria i motorini li possono stare…se fa l’accesso agli atti come a volte faccio io una risposta le è dovuta sempre…evidentemente visto che ci sono frequenti manifestazioni di protesta sotto palazzo senatorio durante i consigli comunali è necessaria la presenza dei vigili, ma evidentemente lei non legge i giornali o va in Campidoglio solo quando ha degli appuntamenti con gli assessori ( si ricorda del suv parcheggiato proprio dall’assessore alla legalità su un marciapiede del colle capitolino e delle sue scuse?) i pilomat non funzionano se ci si parcheggia sopra o sopra i sensori che li attivano…visto che dice di non aver tempo da perdere (eppure con questo articolo contraddice ciò…visto il tempo impegnato per fare foto ad una macchina per metà in divieto) si occupi di cose più importanti come l’assenza continua dell’amministrazione che non si occupa della nostra amata capitale…
Scialba copia del Tonelli del blog Romafaschifo, questo giornalista (ma poi lo è?) adotta un metodo “divulgativo” tanto banale quanto capzioso. Funziona così. Si prende un tema di sicuro impatto sull’opinione pubblica, un tema noto, alla portata di tutti, il traffico per esempio. Lo si affronta sul campo mostrando quanto il reporter si sporchi le mani andando ad indagare di persona, ammantando così il suo reportage di credibilità e autenticità. Si “aizza” il lettore medio prendendo di mira un lavoratore, il vigile in questo caso, che è un microrganismo di una struttura – la Polizia Locale – che da sempre viene additata come rea della moribonda mobilità di questa città.
Si riduce quindi un problema complesso, ricco di concause, ad elemento monolitico inutile da indagare. Tema articolato, soluzione piatta. Ma non è tutto perché il giornalista si fa martire. Sì, perché viene identificato (cosa del tutto lecita) (di)mostrando ai suoi lettori di aver sofferto per amore della libertà di stampa costituzionalmente garantita.
Sarebbe inappropriato definire questo modus facendi “macchina del fango” perché, a mio modesto avviso, si farebbe torto a quei giornalisti che quella macchina hanno saputo usare così bene. Qui siamo di fronte ad una copia, scialba appunto.
Giornalista?
Da dove deducete che il sottoscritto sia o voglia fare il giornalista?
Siete in grado di dare un significato compiuto ai termini che usate o digitate sulla tastiera pensieri a caso?
Chiaramente è impossibile interloquire su queste basi. Ma finché non offendete i vostri commenti avranno qui cittadinanza.
Il punto interrogativo serviva proprio a chiedere se si trattava di giornalista o meno.
Detto questo, e chiarato che il metodo di “lavoro” è quello suddetto, cerchi di argomentare ed affrontare il tema con rigore e scientificità. Viceversa il rischio è fare chiacchiere da bar
“Affrontare il tema con rigore e scientificità” sono parolone che dicono nulla.
Ribadisco: ho semplicemente raccontato quanto accadutomi, con la massima obiettività possibile. Se la PLRC vuole rettificare o chiarire qualcosa è la benvenuta, ma temo che ci sia ben poco di diverso da dire.
Sono parole normali per chi affronta con onestà intellettuale qualsivoglia tema.
Per parlare con cognizione del problema “traffico” basterebbe documentarsi, studiare le carte, le statistiche e offrire a chi legge anche un’analisi comparativa con altre realtà urbane simili a Roma. Questo richiede tempo, capacità deduttive e obiettività che, mi scusi, nel suo post non emergono in maniera prepotente.
Provi, se le va, a redigere un pezzo più strutturato ed obiettivo. Lo chiedo da lettore anche se, probabilmente, questo non è nemmeno il contenitore adatto per certi tipi di analisi. Peccato.
Scusi Zenigata, ma che c’entra il problema del traffico , le carte, le statistiche, l’analisi comparata con altre realtà urbane e le capacità deduttive con una semplice auto in divieto di sosta giusto fuori dalla sede del Sindaco e con un vigile che invece che prendere atto dell’infrazione reagisce in maniera smodata?
Scusi se glielo faccio notare ma i suoi commenti sono, a mio modestissimo avviso, del tutto fuori scala. In ogni caso rimane padrone di esporsi in una tal fatta. Contento lei …
…l’autore dell’articolo non è un giornalista ( infatti non è iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, facilmente consultabile su internet), ma questo lo si deduceva dalle risposte spocchiose e permalose che da, è un semplice blogger….
Giudizio gratuito il suo per quanto legittimo.
Quello su cui sbaglia senz’altro è invece a qualificarmi come “semplice blogger”; come forse le sarà sfuggito non mi limito a digitare su una tastiera ma mi impegno in prima persona a confrontarmi con i miei concittadini e con le istituzioni per cercare di cambiare le cose in questa disgraziata città. I risultati sono assai scarsi ma apparentemente la cosa non mi ha ancora stancato.
