Si dice che il grande scrittore Raffaele La Capria, scomparso di recente, soffrisse troppo nel vedere il monumento ridotto in quel modo. Dal suo appartamento, all’ultimo piano di Palazzo Pamphilj, poteva ammirare il Gianicolo ma la recinzione metallica che dal 2018 circondava l’eroe dei due mondi, simboleggiava ai suoi occhi la decadenza di Roma.
Purtroppo La Capria non ha fatto in tempo a vedere il restauro, avviato dopo ben quattro anni per le solite lentezze romane. Durante un temporale, il 7 settembre 2018, un fulmine cadde sulla statua danneggiandola gravemente. Come sempre si fa nella capitale, invece di accelerare i lavori si montò un’oscena rete tutto intorno che lì è rimasta fino a oggi. Sul sito del Comune è apparsa, in queste ore, la buona notizia che i lavori stanno per iniziare e saranno coordinati dalla Sovrintendenza Capitolina.
Con una durata prevista in 180 giorni, si è deciso di installare sul colle un parafulmine che eviterà il ripetersi di fenomeni elettrici. Già nel 1944 e poi nel 1971, il cavallo e il busto di Garibaldi furono danneggiati da un fulmine e – siccome non c’è due senza tre – ecco che nel 2018 è accaduto di nuovo. A protezione, sarà realizzata una cosiddetta “gabbia di Faraday”, cioè un sistema in grado di attirare i fulmini isolando il monumento e conducendo la carica elettrica altrove.
I marmi saranno oggetto di conservazione così come le parti in bronzo e le sculture circostanti. In realtà il monumento era già stato restaurato nel 2011, per le celebrazioni dell’unità d’Italia, ma dopo il fulmine del 2018 era precipitato in uno stato di abbandono totale. Cittadini e amanti dell’arte più volte si erano riuniti organizzando sit-in per richiamare l’attenzione sul degrado dell’area ma la Sovrintendenza ha fatto sapere che il progetto “è stato preceduto da una accurata campagna di indagini (omissis) finalizzate ad accertare cause e conseguenze dei fulmini che hanno danneggiato il monumento“!
Insomma quattro anni per capire che una statua in bronzo rischia di attirare i fulmini e che serviva installare un parafulmine. Vabbè!
Nel frattempo turisti e romani si sono trovati davanti uno spettacolo indecoroso. Non solo il monumento circondato da transenne ma l’intero Belvedere del Gianicolo mantenuto come una discarica. Vetri rotti, cassonetti rivoltati che sversano percolato, zanzare e molti senza tetto che qui hanno installato il loro giaciglio di fortuna. Dunque non si trattava di attendere il tempo “necessario” a fare le indagini ma anche un luogo così pregiato è rimasto vittima dell’abbandono tipico di Roma.
Peccato perché non solo da qui si ammira uno dei panorami più belli, ma perché conserva un alto valore simbolico. Il monumento fu inaugurato il 20 settembre (la data della breccia di Porta Pia) del 1895 alla presenza del Presidente del Consiglio Crispi e del Sindaco di Roma, Ruspoli. Fu una sorta di festa per la città, con oltre 60 mila persone intervenute a rendere omaggio a Garibaldi. Mai avrebbero immaginato che 127 anni dopo l’intero complesso sarebbe finito in condizioni di tale degrado.
I lavori dovrebbero terminare a gennaio del 2023 e c’è da sperare che per quella data sarà sistemata anche la balaustra del Fontanone, a pochi passi da Garibaldi e coperta dalla immancabile rete arancione che ovunque appare diventa parte della città.