I primi di settembre abbiamo parlato del nodo Flaminio, opera strategica per i trasporti, ferma ormai da un anno, il cui cantiere difficilmente ripartirà. Oggi ci concentriamo sulla seconda (e di fatto unica) opera in costruzione nella Roma di questi anni: la nuova stazione Pigneto. Si tratta di uno scambio fondamentale per l’intero quadrante est che cambierebbe la vita a decine di migliaia di pendolari ogni giorno.
A marzo del 2017 avevamo spiegato nel dettaglio il progetto e i vantaggi di questa stazione: la ferrovia FL1 è la più frequentata tra le linee metropolitane collega l’aeroporto di Fiumicino con Fara Sabina, passando per tutte le principali stazioni di Roma. Tra Tuscolana e Tiburtina si innesterà la nuova fermata Pigneto che permetterà lo scambio con la Metro C, con la linea FL3 (che collega Ostiense con Viterbo passando per Cesano, Bracciano e La Storta), con le linee tranviarie e bus di superficie. Inoltre, in un futuro non troppo lontano, la stazione Pigneto permetterebbe una fermata aggiuntiva per i treni provenienti dal sud così che i passeggeri possano usufruire del trasporto locale senza bisogno di arrivare a Termini, decongestionandola.
Il progetto diviso in tre tronconi, è finanziato nella sua prima parte grazie ai 22 milioni messi a disposizione da RFI. Ma i lavori vanno a singhiozzo! Il problema sta nella confusionaria rete di sottoservizi: tubature del gas, condutture dell’acqua, cavi elettrici. Un gran caos, come sempre nel sottosuolo di Roma, che dovrebbe essere gestito con piglio e decisione dall’amministrazione comunale. Solo con un coordinamento del Campidoglio si può sbrogliare la matassa e coordinare gli interventi di Italagas, Acea, Enel e così via. Ma se li si lascia liberi di fare quello che vogliono e soprattutto con i tempi che vogliono, non si arriverà mai ad iniziare il cantiere.
Il comitato MetroxRoma, tra i massimi esperti nel settore dei trasporti della capitale, si è sfogato contro questa inefficienza e – aggiungiamo noi – indolenza del Comune che vive quest’opera come se fosse la riasfaltatura di una stradina di periferia. Senza alcuna priorità o capacità decisionale. “Non è serio che sembri solo interesse di RFI costruire questa stazione – scrive MetroxRoma – così come non è pensabile che tutti i dipartimenti giochino a salvaguardare solo il proprio orticello senza guardare fuori dal perimetro del proprio ufficio, come non è pensabile che gli assessori non governino i loro dipartimenti in questa folle spirale“.
Insomma, anche di fronte l’unica opera infrastrutturale in costruzione a Roma (peraltro l’unica finanziata grazie ad un intervento esterno), a decidere sono solo oscuri funzionari o geometri capitolini. La politica è totalmente assente, senza mostrare alcun interesse strategico. Se ci fosse un assessore ai lavori pubblici (e la signora Gatta non lo è), avrebbe già messo in piedi un tavolo con le aziende dei servizi per dare tempi certi ai loro interventi. Avrebbe spiegato agli uffici che vi sono opere che hanno la priorità e altre che possono essere rimandate di qualche mese. Insomma la stazione Pigneto nascerà solo se a guidare il cantiere ci sarà una testa e non solo braccia.
Purtroppo al momento non sembra vi sia questa volontà. La scadenza di settembre per l’avvio della cosiddetta fase due dei lavori è saltata perché Italgas ha deciso di sostituire le tubature in via Casilina e lo sta facendo con una lentezza esasperante. La fase uno già sconta un anno di ritardo e così proseguendo la stazione Pigneto vedrà la luce nell’anno del mai.
Tutto questo è davvero triste, non solo per l’importanza strategica del nodo di trasporto, ma anche per il decoro e la funzionalità del quartiere. Nel rendering qui sotto si può vedere la situazione attuale del vallo ferroviario (a sinistra) e la nuova sistemazione (a destra), una volta coperto il vallo. Nasceranno piste ciclabili, area verde, giardini e panchine. La sosta ridisegnata e verrà ampliata l’area pedonale, ridando vita ad un quartiere oggi soffocato dal traffico.
Evidentemente quello che alcuni chiamano il “sentiment” dei cittadini non è lo stesso di quello che si vive nelle stanze della giunta comunale. E pensare che questa sarebbe dovuta essere l’amministrazione dei cittadini!
2 risposte
CI sono almeno due aspetti che saltano all’occhio in questa situazione.
1) l’inadeguatezza dell’assessore Gatta
2) la difformità delle mappe dei sottoservizi dall’effettiva loro locazione.
Incredibile che non si abbia precisa contezza di cosa c’è nel sottosuolo della città
CI sono almeno due aspetti che saltano all’occhio in questa situazione.
1) l’inadeguatezza dell’assessore Gatta
2) la difformità delle mappe dei sottoservizi dall’effettiva loro locazione.
Incredibile che non si abbia precisa contezza di cosa c’è nel sottosuolo della città