Prima della pandemia, gli incidenti in bicicletta erano purtroppo in aumento. Secondo l’Istat, nel 2019 persero la vita 253 ciclisti con un aumento del 15,5% rispetto all’anno precedente. In questa puntata della nostra rubrica dedicata al mondo delle bici, Marco Latini offre utili indicazioni per affrontare al meglio una città come Roma.
di Marco Latini
Il livello di concentrazione mentre si circola in bici in città va sempre tenuto alto. Piccole imprudenze o distrazioni possono essere la causa di incidenti o difficoltà, ma vi sono delle regole di comportamento indispensabili per un uso corretto e sicuro delle due ruote
Sicuramente anche per la bici valgono le regole di fermarsi agli Stop e ai semafori; di dare la precedenza a chi attraversa sulle strisce e a chi viene da destra. Inoltre procedendo più lenti del traffico e non avendo i segnalatori di frenata c’è il rischio di essere tamponati da parte di chi guida distratto (e un tamponamento in bici ha conseguenze piuttosto sgradevoli). Molto importante è segnalare per tempo con le braccia le operazioni di svolta e sarebbe opportuno, quando possibile, indicare che ci si sta fermando per una coda o per strada bloccata.
La principale buona abitudine di un ciclista è farsi ben vedere di giorno e di notte, attraverso giubbetti catarifrangenti o luci. Nonostante tutto si troverà sempre l’automobilista che proverà a giustificarsi con il consueto “non l’avevo visto”. Diranno di non avervi visto anche se foste vestiti con colori sgargianti, con un costume da supereroe o da orso, perché chi guida un’auto viene allertato non solo dagli occhi ma anche dall’udito: il rumore di un motore attira l’attenzione e una bici non fa rumore.
Vediamo insieme quelle che, a mio avviso, sono le situazioni più complicate (ma ce ne sono altre che non ho riportato) e mi aspetto un vostro contributo sia nel segnalarle che nell’evitarle. Facilmente si cade in comportamenti che creano conflitto e provocano reazioni di stizza, ma non è mai bene mettersi a litigare perché anche da una semplice osservazione o improperio possono scatenarsi risposte violente. Ricordatevi che siete giudicati utenti deboli e c’è chi si ferma per ribadirvelo anche con l’uso delle mani.
Apertura improvvisa dello sportello: è la classica azione che porta a conseguenze gravi perché la bici sbatterà contro la portiera e potrete investire la persona che scende dall’auto. Chi apre dovrebbe usare la mano opposta (sportello destro mano sinistra, sportello sinistro mano destra) in questo modo sarebbe costretto a voltarsi e guardare se sopraggiunge qualcuno, ma è rarissimo e perfino le scuole guida hanno smesso di insegnare questa regola di buon senso. Il consiglio è di tenervi, se possibile, a 30/40 cm dalle auto parcheggiate, cercando di scorgere se c’è qualcuno all’interno. Dovrete essere molto reattivi, facendo attenzione a non sterzare troppo bruscamente e finire in mezzo alla strada.
Ripartenza senza freccia delle auto. E’ molto frequente che auto ferme ad uno stop oppure che debbano svoltare verso un passo carraio o vogliano immettersi da destra non segnalino la manovra. Se siete troppo vicini alle altre auto non vi vedranno, se ci sono doppie file sporgeranno il muso della vettura per vedere la strada e quindi potreste trovarvele di fronte e unica soluzione sarebbe frenare. Nella mia esperienza il campanello non lo sentono e quindi è poco utile perdere tempo a usarlo; cercare di passare comunque potrebbe essere rischioso perché non prestano attenzione alla vostra presenza, quindi la cosa migliore è cercare un contatto visivo con chi guida. Se non lo avete frenate! Sebbene siate nel giusto, sebbene sia l’auto che dovrebbe fermarsi, a farsi male sarà sempre il ciclista.
Rotatorie: sono pericolose nell’entrare, nell’attraversarle e nell’uscire. Nella fase di entrata potreste essere nascosti da altre auto che vi si affiancano e non riuscite ad immettervi anche perché queste vi stringono. Mentre siete dentro la rotatoria e non dovete imboccare la prima uscita, le vetture vi sorpasseranno per uscire anche a pochi centimetri da voi. Se invece vi ponete al centro per evitare questi rischi vi suoneranno col clacson. Infine se per uscire segnalate la svolta, loro vorranno passare prima di voi. Cosa fare allora? Unica soluzione è tenere la calma, molta calma e concentrazione. Non prestate attenzione al clacson ma solo a chi vi è di lato e davanti. Anche nelle più recenti rotonde ciclabili non c’è rispetto da parte di auto e moto per chi le percorre e non esce.
