Con lo slogan Basta Raggi sfilano in 400 lungo il Tevere. “Siamo stanchi dello sfascio”

 

 

Siamo lontani dai numeri della manifestazione in Campidoglio di un anno fa, ma nel frattempo molte cose sono cambiate. Il movimento si è spaccato al suo interno e le voci contrarie alla giunta Raggi si sono moltiplicate, disperdendo le energie.

Ciò nonostante la passeggiata di protesta di ieri sul Lungotevere è un segnale di scontento che non va sottovalutato. La Sindaca non si deve illudere di avere la capitale dalla sua parte per il sol fatto che in corteo ci fossero 400 persone. Perché solo 24 ore prima la città era stata paralizzata da una sciopero che ha segnato una spaccatura netta: per la prima volta quello zoccolo duro che aveva votato e sostenuto i 5Stelle (dipendenti comunali, delle municipalizzate, esponenti dei sindacati di base) ha voltato le spalle all’amministrazione. La giudicano incapace e paralizzata.

Ecco allora che il corteo di Tutti per Roma, inneggiante allo slogan Basta Raggi, si è aggiunto come un altro piccolo colpo di piccone contro la traballante giunta. Non saranno queste persone a far dimettere la Sindaca, ma sono in molti a chiedersi se si può andare avanti così per altri 18 mesi senza alcuna svolta. E’ molto difficile trovare qualcuno che sia soddisfatto del lavoro che sta svolgendo questa amministrazione. Forse uno zoccolo duro di sparuti grillini, ma il resto di Roma è schierato con nettezza contro, perché si rende conto che mai il degrado era arrivato a tanto.

Nella storia recente di Roma non si era mai verificato che il verde pubblico non avesse alcuna manutenzione per tre anni di seguito perché la macchina capitolina è ingolfata al punto da non far partire dei bandi di gara. Mai era successo che tre fermate della metro restassero chiuse a tempo indeterminato perché le scale mobili non vengono riparate. Per non dire dei rifiuti (la responsabilità è della Sindaca che non ha voluto individuare un’area per un impianto di trattamento), dei trasporti e delle infrastrutture con lo scioglimento incauto di Roma Metropolitane che rischia di far perdere 450 milioni di finanziamenti.

Insomma un disastro su tutta la linea che ora i romani vedono chiaramente. Se lungo il Tevere ieri c’erano 400 persone e non 400 mila è solo perché la protesta e il malcontento vanno incanalati mentre adesso si disperdono in tanti rivoli. La politica ufficiale non sembra in grado di costituire una valida alternativa col Pd troppo contiguo ai 5Stelle per l’accordo nazionale; con Salvini che la butta solo su temi che non hanno vero rilievo come la sicurezza e gli immigrati, quando i problemi di Roma sono tutt’altri. Ecco che i movimenti spontanei del tipo di Tutti per Roma sono utili per rappresentare chi oggi non trova un riferimento.

 

“Basta Raggi” era scritto sulle magliette bianche che hanno indossato tutti i manifestanti. Ma il senso era basta degrado, basta incompetenza. Hanno scelto il Tevere perché simbolo dell’abbandono: “Il fiume unisce i quartieri ricchi e la periferia – ha spiegato Emma Amiconi portavoce di Tutti per Roma – e quindi i cittadini agiati e quelli meno abbienti. Anche il Tevere è una ricchezza che non viene sfruttata”.

Gli organizzatori hanno voluto anche presentare proposte concrete che si possono trovare in questo post della loro pagina Facebook, ma l’obiettivo era far sentire la voce delle associazioni, dei comitati e di chi semplicemente ritiene che Roma meriti di più.

Il problema resta perché la Raggi difficilmente farà un passo indietro prima della scadenza naturale del mandato, a maggio del 2021. Nel frattempo all’orizzonte non si vede un uomo o una donna capace di aggregare e costituire una valida alternativa.  E questi lunghi anni lasceranno un segno indelebile, ricordati – insieme ad Alemanno – come i peggiori del dopoguerra.

 

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