A metà agosto è uscita la brutta storia del Giardino della Giustizia, il parco alla Romanina inaugurato a novembre 2018 con 27 querce emblema della lotta alla mafia e da allora abbandonato al degrado.
Noi ne abbiamo dato conto riportando la polemica tra il Sindaco Raggi e l’ex-assessore Montanari, con la prima ad accusare la seconda di aver fatto male il bando e la Montanari a chiarire che non c’era stato alcun bando bensì la semplice dimenticanza della Sindaca stessa (in qualità di assessore all’ambiente).
Sembrava l’ennesima storia poco edificante di un’amministrazione sempre più in confusione, che sarebbe finita nel dimenticatoio col Giardino della Giustizia a rappresentare un ulteriore elemento del degrado cittadino, ma è di questi giorni un colpo di coda della stessa amministrazione che evidentemente non ci sta a subire le critiche inerme.
È infatti di ieri la seguente nota del Campidoglio:
Giardino della Giustizia, aggiudicato appalto da 250mila euro per la riqualificazione
L’appalto per la riqualificazione del Giardino della Giustizia alla Romanina è stato già aggiudicato. I lavori, per un importo di 250mila euro, sono finalizzati alla definitiva sistemazione del parco, intitolato a 27 magistrati uccisi nell’esercizio del loro dovere e inaugurato lo scorso 7 novembre alla presenza della sindaca di Roma Virginia Raggi e del ministro della giustizia Alfonso Bonafede.
Il progetto di riqualificazione prevede il completamento del giardino, interventi di potatura e manutenzione di tutti gli alberi, con una particolare cura per le 27 querce dedicate ai giudici vittime della criminalità, la sistemazione della pavimentazione e delle opere murarie esistenti.
Il giardino, anche in risposta alle richieste dei cittadini, è stato realizzato nel quartiere della Romanina, una zona spesso citata nelle cronache per episodi di criminalità, per rimarcare la forte presenza delle istituzioni in difesa della legalità.
Dopo le polemiche agostane qualcuno in Campidoglio (indovineremmo nella figura dello stesso Sindaco) ha pensato bene di metterci una pezza al buco, benché sia difficile coprire il piccolo scandalo della cosa. Come si può infatti pretendere di riqualificare un parco inaugurato il 7 novembre 2018 (meno di un anno fa!?!), spendendoci la bellezza di 250mila euro, senza dover implicitamente ammettere di averlo abbandonato al degrado dal giorno successivo all’inaugurazione?
Fa anche tenerezza la formula “… interventi di potatura e manutenzione di tutti gli alberi, con una particolare cura per le 27 querce dedicate ai giudici vittime della criminalità …”, stante che le querce sono tutte morte e quindi l’unica sarà sostituirle.
Ma vabbè, fin qui nulla di nuovo, come detto solo l’ennesima prova di un’amministrazione incapace di svolgere anche i compiti più elementari.
Quello che però ci ha spinto ad occuparci della cosa oggi è la scomposta iniziativa del presidente della commissione ambiente dell’Assemblea Capitolina, Daniele Diaco, che con un post su facebook ha cosi presentato la cosa:
Prima di passare ad una piccola esegesi del testo predisposto dal presidente Diaco, ricordiamo che quasi un anno fa egli era presente all’inaugurazione del Giardino della Giustizia, insieme al Sindaco, al ministro, alla presidente del Municipio e all’assessore.
Diaco ha quindi udito le parole del Sindaco Raggi quel giorno:
“Abbiamo pensato il Giardino proprio per il quartiere della Romanina, già citato dalle cronache per episodi di violenza e abusi, per ribadire che insieme alle autorità giudiziarie non abbassiamo lo sguardo. Oggi vogliamo dire che è forte la presenza delle istituzioni in difesa della legalità. Roma non arretra davanti alla criminalità […] Non vi lasceremo soli, soprattutto in un territorio come questo”.
