Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi

Emanata finalmente l'ordinanza a contrasto delle OSP abusive, ma riguarda solo quelle totalmente abusive e il solo sito UNESCO. Contro la malamovida invece si chiudono i minimarket e ci si affida all'amico Frank

L’invasività delle Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) a Roma data da decenni, grazie a normative e controlli del tutto inefficaci.

A seguito del COVID il governo nazionale emanò delle norme per consentire un temporaneo (si pensava) maggior utilizzo del suolo pubblico per garantire il distanziamento delle persone; purtroppo a Roma quelle disposizioni furono applicate nella maniera peggiore, decretando nei fatti una totale deregolamentazione. quella che noi chiamammo “far west”.

La normativa emergenziale di Roma ha infatti previsto che gli esercenti potessero presentare delle nuove richieste di OSP, per ampliare occupazioni esitenti o per ottenerne di nuove sulla base delle norme COVID, potendo contemporaneamente allestire gli arredi; gli uffici comunali avrebbero poi verificato le domande e segnalato eventuali difformità. Peccato che di domande a Roma ne furono presentate molte migliaia, la stragrande maggioranza delle quali nel Municipio I, con conseguente impossibilità per gli uffici commercio e per la Polizia Locale di fare qualsiasi controllo.

Da allora, era maggio 2020, si è definitivamente perso il controllo del territorio, soprattutto nel centro di Roma, dove insiste la maggior parte delle OSP.

Se l’amministrazione Raggi non ha neanche pensato di porre rimedio al disastro creato, l’amministrazione Gualtieri si è mostrata fin da subito del tutto impreparata ad affrontare il problema, e infatti fino a qualche giorno fa l’unico provvedimento preso era stata una presunta task force a contrasto dell’abusivismo che però ha avuto un’efficacia praticamente nulla: a dispetto infatti di molte centinaia di verbali elevati dalla Polizia Locale per OSP a vario titolo abusive, la situazione delle strade romane, particolarmente nel centro storico, è ancora da far west.

Preso atto di tale inefficacia, il sindaco Gualtieri due giorni fa ha emanato un’ordinanza che, nelle intenzioni dell’amministrazione capitolina, dovrebbe “… contrastare in modo più efficace nel Sito Unesco le occupazioni abusive di suolo pubblico funzionali all’attività commerciale.

Della necessità di un intervento drastico per contrastare le OSP abusive ne parliamo su queste pagine da inizio anno, preso atto della sparizione della bozza di nuovo regolamento OSP che lo stesso Gualtieri aveva presentato in pompa magna a novembre 2023.

Abbiamo continuato a parlare della necessità di un’ordinanza a marzo, rilanciando le denunce su “tavolino selvaggio” della stampa romana, e quindi ad aprile, denunciando il balletto di responsabilità tra governo nazionale e amministrazione capitolina.

 

Ora finalmente l’ordinanza è stata emanata ma, come si suol dire, la montagna ha partorito un timido topolino. L’aggravio di sanzioni (10 giorni di chiusura dell’attività) è stato infatti previsto solo nel caso di OSP totalmente abusive ricadenti nell’ambito del cosiddetto “sito UNESCO“, ossia sostanzialmente il territorio all’interno delle mura aureliane.

Per le OSP difformi dalla concessione, tipicamente quelle che occupano più del dovuto, o per quelle esterne all’area UNESCO non cambia nulla!?!

Inoltre né nel provvedimento, né nelle comunicazioni che lo hanno presentato si fa cenno a potenziamento degli uffici responsabili del contrasto alle OSP abusive, tipicamente la Polizia Locale e gli uffici commercio, soprattutto del Municipio I. Eppure è notorio che una delle maggiori cause dell’inefficacia del contrasto all’abusivismo è l’impossibilità per gli uffici preposti di lavorare le pratiche sanzionatorie, rendendo molto spesso inutili i verbali elevati dalla Polizia Locale.

A marzo di quest’anno scrivevamo:

Serviranno questi articoli a dare una svegliata all’amministrazione capitolina?

Temiamo di no, ma se dalle parti del Campidoglio qualcuno volesse rimboccarsi le maniche ci permettiamo di suggerire i seguenti passi, in ordine di priorità:

– ordinanza del sindaco che renda più veloci ed efficaci le sanzioni per le OSP abusive (la fece addirittura il sindaco Alemanno a suo tempo),

– rafforzamento dei gruppi amministrativi della Polizia Locale per effettuare i controlli,

– rafforzamento degli uffici commercio, soprattutto quello del Municipio I che deve gestire i due terzi di tutte le attività produttive di Roma ed è drammaticamente sotto organico da sempre,

– approvazione quanto prima del nuovo regolamento OSP, curando particolarmente l’efficacia delle procedure sanzionatorie.

 

Fatta l’ordinanza, per quanto incredibilmente limitata, il sindaco dovrebbe occuparsi urgentemente degli altri due punti, ovvero il potenziamento immediato degli uffici preposti al contrasto dell’abusivismo.

Vi è quindi l’approvazione del nuovo regolamewnto OSP a cui lavorare con celerità, soprattutto per dare una base solida ad un finalmente efficace sistema sanzionatorio, stante che quello attuale ancora si basa su ordinanze sindacali emanate dodici anni fa!?!

 

 

Spendiamo infina poche parole sulla recente iniziativaRoma Capitale per la #buonamovida”, con cui “Roma Capitale intensifica le misure di contrasto al fenomeno della “malamovida“.

Secondo l’amministrazione la malamovida si contrasta mantenendo la chiusura dalle 22 alle 5 degli esercizi di vicinato del settore alimentare (i cosiddetti mimarket) e con la campagna di comunicazione ‘L’amico Frank & il Drunk Friend rescue kit’ che “… sarà diffusa attraverso affissioni, social e messaggi che raggiungeranno ragazzi e ragazze tra i 12 e i 18 anni, frequentatori abituali di bar, locali notturni ed eventi serali.

 

La malamovida sconfitta dai minimarket chiusi e dall’amico Frank è cosa che, pensiamo, si commenti da sé.

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