Sono passati poco più di quattro mesi dalla morte del professor Visentin, conseguenza del suo investimento mentre attraversava sulle strisce pedonali di piazza Vittorio, in corrispondenza di via Mamiani.
Ne parlammo la prima volta a distanza di pochi giorni dall’incidente segnalando che nonostante l’accaduto e le ripetute denunce, la pericolosità di quell’attraversamento fosse rimasta del tutto immutata.
A fine novembre, preso atto che nulla era cambiato, chiedevamo all’assessore Calabrese, l’assessore Meleo o la presidente Alfonsi “… cosa diavolo ci vuole per installare un paio di new jersey sul posto auto che precede le strisce in modo da liberare immediatamente la visuale sia per i veicoli che i pedoni???”
In quell’articolo davamo anche atto al presidente della commissione mobilità dell’Assemblea Capitolina, Enrico Stefàno, di aver organizzato una seduta della commissione in loco le cui conclusioni erano state:
“… abbiamo convenuto che è necessario intervenire immediatamente, in via prioritaria eliminando alcuni stalli di sosta che impediscono la visibilità del pedone, rafforzando la segnaletica e verificando la possibilità di spostare altrove i cassonetti dell’immondizia presenti all’incrocio.
Nel medio periodo invece l’obiettivo sarà realizzare una vera e propria opera in muratura (cd. “isole salvagente”) per consentire al pedone di essere ancora più visibile e protetto.
[…]
… promuoveremo in Assemblea Capitolina un atto comune di indirizzo per la messa in sicurezza dell’attraversamento, …”
Quel “… intervenire immediatamente” ci aveva fatto ben sperare, ma a dicembre dovevamo constatare che lungi dall’essere stato messo in sicurezza, su quell’attraversamento pedonale erano addirittura state ricoperte le strisce con una nuova asfaltatura.
L’ultima volta dell’incrocio ne abbiamo parlato a metà gennaio, quando abbiamo mostrato che le strisce pedonali da poco rifatte già stavano scomparendo di nuovo e nessuna messa in sicurezza era stata effettuata.
A distanza di oltre quattro mesi l’attraversamento pedonale è ancora come quando vi fu investito il professor Visentin, segnale inequivocabile che della sicurezza stradale non importa nulla né alla giunta Raggi né al governo del Municipio I.
L’unico che appare continuare ad occuparsi della cosa, pur con tempi lenti, troppo lenti, è il presidente Stefàno, che la scorsa settimana ha di nuovo affrontato la questione in una seduta della commissione da lui presieduta.
In un post sulla sua pagina facebook Stefàno dà conto della seduta. Di seguito alcuni estratti.
“Oggi abbiamo analizzato il progetto di riqualificazione e messa in sicurezza dell’area, elaborato da Roma Servizi per la Mobilità …
[…]
Si parla di interventi da realizzare senza “perdere ulteriore tempo“ e vedremo cosa questo vorrà significare, ma certo dopo oltre quattro mesi non si può più parlare di urgenza.
L’accenno alla pavimentazione ammalorata della carreggiata cozza inoltre contro la retorica delle #StradeNuove portata avanti a spron battuto da Virginia Raggi. Basta infatti farsi un giro in automobile intorno alla piazza per rendersi conto dello stato indecente in cui versa la carreggiata di una delle piazze più centrali ed importanti di Roma.
Staremo comunque a vedere cosa accadrà nei prossimi giorni o settimane.
Intanto cogliamo l’occasione per segnalare che continuano degli interventi sporadici sulla segnaletica orizzontale di piazza Vittorio, interventi che però dimenticano alcuni aspetti fondamentali.
Residenti di zona ci informano infatti che sul lato della piazza verso via Merulana non è stata rifatta la linea di mezzeria che rende chiaro il doppio senso di marcia; ciò può indurre chi proviene da via Carlo Alberto a pensare che la piazza sia una grande rotatoria a senso unico, con non infrequenti pericolosi contromano.
Da ultimo un commento al seguente passaggio del post di Stefàno:
Nulla quaestio sull’opportunità di perdere posti auto per aumentare la sicurezza delle strade, ma davvero il presidente Stefàno ritiene che la sosta locale debba servire in primis le esigenze commerciali?
A parte che il commercio di piazza Vittorio e dintorni è alla canna del gas da decenni, a causa soprattutto dell’invasione di negozi di ingrosso travestiti da punti vendita al dettaglio, ma seppure quella fosse una zona commerciale, davvero si pensa che gli acquirenti debbano raggiungerla con il loro mezzo privato?
In una piazza servita da metropolitana, tram, bus e tutti i servizi di sharing (car, bike, monopattini) davvero si vuole concedere a tutti di arrivarci con la propria automobile con qualche speranza di trovarvi un parcheggio regolare?
Parliamone presidente …
2 risposte
Salve,
per chiarire l’ultimo punto: mi riferisco ad una parte della Piano di Riforma della Sosta Tariffata, che prevede la cd “tariffazione pura”, ovvero su determinati assi della città, dove insistono diversi attrattori (commerciale, residenziale, uffici ecc ecc) non sono previste esenzioni per la sosta dei residenti (che spesso si traduce in auto parcheggiate settimane nello stesso posto, che impedisce la rotazione che è il principio alla base della tariffazione della sosta). Questo ovviamente non significa che tutti debbano andare in auto a fare acquisti o a recarsi al lavoro o che i profitti dei negozi dipendano dalla loro “raggiungibilità” in auto, e anzi la tariffazione scoraggia a farlo o a farlo solamente quando è strettamente necessario.
Grazie
Enrico Stefàno
Grazie presidente.