…peccato non avere la versione del vigile lei continua nel suo soliloquio e poi continuo a ripetere si tratta di mezza macchina in divieto da come si evince dalla sua foto che non da nessun fastidio al traffico della città…i problemi di Roma sono altri e non quella macchina…
Ah ecco … mi chiedevo quanto ci sarebbe voluto per arrivare al benaltrismo.
Soliloquio? Quindi rispondendo a lei non sto interloquendo con qualcuno? Così scarsa è la considerazione che ha di sé …
Se lei non coglie l’importanza di quella mezza macchina in divieto di sosta è, ai miei occhi, parte del problema generale di questa città, che ha perso completamente il senso delle regole. Purtroppo temo che non ci siano speranze per quelli come lei, a parte fare in modo che diveniate pian piano una minoranza. Difficile eh, ma vale la pena provarci.
…forse la reazione del vigile era dovuta alla sua di risposta che gli dice che le foto sono per un suo uso personale e non potendosi qualificare come giornalista perchè non lo è e poi non conosciamo quali sono le disposizioni che hanno gli agenti per la sicurezza dei luoghi come il Campidoglio ecc…
…si parla da solo perchè invece di rispondere in maniera educata mostra ancora una volta la sua permalosità…e con questo chiudo
Fuori scala? Si tratta solo di avere una forma mentis capace di affrontare in maniera seria questi temi. L’ho già spiegato più volte nei commenti precedenti: lei ha descritto un’esperienza personale, parzialissima, che vale quanto una chiacchiera da bar!
Rilancio la “sfida”. Vuole o non vuole fare un pezzo serio che analizzi la questione? Vuole o non vuole documentarsi per capire cosa c’è dietro tale fenomeno.
Insomma quello che le chiedo, caro Roberto, è di fare un salto di qualità. Esca dal bar, io l’ho già fatto…
Direi che parliamo due lingue diverse, per cui chiaramente l’interlocuzione è inutile. Dal mio punto di vista il pezzo è serio, misurato e corrisponde a quanto accaduto. Ma evidentemente la sua visione è opposta. Libero di pensarla come crede.
Ho l’impressione che se pure lei sia uscito dal bar deve essere finito in un’osteria, a giudicare dai ragionamenti che abbozza, ma deve dipendere dalle diverse lingue che evidentemente utilizziamo. E comunque anche il nomignolo che si è scelto non invita a prenderla troppo sul serio.
Per quanto mi riguarda possiamo finirla qui. Stia bene.
Ma vede che non argomenta? Mi parla del mio linguaggio ed evade il cuore della questione: i fatti. I cronisti di una volta, quelli veri, rimarcavano l’importanza di decodificare e descrivere la realtà. In un solo termine: “capire”. Ancora una volta, ahimè, lei non risponde alle mie richieste. Liberissimo di farlo ma resterà sempre ad un livello elementare che non aggiunge nulla al dibattito. A meno che non si tratti del nostro famoso bar (od osteria se preferisce) che, comunque, le consiglio di frequentare per uscire dall’alveo di autoreferenzialità in cui si è impantanato.
Buona fortuna. Sinceramente.
PS Anche il commento sul nome Zenigata mi aiuta a qualificarla. Conosce il concetto di (auto)ironia?
…zenigata il sig. Roberto non è un giornalista non essendo iscritto all’albo e nemmeno un cronista è un semplice cittadino benestante annoiato (lo si deduce dal suo profilo nella sezione persone di questo sito, cresciuto in periferia e che ora abita in centro) è facile per ognuno di noi uscire dal portone di casa e vedere macchine parcheggiate sugli attraversamenti pedonali strade e marciapiedi pieni di buche cassonetti pieni e strade sporche, muri imbrattati fotografare il tutto e metterlo su internet scrivendo due righe qualunquiste e il sig Tomassi lo fa non avendo altro da fare durante il giorno…il problema è che non accetta il contraddittorio e risponde alle critiche divagando con le sue flautolenze mentali e le visite a bar e osterie di cui il centro è pieno…forse ha la soluzione al tutto e non ce lo dice chissà magari alle prossime elezioni sarà candidato sindaco e risolverà tutti i problemi della nostra amata capitale…
È interessante notare come lupin e zenigata abbiano bisogno di questo spazio per dialogare.
Benestante, annoiato e senza nulla da fare sono sue illazioni gratuite, peraltro tutte sbagliate, ma d’altronde lei ha già dato prova di non essere un’aquila (per sua curiosità, abito in centro ma pagando un affitto miserrimo).
Riguardo il contraddittorio, credo di avergliene concesso fin troppo. Stia bene anche lei.
Caro Lupin lo status socio-economico del suddetto blogger non ha alcuna importanza. Molta ne ha l’incapacità di articolare un ragionamento compiuto e strutturato che, invero, mi ha molto divertito mettere in evidenza.
La mancanza di idee diventa il più potente boomerang per questo genere di persone.
chapeau
Le idee ci sono e sono chiarissime.
Come chiarissime sono le vostre, e l’obiettivo ancora più chiaro: giustificare lo schifo in cui la PLRC ha contribuito a sprofondare Roma.
