A fine settembre siamo stati i primi a dare la notizia della disattivazione delle fototrappole che tanto erano state efficaci nel contrasto all’abbandono dei rifiuti in strada. Il bando per la gestione delle relative videocamere era in realtà scaduto a fine luglio, ma l’amministrazione capitolina era stata molto brava a tenere la notizia riservata.
Ovviamente né l’assessore Alfonsi né tantomeno il sindaco Gualtieri hanno sentito il bisogno di dare spiegazioni su questo passo falso nella lotta agli sversatori.
Dopo di noi ne hanno parlato Romatoday e Il Fatto Quotidiano, ma anche il quel caso dal Campidoglio silenzio di tomba. In quell’articolo accennammo al malcontento che si stava sollevando in città sia per la perdita delle fototrappole, sia per le voci di uno smembramento del Nucleo Ambiente e Decoro (NAD) della Polizia Locale di Roma. Nel frattempo si era infatti sparsa la notizia che il NAD, nucleo della Polizia Locale (PL) fin dall’inizio posto alle dipendenze del Gabinetto del Sindaco, era stato smembrato ricollocando gli agenti nell’ambito dei gruppi municipali della PL.,
Dopo la storia delle fototrappole, la sostanziale cancellazione del NAD è stata presa molto male da moltissime associazioni di cittadini che con quegli agenti hanno interagito per anni, trovando una professionalità e, soprattutto, una capacità di ascolto mai viste nei rapporti con tutti gli altri vigili romani.
Ma come, si sono chiesto in moltissimi, tu amministrazione capitolina hai un nucleo di agenti della PL che fanno un lavoro enorme, con una produttività mai vista a Roma, e soprattutto che sono apprezzati e portati ad esempio praticamente da tutti, e che fai? Smantelli una tale invidiabile struttura senza sostituirla con qualcosa che possa minimamente portare a risultati simili???
Più d’uno ha pensato addirittura ad una sorta di vendetta interna al corpo di PL di Roma, come se agenti tanto ben visti dai cittadini facessero sfigurare tutti gli altri, tanto da consigliare una “normalizzazione” al ribasso, ecchissenefrega che in questo modo si perde un’unità d’eccellenza che aveva portato risultati straordinari (6.361 sanzioni elevate nel solo 2020 dai 28 agenti del NAD!?!).
Vista la reticenza dell’amministrazione capitolina a fornire spiegazioni sulle fototrappole e sulla sorte del NAD, è nata una rete delle associazioni di cittadini, finora oltre una trentina, che si sono coordinate per fare pressione nei confronti delle istituzioni.
La prima iniziativa, lanciata giovedì della scorsa settimana, è stata una lettera inviata via PEC a sindaco, assessore all’ambiente, presidente della commissione ambiente e comandante della PL in cui si chiedono spiegazioni su fototrappole e NAD.
Questo è il comunicato stampa rilasciato dalla Rete dei comitati subito dopo l’invio delle PEC:
POTENZIAMENTO DEL NAD E CAMBIO DI PASSO SUL DEGRADO URBANO.
LE RICHIESTE ALL’UNISONO DI DECINE DI COMITATI ALL’AMM.NE GUALTIERI
Circa trenta comitati di quartiere e associazioni da tutti i quadranti di Roma si sono organizzati per chiedere conto all’amministrazione Gualtieri dell’insostenibile stato di degrado in cui versano rioni e quartieri di Roma. La denuncia è incentrata sull’abbandono indiscriminato di rifiuti e sulla necessità di un cambio di passo riguardo il recupero del decoro urbano, per superare situazioni che ormai assumono il carattere di una vera e propria emergenza sanitaria.
Le richieste sono state esposte in una PEC che tutti i soggetti, aderenti alla RCR (Rete dei comitati di Roma), hanno inviato simultaneamente, giovedì 10 novembre u.s., al sindaco Roberto Gualtieri, all’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi, al presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea Capitolina Giammarco Palmieri e al comandante generale della Polizia Locale di Roma Capitale Ugo Angeloni.
Nella lettera si chiede anzitutto il perché del mancato rinnovo del bando, scaduto lo scorso 31 luglio, per la fornitura e gestione delle videocamere utilizzate per il contrasto all’abbandono dei rifiuti. Le cosiddette “fototrappole” che si erano rivelate un ottimo strumento in mano al NAD (Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia Locale) per individuare e sanzionare migliaia di trasgressori e così limitare la creazione delle mini-discariche cittadine.
I comitati e associazioni dichiarano il dissenso nei confronti dell’amministrazione ché sta operando, di fatto, un depauperamento del NAD sino a giungere alla soppressione del nucleo. Cosi facendo si disperde un patrimonio di conoscenza ed esperienza che aveva dimostrato un’efficacia ed efficienza difficilmente rintracciabili nell’amministrazione capitolina. A sostegno di tale tesi nella lettera vengono riportati alcuni dati dell’attività del NAD: nei 4 anni di operatività: un totale di quasi 32.000 sanzioni per scarico illecito di rifiuti, oltre 6.300 nel solo 2020. Se si considera che i 15 gruppi territoriali della Polizia Locale hanno elevato un totale di sole 39 sanzioni nel 2020, si ha la misura della straordinaria efficacia dimostrata dal NAD nel contrasto al degrado da rifiuti. Nella missiva di evidenzia come possa apparire inverosimile il progetto, oramai notorio, di annullamento del NAD con passaggio del compiti ai gruppi territoriali, i cui dati sopra riportati ne palesino la non competenza a contrastare efficacemente il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti
Nel documento viene anche ricordata la capacità di ascolto dei cittadini dimostrata dagli agenti del NAD. Un raro esempio di eccellente amministrazione che andrebbe tutelato e potenziato. Altresì, si sta mettendo in scena l’ultimo atto del NAD, a breve il sipario sarà chiuso. Ma le motivazioni sono incomprensibili da tutti coloro che conoscono il NAD.
La richiesta, delle associazioni e comitati, all’amministrazione Gualtieri è di rivedere la decisione di smembramento del NAD e procedere, viceversa, ad un potenziamento del gruppo, affinché continui proficuamente l’attività di tutela ambientale e di contrasto al degrado.
Passata oltre una settimana dall’invio del messaggio, dall’amministrazione non è arrivata neanche una risposta generica o interlocutoria.
Neanche un gran numero di comitati e associazioni riescono a smuovere sindaco e assessore, i quali però col loro silenzio alimentano nuovi sospetti che sui temi sollevati non ci sia un piano organico dell’amministrazione ma che si sia proceduto per faide interne.
Siamo sicuri che la rete di associazioni stia già pensando a nuove iniziative per convincere l’amministrazione capitolina a chiarire gli aspetti oscuri delle vicende descritte.
Vedremo quanto ancora resisteranno sindaco, assessore, ecc. nel loro atteggiamento omertoso.