Conosco Roberto Tomassi da oltre 10 anni e non è solo un amico per me ma un esempio di impegno e dedizione alla cosa pubblica. Trascorre gran parte del suo tempo libero a lottare per la tutela dei quartieri del centro storico e delle periferie, segue da vicino i processi decisionali nei Municipi e in Campidoglio, non esita a rimboccarsi le maniche se c’è da pulire una strada o curare un’aiuola. Da tempo gli suggerivo di trasferire il suo bagaglio di conoscenza nelle istituzioni ma si è sempre schermito, lasciando che fossero gli altri a farsi avanti. L’esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato quanto la competenza sia importante per fare politica, quanto sia necessario avere un curriculum maturato sul campo, in strada, nelle associazioni e nelle aule consiliari. E Roberto lo ha! Quando mi ha chiesto se una sua eventuale candidatura avrebbe potuto danneggiare diarioromano e il lavoro che abbiamo svolto insieme fin qui, gli ho risposto che non solo non avrebbe costituito un problema, ma anzi sarebbe stata una risorsa per il nostro giornale, perché avremmo avuto un “inviato” nelle istituzioni, qualcuno che potesse tradurre in atti normativi, interrogazioni e delibere le nostre idee. Le idee per una Roma migliore che abbiamo portato avanti in questi anni, da quando abbiamo iniziato con una cartellonistica pubblicitaria più equilibrata alle lotte che sono seguite per un commercio ambulante regolamentato, per una sosta meno selvaggia, per un decoro cittadino a livello europeo, per delle barriere architettoniche ridotte ai minimi.
Ho chiesto a Roberto di raccontarsi ai nostri lettori, di descrivere in linea di massima le sue proposte e di spiegare perché ha scelto di candidarsi con Roma Futura. Anche in questo caso, come diarioromano ha già fatto in passato, vogliamo garantire la massima trasparenza per chi ci legge e dire come la pensiamo, nella tradizione della stampa libera e liberale alla quale speriamo di appartenere. Per ora mi sento solo di dire: “In bocca al lupo Roberto”! (Filippo Guardascione)
Leggere le parole di presentazione dell’amico Filippo mi ha fatto un immenso piacere e mi ha confermato in una convinzione che ho da tempo maturato: impegnarsi per la propria città non è solo un dovere civico che un po’ tutti dovremmo avvertire, non solo dà soddisfazione per ogni pur piccolo risultato si ottenga, ma fa anche conoscere persone straordinarie. Persone come Filippo, di cui posso dire dieci volte il bene che lui mi ha riservato, ma tantissimi altri che ho incontrato combattendo contro i manifesti e cartelloni abusivi oppure occupandomi delle tante questioni del centro storico; semplici cittadini o animatori di associazioni che dedicano gran parte del loro tempo a cercare di migliorare la città in cui vivono o operano. Dei tantissimi che ho conosciuto voglio dedicare un ricordo particolare a Francesco Fiori, uno dei dieci compagni con cui affrontammo la battaglia contro i cartelloni abusivi che purtroppo ci lasciò anzitempo.
Passando a me, posso quindi dire di fare politica da molto tempo, almeno una quindicina di anni; è da tanto infatti che ho smesso di essere un cittadino inconsapevole e distratto e di essere passato ad occuparmi dei problemi cittadini, prima singolarmente e poi nell’ambito di associazioni. Ho fondato l’Associazione Residenti Campo Marzio, con la quale abbiamo poi contribuito a creare il Coordinamento Residenti Città Storica, ho partecipato fin dall’inizio a “Bastacartelloni – Francesco Fiori”, con i cui affiancammo “Cartellopoli” nella lotta contro i cartelloni abusivi, e infine con l’amico Filippo e altri abbiamo fondato diarioromano.
Il mio “fare politica” non va però inteso nel senso comune del termine, con riferimento ad esistenti schieramenti partitici; fare politica per me vuol dire occuparsi della città (“politica” infatti deriva da “polis”) e questo lo si può fare a prescindere che ci si riconosca in uno schema partitico precostituito. Inoltre politica si può fare sia da dentro che da fuori le istituzioni.
Nel mio caso finora è stato da fuori, perché non mi ha mai appassionato alcuna delle ideologie che ispiravano le vecchie formazioni politiche, ma soprattutto perché non ho mai trovato un’offerta politica disposta a valorizzare le esperienze esterne: la norma nei partiti è che l’apparato interno viene prima di tutto e i contributi esterni sono ben accetti solo per portare voti al momento delle elezioni.
Qualcuno ricorderà che alle scorse elezioni amministrative accettai di mettermi in gioco col Movimento 5 Stelle, rendendomi disponibile per alcune candidature “esterne” che avevano deciso. Non fui selezionato nelle votazioni interne che si tennero, ma quell’esperienza mi diede modo di verificare già allora dei gravi problemi di trasparenza che il M5S aveva al suo interno e ne diedi conto proprio da queste pagine.