Ma non vivete anche voi qua con le vostre famiglie? Ma non vi vergognate a far crescere i bambini in questa città para-mafiosa dove chi ha i contatti, chi alza la voce o chi mena vince? Ma che messaggi volete trasmettere?
Mettersi a cavillare per difendere un’auto in divieto di sosta…ma non vi pare assurdo? Ma che c’è da capire, da approfondire, di quale contraddittorio secondo voi c’è bisogno?
Per applicare una regola serve un contraddittorio, bisogna capire, approfondire? Si applica e basta. Un agente non applica una regola che è tenuto ad applicare? A casa. Gliel’ha detto il suo superiore di farlo? A casa anche lui. Troppo semplice?
Grazie Antonio Privitera. Cominciavo a temere di essere l’unico marziano a ragionare in maniera lineare su queste pagine (resto della redazione a parte).
Tempo fa un bravo comandante della PLRC mi citò l’espressione “vigile senza quartiere”, contrapponendola alla controversa figura del “vigile di quartiere”, sottolineando come a suo avviso un vigile non debba fare tanti ragionamenti o sentire giustificazioni: se rileva la violazione di una norma la sanziona, punto!
Evidentemente quel comandante deve avere vita difficile nella PLRC.
Riflettevo poi che il Zenigata di queste commenti è pur sempre un ispettore, magari non solo nel nomignolo che si è scelto, nel qual caso sarebbe la migliore dimostrazione di come l’inefficacia della PLRC dipende dalla totalmente incorretta impostazione che i dirigenti danno alle attività degli agenti. Come dire, il pesce puzza sempre dalla testa.
…appunto perchè abito in questa città penso che tutto il polverone che il sig.Roberto ha alzato per mezza macchina in divieto e che non da nessun fastidio alla circolazione della città sia l’ultimo dei problemi della nostra amata capitale…visto che si occupa della Plrc si occupi di argomenti più importanti tipo della prevenzione sanitaria ci dica quanti vigili ogni anno si ammalano e purtroppo muoiono di cancro ci dica perchè la legge regionale sul vigile di prossimità non è mai stata applicata ci dica come fanno i pochi vigili in organico a controllare tutto il territorio di Roma occupandosi di incidenti, commercio fisso e ambulante, edilizia, traffico veicolare, senza fissa dimora, sorveglianza dei campi nomadi, affissioni e pubblicità ed altre incombenze con soli 5900 agenti suddivisi su quattro turni per coprire le 24 ore della giornata ci dica se si tratti di miracoli ci dica sig.Roberto perchè tutte le responsabilità ricadono sui pizzardoni parliamo anche della maleducazione dei cittadini/automobilisti o della mancanza di organizzazione dell’amministrazione e di chi deve gestire il corpo della polla polizia locale…parli anche dei 20mila e più sequestri di materiale contraffatto effettuati solo nell’ultimo weekend ne hanno parlato tutti i giornali tranne il suo sito…
“… mezza macchina in divieto e che non da nessun fastidio alla circolazione della città …”.
Lei continua a non cogliere il punto e non sarò certo io a perdere altro tempo a cercare di spiegarglielo.
Posso invece informarla che su queste pagine difficilmente leggerà quello che scrivono tutti gli altri giornali, anche perché troppo spesso le cose importanti sui giornali non ci finiscono. E le innumerevoli auto in sosta vietata che quotidianamente infestano il colle del Campidoglio sono una di queste cose importanti, anche se lei non riesce a coglierla questa importanza.
….finalmente siamo d’accordo finiamola qui…comunque dovrebbe fare il politico se già non lo è visto che non risponde mai alle critiche ma aggira gli argomenti attaccando…
Lupin, sa benissimo che il problema non è la mezza macchina in divieto, ma le migliaia di macchine in divieto a Roma, che sostano praticamente impunite anche perché la PLRC (o chi per lei) ha deciso che certi compiti (tipo la repressione della sosta selvaggia) può anche non svolgerli.
In secondo luogo, in Italia vigono certe regole fastidiose che si chiamano leggi, che guarda un po’ non sono casuali, ma servono a tutelare persone e/o principi (la gran parte delle volte almeno). E gli agenti della PLRC sono assunti per applicare delle regole, e non perché ai cittadini fa piacere pagare stipendi.
Se c’è divieto è perché esiste una legge che si chiama Codice della Strada. Se si multa è perché l’auto in sosta viola il CdS, non perché “dà fastidio”.
Non è che a Roma gli automobilisti sono maleducati NONOSTANTE la PLRC, sono maleducati ANCHE GRAZIE alla PLRC che non fa il suo lavoro. A forza di abbozzare avete creato un mostro, e sarà difficile ritornare alla normalità, impossibile con questo atteggiamento.
E la storia dei compiti aggiuntivi ha scocciato: decine di cittadini segnalano auto in sosta ai vigili in pattuglia (che non stanno svolgendo gli altri compiti citati prima) e vengono ignorati o peggio, come in questo caso. Senza segnalazioni poi, la PLRC proprio non si muove.