Mentre buona parte della città da un paio di giorni è intenta a disquisire sul rifacimento della ciclabile sull’argine del Tevere, i veri e gravi problemi di Roma passano tutti in secondo piano.
Sulla questione rifiuti anziché addivenire ad una necessaria collaborazione tra Regione Lazio e Roma Capitale siamo ormai allo scontro totale, con Virginia Raggi che ha deciso di ricorrere al TAR contro un’ordinanza regionale.
Sulla mobilità negli ultimi due giorni la metro B è andata a singhiozzo con ulteriori gravissimi inconvenienti per gli utenti e problemi di sicurezza al nodo di Termini, dove incredibilmente sono state chiuse quasi tutte le uscite della metropolitana con rischi enormi in caso di evacuazioni di emergenza.
Ma oggi vogliamo parlare di sicurezza stradale e anche da questo fronte la situazione è disastrosa che più non si potrebbe.
La giornata di venerdì 30 aprile si è infatti conclusa con un vero e proprio bollettino di guerra: due morti ed una ragazza grave in ospedale.
Quello che mostriamo è un estratto della pagina romana de La Repubblica, con ben tre articoli su altrettanti incidenti.
Prosegue quindi indisturbata la strage sulle strade romane con l’amministrazione che o non fa nulla o si esibisce in iniziative semplicemente ridicole.
Qualche esempio?
Partiamo dal marzo 2017, quando la sindaca diede l’annuncio della nuova denominazione della consulta per la sicurezza stradale, divenuta “Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità“, e affermò:
“Ci impegniamo con azioni concrete a raggiungere un obiettivo: ridurre drasticamente le vittime degli incidenti e rendere finalmente le nostre strade un ambiente sicuro e inclusivo. Ci diamo appuntamento tra qualche mese, numeri alla mano, per vedere insieme i risultati di Roma.”
Purtroppo per la sindaca di mesi ne sono passati parecchi ma i numeri degli incidenti e dei morti e feriti sulle strade romane sono peggiorati, come dimostrato dalle statistiche elaborate da Tommaso Di Marcello e da noi pubblicate a ottobre 2020.
A marzo 2020 davamo conto di un nuovo intervento puramente cosmetico dell’Assemblea Capitolina sulla consulta, pur accompagnato dalle solite sparate di esponenti dell’amministrazione capitolina (l’assessore Calabrese parlò di “… scatto di orgoglio rispetto ad un passato di completa inerzia”), dimostrando numeri alla mano che non si era fatto ancora nulla neanche sul rendere più sicure le strisce pedonali a Roma.
Ricordiamo infine la storia del professor Visentin, investito a morte sulle strisce pedonali di piazza Vittorio a novembre dello scorso anno, in corrispondenza di un attraversamento che una successiva commissione mobilità aveva effettivamente giudicato molto pericoloso. Questa una delle risultanze di quella commissione tenutasi a fine novembre 2020:
“… abbiamo convenuto che è necessario intervenire immediatamente, in via prioritaria eliminando alcuni stalli di sosta che impediscono la visibilità del pedone, rafforzando la segnaletica e verificando la possibilità di spostare altrove i cassonetti dell’immondizia presenti all’incrocio.”
A marzo 2021 gli stalli di sosta che impedivano la visibilità dei pedoni erano ancora lì, ma una nuova commissione mobilità analizzava un progetto di messa in sicurezza di tutta l’area di piazza Vittorio e tra l’altro concludeva:
“Tutti concordi nel ribadire la necessità che alcuni interventi, quelli che richiedono meno passaggi “burocratici”, vengano realizzati senza perdere ulteriore tempo: mi riferisco allo spostamento di alcuni cassonetti dell’immondizia e all’eliminazione degli stalli di sosta regolari che, di fatto, limitano fortemente la visibilità per pedoni e automobilisti in prossimità degli attraversamenti.”
Anche in questo caso il “senza perdere ulteriore tempo” si è rivelato molto relativo, giacché solo a fine aprile si è intervenuti sugli stalli di sosta pericolosi. Peccato però che lo si sia fatto “alla romana“:
Come mostra la foto, subito prima delle strisce pedonali dove morì il professor Visentin sono state cancellate le strisce blu e realizzate delle strisce gialle che in teoria vieterebbero la sosta ma che tutti sanno come a Roma siano sistematicamente ignorate.
Da notare che già a fine novembre 2020, passato circa un mese dall’investimento mortale, noi chiedevamo all’assessore Calabrese, all’assessore Meleo o alla presidente Alfonsi “… cosa diavolo ci vuole per installare un paio di new jersey sul posto auto che precede le strisce in modo da liberare immediatamente la visuale sia per i veicoli che i pedoni???”
New jersey, altro che qualche inutile spennellata di giallo!
Questa però evidentemente è la considerazione che l’attuale amministrazione capitolina ha della sicurezza stradale: un compitino da svolgersi con tutta la calma del mondo e senza pestare i piedi a nessuno, che tanto i morti sulle strade a Roma non fanno notizia.
Infine l’ultima idea dell’amministrazione per convincere i romani a fare maggiore attenzione sulle strade:
Capito la genialata: un volantino informativo da accompagnare alla multa “… per aiutare a riflettere su conseguenze violazioni codice della strada.”
A Roma abbiamo numeri da guerra sugli incidenti stradali e l’unica cosa che l’amministrazione capitolina fa è invitare gli automobilisti a riflettere?!?
Farebbe davvero ridere se non ci fossero di mezzo morti e feriti ogni giorno.
Non che servissero altre prove del fatto che l’amministrazione Raggi si sia distinta per il nulla più totale in tema di sicurezza stradale, ma è bene non dimenticare come ciò comporti il continuo avanzare della conta di morti e feriti sulle strade romane.
Notiamo anche che fino a qualche giorno fa il tema della sicurezza stradale non era stato mai affrontato da nessuno dei candidati sindaco alle prossime elezioni romane.
Poi sono arrivate un po’ a sorpresa le dichiarazioni di Guido Bertolaso, che a dispetto di tutte le sue smentite sarebbe il candidato in pectore del centrodestra. Bertolaso ha parlato di autovelox e di tolleranza zero per la sosta selvaggia, rendendosi ben conto di quanto un programma con tali misure sarebbe irrealizzabile a Roma. “Sarei un incubo per i romani” avrebbe detto lui stesso.
Ecco, Roma avrebbe proprio bisogno di un “incubo” del genere per dare una svolta vera in materia di sicurezza stradale, altro che volantini per far riflettere sulle infrazioni al codice della strada.
A questo punto auspichiamo che la scelta del centrodestra cada davvero su Bertolaso per la candidatura a sindaco di Roma, così che probabilmente almeno in materia di sicurezza stradale si potrà aprire una gara tra i candidati a chi farà più cose. E se Bertolaso parte con autovelox e ganasce, chissà con cosa potranno rilanciare gli altri.
Nel caso servissero idee c’è sempre l’insuperato esempio del sindaco di Vilnius: