Qualche giorno fa, a seguito dell’emissione delle due ordinanze da parte del commissario Tronca, le salutavamo con moderata soddisfazione, in quanto le avevamo trovate non proprio solidissime: dettagliate e verbose premesse per dispositivi che apparivano superabili in diversi punti. Ne avevamo sottolineati alcuni tra cui il seguente:
“Un’altra perplessità riguarda l’applicabilità di quanto stabilito nelle ordinanze, dove si dice, ad esempio, che è vietato svolgere “…attività assimilabile al trasporto pubblico…” nei luoghi indicati dall’elenco, ma allora questo significa che in tutti gli altri luoghi tale attività sarà consentita? E come può essere che un’attività rappresenta un problema di degrado e di sicurezza urbana solo in alcuni luoghi? E che dire se tale attività invece che essere svolta a piazza di Spagna lo è a via Condotti?”.
Ebbene siamo stati facili profeti giacché i centurioni, dopo qualche giorno di disorientamento, hanno subito capito come aggirare i divieti e si sono spostati ad offrire con la solita insistenza i loro servigi ovunque non sia vietato dall’ordinanza (ad esempio in S. Pietro in Vincoli o a via delle Muratte).
E forse gli è ancora sfuggito che se ai risciò è vietata via del Corso, per loro invece è un luogo consentito.
Inoltre c’è da aspettarsi che presto torneranno anche i risciò ad ammorbare tanti luoghi del centro storico, limitandosi ad evitare quelli vietati dall’ordinanza.
Non sappiamo se le ordinanze siano state pensate ed impostate dallo stesso Tronca o se invece il commissario si sia affidato agli uffici capitolini. Comunque sia è bene che il commissario si renda conto che è capitato nel luogo dove il diritto è sì stato inventato, ma che oggi è senza dubbio la patria del cavillo, dell’arzigogolo giuridico, dell’iperbole interpretativa. Per questo i testi normativi, le determinazioni dirigenziali ma soprattutto le ordinanze devono essere le più semplici possibile e scritte da chi abbia dimostrato di avere tutta la dimestichezza necessaria a blindare tali provvedimenti (e per individuare tali soggetti suggeriamo di chiedere all’ex-assessore Leonori, che aveva capito come servirsene con estrema efficacia).
Ora sembra che l’elenco dei luoghi individuati dalle ordinanze verrà integrato con altri dove nel frattempo si sono spostati i centurioni, ma così non se ne uscirà mai, essendo il centro storico di Roma estremamente esteso e l’elenco delle vie e piazze non sarà mai esaustivo, mentre probabilmente non si può vietare certe attività indiscriminatamente in tutto il centro storico.
Noi l’avevamo già suggerito al commissario di guardare al nuovo regolamento di polizia urbana, che è pronto da mesi e che aspetta solo di essere messo in vigore, anziché ricorrere a provvedimenti temporanei e facilmente superabili. In quel testo vengono affrontati tanti problemi cittadini, dai centurioni invadenti ai pericolosi risciò, dagli abusi negli alcolici al divieto di rovistaggio nei cassonetti. Insomma tante misure anti-degrado che i cittadini aspettano da anni.
Sappiamo che quel provvedimento è già all’attenzione del commissario Tronca e ci permettiamo, nel nostro piccolo, di invitarlo caldamente a procedere con la sua immediata approvazione. Seppur qualche norma in esso contenuta si rivelerà non perfetta, siamo sicuri che la gran parte di esse indirizzeranno i problemi per cui sono state pensate. Ma soprattutto sarà un enorme salto di qualità rispetto al regolamento di polizia urbana vigente che risale al 1947!?!
Una risposta
…anche se -approvato il regolamento- viene sempre il problema dei controlli e di chi fa rispettare le norme, e con i vigili che abbiamo…….