A luglio di quest’anno, dopo il tragico attentato di Nizza, avevamo parlato di come Roma sia piena di luoghi dove a grandi assembramenti di persone si unisce la presenza di veicoli in movimento.
Quanto accaduto l’altro giorno a Berlino ci porta a tornare sull’argomento, dovendo prendere atto che a Roma gli avvertimenti evidentemente non servono e tutti cadranno dalle nuvole quando l’eventuale tragedia dovesse verificarsi.
La compresenza di persone e veicoli negli stessi luoghi rappresenta la violazione di una delle regole base della mobilità, quella che prevede una quanto più possibile netta separazione tra le diverse componenti del traffico, dedicando a quelle più deboli, essenzialmente pedoni e ciclisti, spazi riservati.
Purtroppo a Roma vi è una conformazione delle strade, soprattutto in centro storico, che è il portato di interventi stratificatisi nei secoli, privi di una qualsiasi visione d’insieme. Il risultato è un’area centrale enorme dove la gran parte delle strade dovrebbero essere esclusivamente pedonali ma in cui una misura del genere è inapplicabile in assenza di soluzioni alternative per la mobilità delle persone e la movimentazione delle merci.
Tutti coloro, e sono sempre di più, che chiedono a gran voce la pedonalizzazione completa del centro storico di Roma, non si rendono evidentemente conto che una tale misura è praticabile al momento solo lasciando la possibilità di circolare ai mezzi commerciali, taxi/NCC, veicoli a servizio di disabili, mezzi AMA e di soccorso, veicoli diretti ad aree interne ai fabbricati, ecc. In pratica vi sarebbero diverse migliaia di veicoli che dovrebbero poter circolare in centro storico, con possibilità scarsissime di controllo, realizzando una ennesima colossale pedonalizzazione “alla romana”, simile a quelle che si possono apprezzare a piazza Farnese, piazza Borghese, le tante strade del Tridente, ecc.
Stante quindi la pratica impossibilità di evitare la commistione tra veicoli e pedoni, vi sono a Roma luoghi dove tale compresenza assume caratteri che possono far temere il verificarsi di attentati come quelli di Nizza e Berlino. Diverse sono le tipologie di tali luoghi.
Aree teoricamente pedonali che però vengono sistematicamente invase da autoveicoli in base alla regola, tutta romana, che la segnaletica stradale a Roma viene considerata un puro suggerimento, potendo l’autista di volta in volta interpretarne il significato e piegarlo alle proprie esigenze; sommo esempio in tal caso fu l’enorme pullman che si ritrovò a piazza di Spagna e si diresse in via Condotti, senza che nessuno si sia anche solo sognato di fermarlo per tempo (c’è da scommettere che qualsiasi vigile l’avesse visto avvicinarsi debba aver pensato che evidentemente il mezzo era autorizzato all’accesso e che in fondo quella era una rogna da cui tenersi alla larga).
Strade e piazze di transito che però risultano sistematicamente invase da frotte di pedoni; gli esempi più evidenti sono via del Corso, dove anche nell’ultima ristrutturazione ci si è ostinati a lasciare dei marciapiedi ridicoli consentendo la sosta selvaggia ed obbligando i pedoni ad utilizzare la carreggiata, e via dei Condotti, che pochi sanno non essere più totalmente pedonale dall’istituzione dell’Isola Ambientale del Tridente (e quando i varchi del settore “A1” della ZTL sono disattivi la strada può essere percorsa da tutti i veicoli).
Occupazioni di Suolo Pubblico su carreggiata, molto diffuse in centro storico, che espongono decine (centinaia?) di persone ad essere quasi sfiorate dai veicoli in transito, complice il malcostume dei locali di occupare tutto il possibile fregandosene delle norme ma soprattutto della sicurezza dei loro clienti; esempi eclatanti in via Mario de’ Fiori …
… ma soprattutto in via della Vite, dove la stragrande maggioranza dei tavolini sono totalmente abusivi, con l’aggravante che alcuni dei locali sono stati sequestrati alla criminalità organizzata ed ora gestiti da curatori giudiziari, che però occupano lo stesso illecitamente la strada!?!
Mercoledì c’è stata la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e c’è da scommettere che i problemi su esposti non si saranno neanche sognati di affrontarli. Anche perché per sperare di risolverli c’è da cominciare a far rispettare la legge a Roma e questo rappresenta un problema per il commercio, che si lamenterebbe di non poter più lavorare, per i cittadini, che la vivrebbero come una costrizione inaudita, per i vigili, che sono i primi ad interpretare ogni volta le norme anziché applicarle e basta.
In conclusione, siamo pronti a scommettere che anche dopo la tragedia di Berlino a Roma nulla cambierà veramente, avendo tutti l’interesse a pestare meno piedi possibile, inclusa l’attuale maggioranza che, a dispetto degli slogan sul “cambierà tutto”, appare essersi installata nel solco della continuità con tante amministrazioni precedenti.