(da IMMAGINI RICORDI MEMORIE DEL PASSATO DELLA REGIONE LAZIO)
Questa foto non risale a chissà quanti secoli fa; è solo del 1864, pochi anni prima della presa di Roma da parte del Regno d’Italia e dell’inizio della sua trasformazione.
Al tempo gli abitanti erano meno di 230.000 e per adeguare la città al suo nuovo ruolo di capitale nel 1873 venne varato il primo Piano Regolatore, che prevedeva la costruzione di grandi edifici rappresentativi, quartieri di abitazione per i burocrati della nuova amministrazione e ampie strade di collegamento. Da lì partì la cosiddetta Roma Umbertina (da Umberto I, re d’Italia tra il 1878 ed il 1900) del rione Esquilino, con la rappresentativa piazza Vittorio, di via Vittorio Veneto, via Nazionale, piazza Cavour, ecc.
Purtroppo l’espansione della città non è stata sempre informata a progetti organici come quelli di cui sopra, che pur portarono alla distruzione della corona di ville e giardini che al tempo circondava la città.
È un dato di fatto che a Roma durante tutto il secolo scorso si è costruito troppo ma soprattutto molto male. Paradossalmente ciò oggi potrebbe rappresentare un’opportunità per l’asfittica economia romana, con innumerevoli occasioni di sostituzione di stabili brutti e malfatti con nuove costruzioni belle e sostenibili. La cosa può essere fatta con vantaggi da parte di tutti ed un formidabile stimolo al settore edilizio, che così potrebbe tornare a fare da motore per l’economia smettendola di consumare inutilmente nuovo suolo.
Si può chiamare rigenerazione urbana e nella passata legislatura c’è stato anche un assessore che si è chiamato con quel termine, avendo peraltro ben figurato nei numerosi e complicati progetti in cui fu coinvolto o che volle promuovere.
Ci sarà qualcuno che nell’attuale campagna elettorale, che definire spenta è dir poco, affronterà un tema del genere?
Tornare allo stato mostrato dalla foto sopra non è purtroppo pensabile, ma migliorare drasticamente l’aspetto e la vivibilità di tanti quartieri di Roma è cosa possibile ed anzi indispensabile, a patto di trovare qualcuno in grado almeno di immaginarlo.