E’ uno degli appalti più importanti che il Campidoglio dovrà assegnare nei prossimi anni. Ben un miliardo di euro per l’affidamento di 100 linee di bus ad un gestore privato che aiuti Atac a trasportare i passeggeri verso le periferie. Il Comune ha finalmente predisposto il bando con tre anni e mezzo di ritardo, durante i quali l’attuale gestore, Roma Tpl, ha operato in regime di proroga.
E’ una storia travagliata questa delle linee periferiche, combattuta tra ricorsi e scioperi bianchi che hanno danneggiato i pendolari costretti a infinite attese alle fermate. Molti se la prendono con Atac e neanche sanno che in questo caso la Municipalizzata non ha colpe. I bus, infatti, sono indistinguibili e sul fianco hanno la livrea dell’azienda comunale sebbene facciano capo ad un consorzio privato.
Si tratta di oltre il 20% dell’intero trasporto di linea a Roma che da maggio del 2018 è rimasto nelle mani dello stesso consorzio con ben quattro proroghe. L’assessorato ai trasporti non ha nascosto il suo imbarazzo per aver sbagliato il bando tre volte e in maniera clamorosa. In una prima versione era stato indicato un sito web comunale inesistente, nella seconda si erano dimenticati due zeri ad alcune cifre, nella terza l’importo totale dell’appalto era calcolato su un anno anziché sugli otto del contratto. Un pasticcio che ha permesso a Roma Tpl di proseguire con affidamenti diretti dal valore di 123 milioni l’anno. Ma non basta, un quarto bando fu bocciato da Tar e Consiglio di Stato perché conteneva condizioni palesemente a favore del gestore uscente.
Il nuovo bando, pubblicato da alcune settimane, sembra non contenere errori clamorosi e – salvo soprese – le buste verranno aperte l’11 febbraio mentre il nuovo operatore dovrebbe entrare in servizio circa nove mesi dopo. Grazie anche al lavoro svolto da Mercurio Viaggiatore abbiamo notato che il nuovo bando contiene alcune differenze fondamentali rispetto all’appalto in corso.
In primo luogo sarà diviso in due lotti, est e ovest, da 50 linee ciascuno. Ogni concorrente potrà aggiudicarsi un solo lotto o entrambi. Per ogni km effettuato dal vincitore, Il Comune pagherà una cifra più alta del 15% rispetto all’attuale: 4,15 euro per il lotto est e 4,08 euro per quello ovest. Tranne i dirigenti, tutto il personale della Roma Tpl dovrà essere assunto dal nuovo gestore, mentre gli autisti dovranno vendere i biglietti a bordo con un prezzo maggiorato.
I bus dovranno essere almeno Euro5 e l’età media della flotta non dovrà superare i 9 anni. Entro la fine del contratto, l’80% dei mezzi dovrà essere dotato di cabina di sicurezza e di contapasseggeri che trasmetta in tempo reale il numero di utenti a bordo, accessorio assai utile non solo in periodi di pandemia.
L’attuale gestore ha offerto, soprattutto negli ultimi anni, un servizio assai scadente con una percentuale di corse programmate e non erogate superiore al 13% e per questo ha dovuto pagare penali salate al Comune (circa 4,3 milioni l’anno, ovvero 10 euro per ogni corsa saltata). Il nuovo capitolato prevede penali progressive: più il servizio si degrada e più alte saranno le multe.
Oltre a Roma Tpl che dovrebbe ripresentare la propria candidatura, tra i concorrenti più probabili ci saranno Busitalia Sita Nord, Autoguidovie Spa, Gtm srl e Società Italiana Autoservizi Spa che in passato avevano presentato ricorsi contro i bandi scritti male dal Campidoglio. C’è da sperare che una gara agguerrita porti ad una maggiore puntualità dei mezzi oltre a una flotta più giovane ed efficiente.