Fantasmi a Roma. Vivere nel centro storico

Una volta era considerato un privilegio, oggi i residenti pensano di fuggire. Lo sfogo di una cittadina di Campo de' Fiori

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Lori, residente del centro storico di Roma che fotografa con amarezza i luoghi dove vive da anni. Uno spaccato che fa riflettere. L’abitante privilegiato della ztl non è felice come si potrebbe immaginare.

 

 

 

Nel 1961 Antonio Pietrangeli diresse il film “Fantasmi a Roma” un capolavoro con un cast stellare: Eduardo, Mastroianni, Gassman, Sandra Milo, Buazzelli. Un film profetico che racconta la storia tragicomica di un gruppo di fantasmi che abita in un palazzo pieno di storia ma rischia di perdere la casa dove alcuni di loro abitano da secoli. E tutto per l’avidità del giovane erede che vuole vendere lo stabile a commercianti senza scrupoli, i quali pensano di abbatterlo per edificare al suo posto un centro commerciale.

E’ quello che sta accadendo dopo 61 anni ai centri storici delle città italiane, sempre più trasformati in luoghi riservati al turismo e organizzati per favorire il commercio e la movida notturna.  E mette a dura prova anche la sicurezza, visto che quasi ogni sera scoppiano pericolose risse nei diversi rioni. Per questo, chi ancora abita in centro si sente un fantasma alla ricerca disperata di soluzioni per combattere il pericolo della morte sociale. E gli amministratori dove sono? Gli amministratori sono eternamente latitanti. E cosa accade ormai da anni? Accade che gli abitanti-fantasmi fuggono in luoghi più sicuri e vivibili e trasformano le loro abitazioni in b&b.

“Campo de’ fiori” è una delle tante magnifiche piazze del centro storico di Roma. Qui c’è uno dei mercati rionali più antichi di Roma, oggi trasformatosi in un suk che vende paccottiglia per i turisti mordi e fuggi. Un vero scempio.  Un suk che occupa la piazza dalle sei del mattino fino alle sei di sera, domenica compresa. Quindi Campo de’ fiori, luogo fondamentale per la socializzazione di chi ci abita non è più fruibile. Prima che fosse trasformata in una cosiddetta “Piazza Internazionale” – così definivano gli amministratori di allora lo scempio che stavano compiendo – era sempre piena di gente e soprattutto di bambini che giocavano, quando alle tre del pomeriggio – e non oltre – il mercato veniva smontato. Ora i bambini sembrano scomparsi. Sono diventati dei “fantasmini”, tanti piccoli Casper.  Ma quando c’è stato il lockdown, e il mercato non c’era più, sono riapparsi i bambini. Le loro vocine di gioia mentre correvano e giocavano sono nuovamente risuonate a Campo. La domanda che veniva spontanea era: ma allora ci sono ancora bambini che vivono in questo rione? Non sono scomparsi? Sono stati solo zittiti dalla gestione degli amministratori? Che hanno “svenduto” la piazza al bieco commercio? Fantasmi, anzi Fantasmini.

Dai gridolini di gioia di quel drammatico periodo, siamo arrivati all’Urban Vision di oggi. Di che cosa si tratta? Il Comune di Roma ha rilasciato il permesso per installare uno schermo gigante piazzato sui ponteggi posti sulla facciata di un palazzo della piazza che non è in ristrutturazione. L’Urban Vision proietta filmati pubblicitari ed emette anche suoni assordanti, da stadio. Siamo improvvisamente piombati in una dimensione alla Blade Runner. Un inquinamento acustico inaudito. Mi chiedo: esiste ancora un articolo di legge che parla del disturbo della quiete pubblica?  Qualcuno dice che questo articolo di legge esiste. Ma allora perché è prima di tutto il Comune ad ignorarne l’esistenza? Se da quel pulpito viene quella predica, come possiamo chiedere a negozianti, bar o ristoranti, che mettono musica a tutto volume – anche a notte fonda – di spegnere gli amplificatori perché nelle nostre case non si vive più? C’è poi il capitolo degli “artisti di strada” che dalle sei del pomeriggio fino alle dieci di sera, ma quasi sempre vanno oltre, cantano e suonano utilizzando gli amplificatori, anche se i regolamenti ne vietano l’uso. Sempre tutto fatto a favore del turismo mordi e fuggi e della movida da città “internazionale”.

