Quante volte scherzando abbiamo sentito l’esagerazione che sarebbe meglio che venissimo conquistati da qualche paese straniero civilizzato per sperare che le cose a Roma possano cominciare a funzionare.
Ebbene recentemente abbiamo trovato una chiara prova di ciò paragonando come si comportano un ente straniero di tutela ed i suoi omologhi italiani.
In via di San Michele, nel rione Trastevere, vi è il complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande, una volta orfanotofrio e carcere ed ora sede di molte direzioni e soprintendenze del MIBAC. Nell’ala nord del complesso ha sede l’ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property), un’organismo dell’UNESCO che si occupa dello studio per la conservazione ed il restauro dei beni culturali nel mondo. Questa è l’immagine della facciata dell’ICCROM:
Come si può vedere, la facciata avrebbe senz’altro bisogno di una rinfrescata ma è apprezzabile il fatto che non vi compaiano unità esterne di condizionamento, avendo evidentemente l’ufficio scelto di utilizzare unità di condizionamento solo interne, come testimoniano i doppi fori di sfiato visibili sotto alcune delle finestre. E’ questo infatti il modo meno invasivo per godere dell’aria condizionata senza deturpare la facciata con le unità esterne.
Di lì a poche decine di metri il complesso continua con la parte del MIBAC che invece appare così:
Evidentemente gli uffici del MIBAC, al contrario dei colleghi dell’ICCROM, se ne infischiano della bruttura delle unità esterne di condizionamento e, benché esse siano vietate in tutta la zona UNESCO di Roma, le installano senza problemi al di fuori delle loro finestre.
Come possiamo sperare che questi uffici assicurino il decoro e la protezione di cui necessitano i tantissimi beni culturali cittadini?
Verrebbe proprio da andare da quelli dell’UNESCO e chiedergli di occuparsi loro di Roma, che se rimaniamo nelle mani del MIBAC tra poco rimarrà ben poco da godere.
En passant, riguardo alla presenza di numerose unità esterne di condizionamento proprio fuori il teatro di Marecello, attaccate alla parete dell’assessorato alla Cultura del Comune (?!?), abbiamo scritto alla Soprintendenza ai Beni Architettonici, chiedendo se esse fossero ammissibili, ma non abbiamo ricevuto risposta. Chissà perché ciò non ci stupisce.