Sono anni che li vedo. Questi tubi e chi li usa sono per me il vero mistero, o forse simboli rumorosi di un modo di vivere lievemente incomprensibile.
Perché soffiate via, da un’altra parte, in un altro angolo di strada tutta la polvere, le foglie, l’immondizia pulviscolare indesiderata. E perché quando lo fate avete un’aria di sfida, quasi arrogante. Come se vi possedesse Eolo, il dio dei venti, o foste proprio voi uno dei suoi dodici figli che unendosi tra di loro ne crearono tanti e tanti.
Ecco, ora ti ho catturato e ti ho pure guardato negli occhi, un attimo fa mentre tentavi di soffiare via anche me perché me ne sto seduta in assenza di panchine in una specie di zona franca tra la residenza imperiale e la strada. Eccomi: dimmi allora. Perché lo fai? Perché non spazzare? Al paese mio c’era una donna che spazzava prima tutta la casa, poi il marciapiede, infine se ce n’era bisogno tutta la strada. Diceva (si chiamava Emilia) che il vento porta via il sudiciume se lo si lascia per strada.
Raccoglierlo giovava a tutto il paese. E forse al mondo.