E chi vi abita in questa città? Chissene frega! Si dice a Roma.

Non ci sono più i negozi necessari alla vita del rione, trasformati tutti in rivendite di gadgets, in gelaterie e  paninoteche per turisti, costringendo gli abitanti ad andare in altri rioni per le loro esigenze quotidiane.

Eppoi, sì eppoi vogliamo parlare dei posti auto per i residenti? Che pagano una tassa salata per entrare, e sostare in zona ZTL visto che vivono al suo interno? Solo che i varchi che sono stati istituiti vengono passati al contrario da avventori che non hanno il passi, e così i poveri residenti non riescono a parcheggiare nei posti dedicati a loro e la beffa è che se parcheggiano fuori dalle strisce bianche vengono anche multati.

Infine, dulcis in fundo, la monnezza”! Il problema è stato risolto in un modo molto semplice: gli amministratori hanno trasformato gli androni dei palazzi  – spesso di pregio e quindi vincolati  -in una discarica. Vincolati da chi? Dai Beni Culturali, che tacciono. Così, una volta chiusi i portoni, chi passa non vede la monnezza. Ma capita a volte che per eliminare il puzzo nauseabondo degli androni dei loro palazzi qualcuno scarichi i sacchetti per la strada. Così, i residenti si trovano ad avere la monnezza differenziata a casa, nell’androne puzzolente e nei vicoli.

A questo punto vogliamo ancora domandarci perché gli abitanti lasciano le loro case? La risposta è molto semplice, per preservare la loro salute mentale. Vogliono tornare a sentirsi persone e non più fantasmi.

C’è qualcuno che continua a dire e pensare che gli abitanti nelle zone ZTL siano dei privilegiati rispetto a chi abita nella periferia. Roba da pazzi. Per svelenire un po’ gli argomenti serissimi che ho trattato, vorrei concludere col film di Pietrangeli col quale ho iniziato. Che cosa escogitano i fantasmi del film per evitare l’abbattimento del palazzo e la distruzione delle loro vite? Chiedono a uno di loro, il pittore Caparra, bravino ma non eccelso, vissuto nel ‘600, splendidamente interpretato da Vittorio Gassman di dipingere dietro un soffitto coperto un grande affresco….. e poi lo fanno scoprire e gli esperti che accorrono a studiarlo lo scambiano per un Caravaggio. Il Caparra diventa una furia, ma in questo modo i fantasmi salvano il palazzo e le loro esistenze di fantasmi. Che cosa dobbiamo escogitare per salvarci noi fantasmi del Centro Storico?

 

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6 risposte

  1. Letto con la massima condividione. Le amministrazioni pubbliche dormono, sono incuranti dei nostri problemi, non vedono e non sentono….e purtroppo sanno che non riusviremo mai ad averla vinta. Hanno paura solo al momento del nostro voto…….peste li colga!!!!!

  2. Condivido in pieno, mi preme precisare, però, che i residenti nella ZTL, non hanno posti riservati di parcheggio , come avviene ad esempio a Siena. A loro è consentita la sosta gratuita nelle strisce blu.

  3. Le luminarie pacchiane dei vari bar pub ristoranti deturpano una delle piazze storiche facendola somigliare a un luna park della periferia di Casablanca

  4. Dove andremo a finire se addirittura i residenti pagano una cifra di 200€ l’anno per la ztl? Oppure se vengono multati quando parcheggiano in divieto…

  5. Uno scempio per un centro storico che il Comune e le amministrazioni non curano affatto. Basta vedere nella piccola piazza di Largo dei Librari le licenze assurde che sono riusciti a dare a locali senza regole che deturpano la caratteristica storica della piazzetta . E Il mercato di Campi dei Fiori? Quale mercato? Le bancarelle di pasta e tartufi finti. Una vergogna comunale!!!

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Continuano i sit-in itineranti della Rete di Associazioni per una Città Vivibile per denunciare i problemi e chiedere all’amministrazione un dialogo strutturato e continuativo con i cittadini.

Dopo Campo de’ Fiori, tocca a Trastevere (il 21/11 p.v.)

Basta strage stradale a Roma (ma anche in tutta Italia)!
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