Per le elezioni del 3 e 4 ottobre prossimi si è però affacciato uno schema diverso. Ha iniziato a prefigurarsi con la candidatura di Giovanni Caudo a sindaco di Roma, avanzata già nell’autunno scorso. Caudo è stato assessore all’urbanistica con Ignazio Marino, è attualmente presidente del Municipio III ed ha potuto quindi conoscere a fondo la macchina amministrativa di Roma Capitale, sia centrale che municipale; senza tale conoscenza anche il migliore degli amministratori passerebbe anni a cercare di capire come far funzionare un’amministrazione complessa e male organizzata (vedasi esperienza Raggi, che per di più è tutt’altro che una buona amministratrice).
A queste esperienze Caudo unisce alte competenze in campo urbanistico, titolare di cattedra all’università Roma Tre, che lo rendono la persona più indicata per prefigurare un futuro possibile per Roma che non solo la faccia uscire dal declino in cui si è avviluppata, ma le dia una prospettiva di grande sviluppo futuro.
Ma la cosa che mi ha convinto definitivamente a sposare l’iniziativa di Giovanni Caudo è stato il suo approccio inclusivo, alla ricerca delle forze attive presenti in città, chiedendogli di continuare a darsi da fare nell’ambito di un progetto più grande e ambizioso.
Ho quindi aderito al suo progetto e l’ho sostenuto alle elezioni primarie del centrosinistra, nella speranza che la città avrebbe scelto l’opzione a mio avviso migliore.
Nonostante il buon risultato ottenuto da Caudo, le primarie hanno visto l’affermazione di Roberto Gualtieri, candidato del PD, il quale però dal giorno successivo si è comportato da candidato dell’intero schieramento, accogliendo proposte e idee degli altri candidati. Fedele quindi all’impegno preso con le primarie, Caudo ha deciso di sostenere Gualtieri ma l’ha fatto presentando la sua lista, Roma Futura, in cui sono confluite tante delle persone che avevano aderito alla sua originaria iniziativa, e io tra loro.
Anche se in appoggio ad un candidato del PD, sono convinto che la proposta di Caudo rimanga la più credibile nell’ambito del centrosinistra, perché coinvolge una squadra fatta di persone che si sono sempre occupate della città e che ora sono d’accordo di continuare a farlo insieme, anche a prescindere di chi sarà eletto e chi no. L’idea infatti è di portare avanti collettivamente la visione di città che Caudo ha espresso efficacemente in tante occasioni, che si diventi consigliere comunale, municipale o che si resti semplice cittadino. E lo schema prevede che chiunque possa aggregarsi a questa iniziativa, perché Roma dal declino ne esce solo se quanti più cittadini possibile si prendono in carico la propria parte e contribuiscono all’impresa.
La mia storia civica è sempre stata all’insegna del confronto e della condivisione delle idee con gli altri, dell’affrontare le battaglie insieme a quante più persone possibile, per farsi forza a vicenda; in definitiva è quindi il carattere inclusivo dell’iniziativa di Giovanni Caudo, unico nel panorama romano, che mi ha convinto a sposarla.
I temi di cui vorrò occuparmi sono gli stessi che da oltre sei anni affrontiamo sulle pagine di diarioromano: sicurezza stradale, mobilità sostenibile e attenta alle esigenze di tutti, vivibilità del centro storico ma anche di tutto il resto della città, commercio non di rapina ma strumento di decoro e arricchimento per Roma, politiche sociali attente ai bisogni degli ultimi.
Ma in cima a tutto metto la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, in particolare di coloro che da anni dimostrano competenza e passione per la città e che finora sono stati relegati al ruolo di rompiscatole.
Noi di diarioromano siamo senz’altro tra costoro, ignorati dalle istituzioni nonostante le nostre denunce non siano mai state mosse da preconcetti partitici. Pensiamo però di essere in ottima compagnia, con gli amici di Roma Pulita, con il sempre ottimo Mercurio Viaggiatore, quelli di Riprendiamoci Roma e tantissimi altri che non vogliono altro che contribuire al riscatto di Roma.
L’impegno che posso senz’altro prendere è di far sì che le denunce e proposte che vengano dai cittadini siano raccolte e valutate dalle istituzioni. Occorrono strumenti normativi perché ciò avvenga in maniera formalizzata e non dipendente dalla buona volontà del funzionario di turno, ma nel frattempo mi farò carico volentieri di valorizzare per quanto possibile le risorse civiche.
In conclusione, la mia proposta politica si potrebbe sintetizzare con il voler portare lo stile di diarioromano all’interno delle istituzioni: niente approcci ideologici, massima apertura al confronto, nessun interesse di bottega ma solo una grande passione per la propria città.
Per chi volesse, questa offerta politica è disponibile con il mio nome, Roberto Tomassi, nelle liste di Roma Futura sia per l’Assemblea Capitolina che per il Municipio I e per ogni ulteriore informazione o contatto rimando alla mia pagina facebook.
3 risposte
In bocca al lupo!
Non voterò per Roma Futura ma le auguro che possa farcela perché Roma ha bisogno di persone serie e preparate come lei.
Grazie comunque!
R.
secondo me, il PD romano è ancora quello andato dal notaio per defenestrare Marino…….