La sostituzione dei sampietrini con l’asfalto è una di quelle cose che riescono a dividere la città a metà, con i nostalgici che difendono a spada tratta una pavimentazione ormai considerata tradizionale a Roma, nonostante i notori problemi di manutenzione, e l’altra fazione che invece vorrebbe finirla con i disagi ed i pericoli derivanti dai sampietrini, passando ovunque possibile al più confortevole asfalto. Chiaramente nella realtà romana le ragioni non riescono a stare mai tutte da una parte ma si incastrano con le specificità cittadine per cui, ad esempio, non è assolutamente detto che l’asfalto sia meno dissestato dei sampietrini, come innumerevoli voragini per le strade romano testimoniano, oppure che la manutenzione dei sampietrini sia più costosa, perché mettendoli bene pare durino molto più dell’asfalto.
Comunque sia, l’amministrazione in via di dissoluzione aveva annunciato la progressiva sostituzione dei sampietrini in molte strade cittadine e la cosa sta procedendo. Vi è comunque un tratto di strada in centro dove tutti dovrebbero essere d’accordo nel sostituire i sampietrini con l’asfalto, magari anche fonoassorbente: si tratta del traforo Umberto I, la galleria che passa sotto il Quirinale e collega via del Tritone con via Nazionale. Attraversare a piedi il traforo è infatti un’esperienza penosa soprattutto per il frastuono generato dai veicoli che lo percorrono spesso a velocità sostenuta. La pavimentazione a sampietrini amplifica il rumore dei motori e quello generato dagli pneumatici sul selciato, rendendo davvero fastidioso il transito dei pedoni nella galleria. E dire che la pavimentazione del traforo è stata rifatta solo nella passata consiliatura, ma evidentemente i geni che erano al potere al tempo non avevano alcun interesse a fare dei lavori che avessero una qualche razionalità, tutti concentrati a spendere più soldi possibile a prescindere. Oltre che a valutare un fondo stradale che attenuasse il frastuono dei transiti, ci sarebbe stato anche da ampliare i marciapiedi, che oggi appaiano ridicoli rispetto all’ampiezza della carreggiata, oltre che a provvedere a pavimentarli con qualcosa di più decente che l’asfalto. Ma, come detto, nella passata legislatura in Comune si sa ormai bene che vigevano ben altre logiche che la buona amministrazione.
Purtroppo temiamo che con la carenza di risorse denunciata ad ogni pié sospinto dall’amministrazione, per di più con tutti i problemi relativi alle procedure di bando che sembra non riescano a far partire, l’intervento che auspichiamo non è proprio alle viste. Pensiamo però che sia il caso che qualcuno si annoti l’esigenza di cambiare il fondo del traforo, così che la prossima volta che si troveranno i soldi per intervenirvi non lo si rifaccia bovinamente.
P.s.: immaginiamo ci sarà più d’uno che storcerà la bocca perché i sampietrini si accordano meglio con lo stile della galleria, ma se pure fosse qui parliamo di rendere un’importante tratto di strada fruibile in maniera accettabile dalla componente pedonale. Semmai che siano ampliati i marciapiedi e si crei lì un fondo che ben si accordi con lo stile della galleria.