Uno nella posizione del presidente Diaco avrebbe dovuto avvertire la responsabilità di essere parte dell’impegno preso dal Sindaco di non lasciare soli gli abitanti della Romanina e gli alberi del Giardino della Giustizia.
Stando invece al suo post di ieri si direbbe che Diaco il 7 novembre dello scorso anno fosse un semplice visitatore al Giardino della Giustizia.
Il parco è stato abbandonato e tutte le querce sono morte? Embè? (sembra dire il Diaco). Basta stanziare un bel gruzzoletto di euro e tutto si risistema … che ci vorrà mai a ripiantare 27 alberelli?
Qualcuno si è permesso di far notare che dopo averlo inaugurato con tanta prosopopea (“… vogliamo dire che è forte la presenza delle istituzioni in difesa della legalità“) l’amministrazione se n’è completamente disinteressata lasciandolo andare in malora? “sterili e vuote critiche “acchiappa-like” di qualche pseudo-pagina Facebook” (che poi cosa vorrà dire con “pseudo-pagina” … mah), oppure “leone da tastiera”!
Sorvoliamo poi sulla confusione che fa il presidente Diaco quando prima parla di stanziamento dei soldi e poi dell’aggiudicazione dell’appalto, che a sua detta sarebbe stata rapidissima (il che sarebbe davvero una notizia, visti gli standard di un’amministrazione che in genere le gare non riesce proprio ad aggiudicarle).
Imbarazzante infine la chiusura del post:
“Un luogo a noi molto caro, dal momento che rappresenta tutto ciò in cui crediamo, ossia l’assoluto disprezzo per la criminalità, per i soprusi, per il malaffare e la violenza.
La Commissione Ambiente continuerà a mantenere alta l’attenzione su questa e sulle altre aree verdi della Capitale.”
Ma a chi crede di darla a bere il presidente Diaco?
Se veramente il Giardino della Giustizia fosse stato un luogo a lui “molto caro” sarebbe stato pronto ad andarci personalmente ad annaffiare le 27 querce, pur di non far morire degli alberi “battezzati” a nome di altrettante vittime della mafia. Invece evidentemente al Diaco di quegli alberi non è mai interessato veramente nulla ed ha finito per dimenticarsene così come ha fatto il Sindaco Raggi.
Infine capiamo perché il verde di Roma è nelle disastrose condizioni che tutti possono verificare ovunque (l’ultimo esempio l’abbiamo documentato qualche giorno fa): come scrive lo stesso Diaco, quanto accaduto al Giardino della Giustizia è il risultato della continua alta attenzione ad esso riservata dalla commissione ambiente, così come alle “altre aree verdi della Capitale”.
Al che ci viene da chiedere al presidente Diaco di lasciar stare, di pensare ad altro, magari davvero andare in vacanza da qualche parte lui e tutta la commissione ambiente. Hai visto mai che la situazione a Roma dovesse improvvisamente migliorare?
Più seriamente, invitiamo il presidente Diaco a riflettere sulle sue responsabilità nella vicenda del Giardino della Giustizia, magari ad ammettere che qualcosa nella sua posizione avrebbe potuta farla per evitare il disastro, ma soprattutto a finirla col prendersela con chi i problemi si limita a documentarli, essendo tra l’altro egli stesso una concausa nel caso specifico.
Non è colpa della stampa o dei blog se le querce del Giardino della Giustizia sono morte e l’aver stanziato dei soldi per ripristinarle non solleva lui e tutta l’amministrazione dalla responsabilità di aver ancora una volta voluto promuovere un’iniziativa puramente propagandistica, condita di slogan che si sono rivelati completamente vuoti.
E a proposito di vuoti slogan, ce lo ricordiamo il presidente Diaco a piantare minuscoli alberelli, tutti destinati a morte sicura, con l’allora assessore Montanari al motto di “alberi per il futuro”?
Una risposta
“Istituto Luce” Diaco non si smentisce mai, sempre fedele a se stesso e alle sue menzogne