Un paio di settimane fa il Sindaco Sala ha annunciato il piano che Milano intende adottare per eliminare progressivamente i veicoli diesel dall’intero territorio cittadino.
In estrema sintesi tale piano prevede che già da gennaio 2019 i veicoli diesel euro 0, 1, 2 e 3 dal lunedì al venerdì non potranno accedere in città. Ad ottobre 2019 il divieto verrà esteso ai veicoli diesel euro 4, nel 2024 ai diesel euro 5 ed infine nel 2025 a tutti i veicoli diesel, qualsiasi sia la classe di inquinamento.
Si direbbe un piano aggressivo, almeno per quanto riguarda le motorizzazioni più inquinanti, che verranno bandite dalla città tra poco più di 6 mesi!?! Per i diesel euro 5 e 6 la previsione sembra invece fin troppo permissiva, anche se non si può escludere che le scadenze più lunghe vengano accorciate, magari una volta preso atto che il parco auto diesel cittadino è ridotto al lumicino.
Che si sia d’accordo o meno con la tempistica scelta, è indubbio che Milano si sia fornita di un piano chiaro e realistico per raggiungere l’obiettivo di eliminare le motorizzazioni diesel dal perimetro cittadino. L’aspetto più importante di una decisione del genere è che fornisce ai cittadini un quadro certo sulla base del quale prendere decisioni di medio lungo termine. Chi infatti ha un veicolo diesel tra quelli più inquinanti sa che entro gennaio dell’anno prossimo dovrà sostituirlo o farne a meno, mentre chi sta valutando di acquistare un autoveicolo ha un’indicazione chiara di evitare la motorizzazione diesel.
Visto quanto appena deciso da Milano, passiamo a vedere come sta messa Roma sullo stesso tema. Anche nella Roma a trazione M5S infatti sono state prese decisioni importanti in materia di limitazione dei motori diesel, peccato che come al solito lo si sia fatto “alla romana” (o se si preferisce “alle vongole”).
In uno slancio ecologista, complice probabilmente la lunga trasferta, il Sindaco Raggi lo scorso febbraio da Città del Messico annunciò la decisione di vietare la circolazione dei veicoli diesel nel centro cittadino a partire dal 2024. L’annuncio fu fatto nell’ambito della conferenza C40 Women4Climate ed ebbe una considerevole eco, peccato che esso non fu fatto seguire da nessun altra comunicazione o spiegazione su come una tale misura verrà attuata, se per gradi o tutti insieme, e soprattutto cosa ne sarà del resto della città, non potendo pensare che il Sindaco abbia a cuore solo la salute degli abitanti del centro storico.
Un tale modo di procedere induce a pensare che quell’annuncio fu fatto per motivi puramente propagandistici, tanto per guadagnarsi la patente di Sindaco ecologista ma senza realmente tenerci alla cosa né avere contezza di cosa una tale misura possa comportare.
Considerata l’ampiezza del centro storico di Roma, tra i più grandi al mondo, come potrà svolgersi ad esempio la movimentazione delle merci visto che essa si basa interamente su mezzi diesel? E come fare con i mezzi del trasporto pubblico che proprio l’attuale amministrazione sta sostituendo continuando a comprare solo motorizzazioni diesel?
A rendere ancora più grave il dilettantismo che dimostra il Sindaco Raggi sui temi ambientali vi è il fatto che recentemente ella ha partecipato in prima persona ad una campagna di misurazione della qualità dell’aria a Roma da cui è emerso un grave livello di inquinamento causato proprio dalle motorizzazioni diesel.
Alcuni importanti elementi ci sarebbero quindi per lavorare ad un piano che in tempi certi e tappe realistiche porti all’eliminazione dei motori diesel dall’intero territorio di Roma. Peccato che continuino a mancare un minimo di capacità organizzativa ed una visione della città che vada oltre l’orizzonte settimanale, quando non giornaliero.
P.s.: sul fatto che i motori diesel siano i più inquinanti ci sarebbe da discutere, ma rimane il fatto che una volta deciso che vadano banditi ci si attrezza in maniera credibile. A Milano l’hanno fatto mentre a Roma si continua a cincischiare.