E se per gestire la movida nominassimo un Sindaco della Notte?

La proposta dei Radicali Roma sulla scia di quanto fatto a Londra e Parigi. Una mediazione tra le esigenze di chi riposa e l'economia notturna

Sospesa (a nostro avviso solo temporaneamente) l’emergenza virus, decine di migliaia di persone si sono riversate nelle strade romane durante la notte per bere e fare baldoria. Alcune piazze sono tornate ad essere luoghi di caos, vandalismo e rumore fino all’alba, impedendo ai residenti di riposare.

In particolare piazza San Calisto, piazza Scotti, piazza Madonna ai Monti, vicolo del Cinque e piazza Bologna sono le mete preferite dell’aperitivo, della cena e della notte. Non si parla più di divertimento ma di “movida selvaggia” e i titoli dei giornali sono dedicati al caos e ai metodi per contrastarlo.

 

Purtroppo l’abuso di alcol cui si assiste anche in Italia da alcuni anni a questa parte, provoca conseguenze poco gradite. Non solo bottiglie abbandonate ovunque ma persone che orinano in ogni dove e frequenti fenomeni di aggressione.

La soluzione è chiudere i locali e impedire ai giovani di uscire? Ovviamente no, ma è chiaro che occorra trovare un giusto compromesso tra le esigenze di divertimento e quelle di riposo. La notte non è solo svago e socialità ma anche economia florida e posti di lavoro.

Per contemperare il giusto diritto al riposo di alcuni con il divertimento di altri, molte città europee si sono dotate di una figura che studi e lavori per trovare soluzioni condivise. 

Amsterdam fu la prima ma fu presto seguita da Tolosa, Londra, Zurigo, Berlino e Parigi che si sono ispirate al modello del “night mayor”, il Sindaco della Notte. Nel 2016 si tenne il primo incontro internazionale dei sindaci della notte che si sono confrontati sulla economia della vita notturna, sulla salute pubblica, sulla mobilità tra le 22.00 e le 5.00 del mattino e sulla ridefinizione degli spazi urbani.

Questo metodo, risultato vincente in molte realtà europee e non solo, è stato preso ad esempio dai Radicali Roma che hanno lanciato una raccolta di firme per la presentazione di una delibera di iniziativa popolare che istituisca anche a Roma un responsabile delle esigenze della notte. Vedremo tra poco come e dove firmare questa interessante proposta ma intanto diamo uno sguardo ad alcuni buoni esempi.

Parigi. La capitale francese non solo ha un sindaco ma addirittura un Consiglio della Notte, presieduto da Frédéric Hocquard, assessore alla cultura, che riunisce la prefettura, l’ufficio del turismo, le associazioni di residenti, le organizzazioni degli studenti, i sindacati di bar locali notturni, i sindacati dei lavoratori, i tassisti e i vigilantes. Il Consiglio ha individuato nuove aree per la movida che non recano disturbo ai residenti e sono gradite ai giovani, ha stilato regole per la prevenzione dei comportamenti a rischio che vengono seguite non solo dalla forze dell’ordine ma anche dai gestori dei locali, ha realizzato opuscoli informativi sugli eventi e i luoghi di divertimento.

Londra. Nella megalopoli britannica di notte, in maniera diretta e indiretta, lavorano quasi 1,6 milioni di persone. Si tratta del personale sanitario, dei servizi ma anche degli addetti alla ristorazione, bar, discoteche e cultura. Una voce importante del Pil locale che il Sindaco Sadiq Khan ha voluto regolamentare attraverso una figura che ha proprio il compito di garantire che le cose girino per il verso giusto 24 ore al giorno. Amy Lamé è stata nominata Night Czar nel 2016 e da allora ha costruito una rete tra il Comune, la London Night Time Commission e i 33 Municipi locali. Il loro lavoro è consigliare nuove iniziative di svago o culturali ma anche garantire la sicurezza delle donne negli orari notturni e l’assenza di discriminazioni.

 

In Italia, fino ad oggi, si è ragionato in termini di contrapposizione tra residenti e movida, senza cercare soluzioni alternative. Addirittura a Torino, il Tribunale ha condannato la giunta comunale a risarcire  29 cittadini del quartiere San Salvario perché colpevole di “non aver adottato le misure necessarie a contenere nei limiti di legge i rumori notturni”.

Una delle possibilità più facili sta nell’individuare luoghi privi di abitazioni e con ampi spazi dove gli schiamazzi e le voci non diano fastidio. In questo modo si potrebbe anche recuperare angoli abbandonati e trasformarli in luoghi di aggregazione. Ma non si tratta di creare ghetti dove confinare i ragazzi perché anche nei quartieri residenziali si possono trovare forme di convivenza, magari integrando – accanto alla somministrazione di cibo e alcol – anche un’offerta più culturale, fatta di teatri, film o mostre.

Si tratta quindi di ridisegnare le nostre città, a partire da Roma, e spingere verso una riqualificazione urbana anche in funzione della vita notturna.

La figura del cosiddetto Sindaco della Notte, potrebbe e dovrebbe interessare i candidati alle prossime elezioni comunali ma è probabile che anch’essi si fermino ai soliti titoli dei giornali che parlano di ronde dei cittadini e di movida violenta.

Occorre invece riconoscere ai Radicali Roma di aver indicato una strada diversa. Qui un breve articolo che invita a creare gli “Stati Generali della Notte”. Qui il Radicale Giovanni Brajato spiega il senso di “una sana movida”.

Per firmare la delibera di iniziativa popolare occorre recarsi ai tavolini che saranno distribuiti in città oppure consultare il sito di Radicali Roma e la pagina Facebook.

P.s. Dopo la cessazione del coprifuoco e delle altre limitazioni Covid, a Roma non si possono raccogliere le firme dopo le 20.00. Una assurda regola emergenziale permette, alla sera,  di fare qualsiasi cosa ma non attività politica. Altri commenti non sono necessari!!! 

 

 

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2 risposte

  1. Anche il candidato alle primarie del Centro Sinistra Tobia Zevi aveva incluso nel proprio programma il Sindaco della Notte.

    1. Grazie Susanna per la precisazione. Purtroppo è molto probabile il candidato che ha vinto non abbia neanche idea di cosa sia il sindaco della notte.

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