Edilizia: per gli uffici comunali è ancora piena quarantena. Quasi tutti chiusi

Gli sportelli tecnici di I e II Municipio restano sbarrati, come le Sovrintendenze e l'Ufficio Condono. Pratiche bloccate o in forte ritardo in tutta Roma proprio quando parte l'ecobonus

 

Agli inizi di giugno è stata lanciata dal Campidoglio la piattaforma online Sue, Servizi unificati per l’edilizia. L’obiettivo è quello di snellire le procedure e aumentare la trasparenza: tutti i servizi legati al settore dell’edilizia dovrebbero essere resi disponibili con un unico punto di accesso.

In occasione del lancio, l’Assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, ha sottolineato l’importanza di questo strumento realizzato in collaborazione con i diversi Dipartimenti e la società Risorse per Roma. Nella prospettiva di telematizzare molti passaggi burocratici e di potenziare lo smart working, l’obiettivo è quello di smaltire le pratiche, in tempi molto più rapidi, senza trascurare il servizio al cittadino.

Ma la realtà dei fatti sembra essere diversa. Si può creare una macchina innovativa e potente ma serve qualcuno che la metta in moto e che la sappia guidare. L’efficienza di questa piattaforma sembra tutt’altro che raggiunta, almeno a sentire i tecnici del settore.

Per usufruire della piattaforma si deve essere in possesso della documentazione giusta per poter inserire i dati e accedere agli atti desiderati. In questo caso entrano in ballo i singoli Municipi e gli uffici di competenza. E il quadro diventa desolante.

Nel I e nel II Municipio riuscire ad accedere agli atti o parlare con persone competenti è quasi un’impresa, in quanto gli uffici sono chiusi a causa delle misure di “contenimento” e “contrasto” al Coronavirus; nel VI Municipio è aperto solo l’ufficio protocolli, nonostante non ci siano documenti da protocollare, perché i documenti dovrebbero fuoriuscire dalle altre sedi interdette al pubblico.

Gli uffici della Sovrintendenza Capitolina come quelli della Soprintendenza statale restano chiusi, le sedi del centro storico idem.  L’Ufficio Condono rilascia le pratiche solo in casi eccezionali, e anche l’ufficio autorizzazioni paesaggistiche ha lasciato aperta solo la sezione dei protocolli. Sembra evidente quindi come vi sia una scarsissima attenzione al cittadino con scelte che navigano controcorrente rispetto alle dichiarazioni del Campidoglio.

Sono poche le eccezioni, il IV Municipio sembra essere l’unico in linea con le direttive della nuova piattaforma, garantisce l’apertura degli uffici con le solite norme di distanziamento e sanificazione.

Il Dipartimento Urbanistica, che ha riaperto i battenti la settimana scorsa, aveva annunciato l’apertura di quattro giorni settimanali per garantire il recupero delle istanze lasciate in sospeso durante la quarantena, ma in realtà continua ad essere aperto solo due giorni alla settimana come da calendario.

Il lavoratore privato, quindi, si trova in una situazione di assoluto disagio, in quanto non potendo accedere a tutta la documentazione per portare avanti la propria attività è costretto a sospendere i progetti, inviando e-mail e solleciti che per lo più vengono ignorati.

Eppure, stando ai dati forniti verso la fine di maggio i lavoratori comunali, in regime di smart working (che avrebbero dovuto garantire la prosecuzione dei servizi), toccano la cifra del 70%, con il mantenimento del proprio stipendio al 100%. Dove finisce tutta questa forza lavoro?

Virginia Raggi aveva annunciato, orgogliosa: “Non si lavorerà più contando le ore, ma gli obiettivi”. Perfetto, giusto, ma quali sono gli obiettivi che il Comune si è dato con i propri dipendenti?

Sembra dunque che vi sia un preoccupante divario tra i progetti dell’Amministrazione e la realtà effettiva della burocrazia interna ai Municipi. In questo caso a soffrirne è il settore edile che già durante il lockdown ha subito un grave arretramento del proprio mercato.

Roma non è certo una città industriale, e il settore dell’edilizia garantisce un importante volano economico per tutta la comunità. Bloccando l’iter di accesso alla documentazione, le ditte sono costrette a sospendere i lavori, chiudere i cantieri e mettere in cassa integrazione i dipendenti.

Il consigliere della Lega, Davide Bordoni, ha reso noto che ricorrerà ad un’interrogazione in Assemblea per verificare l’effettiva produttività del lavoro agile dei dipendenti comunali. Sottolinea infatti Bordoni che se l’informatizzazione non è percorribile, bisogna procedere urgentemente alla riapertura di tutti gli uffici, soprattutto quelli legati all’edilizia e all’urbanistica, per non rischiare di “danneggiare seriamente l’economia della città”.

Lo smart working è una grande occasione per traghettare le realtà lavorative in una nuova fase storica di crescita e modernità, ma senza linee guida univoche e controlli sull’efficienza dei servizi garantiti, si rischia solo di far godere a molti lavoratori comunali una lunga e riposante vacanza, a danno della città.


Altri settori per i quali Roma non riparte

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