Semafori: sono un punto nevralgico del traffico e pieni di insidie. Rosso: mentre voi pensate a rallentare, le auto e le moto accelereranno per mettersi davanti a voi e vi passeranno vicinissime. Sembra che lo facciano apposta a bloccarvi il passaggio per evitare che voi guadagniate la linea di stop del semaforo (ed è così: lo fanno premeditatamente). Attenti quindi ad avvicinarvi perché soprattutto i motorini faranno zig zag pur di porsi in prima fila e partire con uno scatto felino. Soluzione non c’è. Non troverete spazio neppure nell’area limitrofa ai semafori dove non dovrebbero sostare auto. Verde: la vostra accelerazione è bassissima rispetto a quella che costruttori di auto e moto pensano debbano fornire i loro modelli: arriveranno da 0 a 100 in 5 secondi mentre voi starete ancora al primo giro di pedale, quindi potreste essere travolti se vi mettete troppo in centro o peggio a sinistra pensando di poter svoltare a sinistra subito al semaforo. Sapendolo cercate di mettervi a destra e di dar strada, anche qui la leggera pressione di un piede o un giro di manopola faranno scattare i motori e sarebbe meglio non essere nella loro traiettoria da GP. Nel caso di verde con svolta a destra differenziata però stare troppo a destra potrebbe farvi trovare in pericolo (ci sono un paio di ciclabili transitorie che vi ci portano in questa situazione). Quando è possibile state più al centro e fatevi vedere e sentire oppure aspettate che non ci sia pericolo prima di passare. Spesso oltre al verde per voi c’è il verde per chi viene da 90° a destra e costoro vi faranno finire in un flusso di auto. Si tratta di una situazione sempre pericolosa ma lo è ancor di più per coloro che non si sentono a proprio agio ad avere auto a destra e dietro. Ecco perché in questi casi e per le svolte a sinistra provo a suggerirvi la svolta di Copenaghen che vedremo nel prossimo paragrafo. Giallo: se il semaforo segna giallo, prima che scatti il rosso passano da 4 a 5 secondi e spesso non sono sufficienti in bici per passare. Non ci provate soprattutto se lo spazio da attraversare è a doppia carreggiata, fermatevi a riprender fiato!
Svolta di Copenaghen: se dovete girare a sinistra o se ci sono situazioni semaforiche che non vi fanno star tranquilli meglio passare a tratti, ovvero usando anche i semafori pedonali attraversare in due mosse. Quindi per girare a sinistra, avanzare leggermente, fermarsi e poi mettersi con il flusso veicolare verso sinistra. Oppure attraversare a sinistra, poi attendere il verde e attraversare la strada e infine andare a sinistra.
Per una migliore descrizione http://www.ingdemurtas.it/bici/svolta-a-sinistra-per-ciclisti/
Taglio della strada e svolte a destra: i mezzi a motore sembrano guidati da persone che hanno sempre fretta e non capiscono il pericolo in cui mettono gli altri. Una delle mosse più frequenti e pericolose è quella di sorpassarvi e poi tagliarvi la strada girando a destra, perché per loro aspettare 10 secondi è perdere la dignità. Purtroppo questa manovra vietata dal CdS è causa di numerosi incidenti anche mortali. Non c’è suggerimento valido se non aspettarvi l’inaspettato. La svolta a destra soprattutto di mezzi alti, SUV camioncini, bus e furgoni non viene mai fatta arrotondando la curva ma passando rasente all’angolo, quindi se vi immettete alla loro destra sappiate che non vi vedranno e vi passeranno sopra. Tenetevi a distanza, rallentate e non passate mai contemporaneamente. Per una trattazione completa degli incroci vi rimando all’ottimo link https://www.bikeitalia.it/bike-to-work-come-affrontare-gli-incroci/
Ci sono poi giorni peggiori (lunedì mattina, prima di una partita di calcio, venerdì pomeriggio, orario a ridosso uscita da scuole primarie materne e nidi, scioperi mezzi, etc) o luoghi pessimi (incroci larghissimi, zone con doppia fila più lunghe di un chilometro, fermate bus, stazioni metro o FS, entrate centri commerciali, etc) dove distrarsi è pericolosissimo e se piove o è notte c’è un aumento di difficoltà. Però anche questi aspetti fanno la differenza tra chi va in bici e chi non pedala: sempre massima padronanza della situazione, quindi non vi isolate con cuffioni o telefonate con auricolari, non guardate troppo a lungo il telefono o il contachilometri, potreste non accorgervi di pericoli imminenti (ad esempio le conversioni a U con doppia striscia avvengono anche quando sembra impossibile). Cerchiamo di guidare in modo non rischioso, non ostentiamo troppa sicurezza, non mettiamoci a pedalare e basta, serve sentirsi parte dell’ambiente e entrare in contatto telepatico con chi è al volante.
Stiamo attenti ma non lasciamoci travolgere dal terrore. Dei pericoli magari parliamo con colleghi e amici ma evitiamo di farlo con qualche sconosciuto in strada cercando di catechizzarlo. Chi va in bici deve farsi apprezzare dall’automobilista come se fosse un parente o un familiare ma non deve imporre la propria ragione.
Muoversi in bici in città. Gli articoli precedenti
Muoversi in bici in città. Riflessioni e suggerimenti di un ciclista convinto – Diarioromano
Le varie tipologie piste ciclabili e il loro uso più corretto – Diarioromano
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