Il recente restyling di piazza Venezia (tra l’altro pure una mezza schifezza) fa parte dei lavori del Giubileo 2015!!! Dunque i fondi per quell’evento straordinario sono stati spesi con ben sei anni di ritardo. Per evitare di ripetere gli stessi errori, il governo nazionale e il sindaco Gualtieri le stanno pensando tutte. L’ultima novità è arrivata ieri pomeriggio quando con l’emendamento omnibus alla manovra economica, l’esecutivo Draghi ha costituito una nuova società pubblica.
Si chiamerà “Giubileo 2025” e dovrà affiancare il Sindaco nel ruolo di coordinamento. In pratica fungerà da stazione appaltante per le opere e dovrà assicurare il corretto svolgimento dei servizi e degli eventi.
Un ruolo enorme soprattutto se si considera che manca pochissimo tempo, solo tre anni, per realizzare infrastrutture che Roma attende da secoli. Senza voler assumere il ruolo di Cassandra ma semplicemente ad essere realisti, ci sono molte possibilità che per il 2025 quasi nulla sarà pronto, nonostante lo stanziamento ingente di 1 miliardo e 350 milioni.
Vediamo quello che dovrebbe essere realizzato con questi denari secondo la lista presentata dai Ministeri, da Comune di Roma e Regione Lazio.
Cinque nuove tramvie: sono state inserite nel Pnrr ma in parte erano già finanziate. La tramvia Togliatti e la Termini-Giardinetti sono a carico di fondi stanziati negli anni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture. Mentre le linea Verano-Tiburtina e la cosiddetta TVA – Termini Vaticano Aurelio – fanno parte del Pnrr e quindi devono necessariamente essere completate entro il 31 dicembre 2026, altrimenti si perdono i soldi europei. Era stato l’ex assessore Calabrese a promettere (improvvidamente) che tutto sarebbe stato pronto per il Giubileo.
Tevere navigabile: è un vecchio progetto che consiste nell’eliminare le rapide all’altezza dell’Isola Tiberina, con banchine ripulite e approdi per le barche.
Sottopassaggio piazza Risorgimento-Vaticano: sul modello di quello che fu costruito per il Giubileo del 2000 a porta Cavalleggeri, dovrebbe permettere ai pellegrini di arrivare davanti ai Musei senza attraversare strade trafficate.
Potenziamento linea Termini-Fiumicino: l’attuale treno Leonardo Express è costoso e lento. Dovrebbe essere migliorato, anche ampliando la stazione dentro l’aeroporto.
Chiusura anello ferroviario: raddoppio della tratta Valle Aurelia-Vigna Clara, un collegamento tra Vigna Clara e Val d’Ala e nuova stazione a Tor di Quinto.
Pedonalizzazioni: in particolare di via della Conciliazione e di altre direttrici verso le chiese più frequentate.
Riqualificazione delle stazioni principali: Termini, Trastevere, Ostiense e ovviamente San Pietro che sarà molto utilizzata nel periodo giubilare.
Acquisto di bus elettrici e treni più ecologici per le ferrovie regionali.
E poi opere non strettamente romane come la banchina del porto di Civitavecchia che dovrà essere allungata, la bretella Cisterna – Valmontone più le autostrade tra Civitavecchia e Orte e tra Roma e Latina.
A parte l’ultimo punto sul quale c’è una competenza ministeriale, il resto dovrebbe essere quasi tutto coordinato dalla nuova società Giubileo 2025 che dovrebbe fare miracoli. Pensare, infatti, che in tre anni si realizzi anche solo la metà delle opere indicate è una utopia o un sogno. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi relativamente alla stazione Pigneto, l’unica vera grande infrastruttura approvata, è bastato che Acea e Italgas non spostassero alcune tubature per tenere bloccati i cantieri da quattro anni. Come si può immaginare che davvero si chiuda l’anello ferroviario o si renda navigabile il Tevere in così poco tempo?
L’emendamento inserito nella manovra economica dal governo Draghi prevede che il commissario (cioè Gualtieri) sia affiancato da 5 subcommissari e che questi mettano a punto un cronoprogramma che andrà approvato dal Presidente del Consiglio. Se il cronoprogramma non verrà rispettato, il Governo potrà revocare i fondi. Dunque i 5 subcommissari saranno il cuore della nuova società Giubileo 2025 ma è ovvio che avranno bisogno di personale, di tecnici, ingegneri, architetti, etc. Solo mettere in piedi questa squadra richiederà del tempo e poi la redazione del cronoprogramma avrà bisogno di altro tempo. Insomma come al solito siamo partiti tardi e non è con strutture commissariali che si riesce a colmare un ritardo imperdonabile.
Che il Giubileo sarebbe stato nel 2025 si sapeva da anni e che a Roma sarebbe arrivato circa un miliardo si sapeva dall’epoca del Governo Conte, quando l’Europa approvò il cosiddetto Recovery Fund. Se la macchina comincerà a muoversi solo a gennaio del 2022, è probabile che di questa lunga lista di opere vedremo molto poco. E se non interverrà una proroga (che probabilmente arriverà) molte infrastrutture potrebbero restare incomplete, private dei fondi per non aver rispettato il limite del 2026. Ci potremmo trovare nella malaugurata situazione di vedere una tramvia iniziata e lasciata metà o di una ferrovia sulla quale non passerà mai un treno.
3 risposte
Vi seguo quotidianamente e apprezzo molto i vostri articoli. Mi domando se in questo caso non si possa adottare il modello che ha portato Genova a riavere il suo ponte dopo 1 anno e mezzo
Grazie Marco per i complimenti. In effetti il cosiddetto “modello Genova” può essere una strada da seguire e ci auguriamo che la stiano prendendo in seria considerazione.
Io sono genovese ma abito a Roma da 20 anni… Genova non è Roma, sia a livello burocratico, sia a livello di governo centrale (Sindaco e Regione). Genova è una città molto più povera di Roma, ma molto focalizzata su business e turismo. Purtroppo Roma è una città ferma da almeno 20 anni e non c’e’ una volontà politica di invertire questo andamento, anche perchè i tantissimi soldi a disposizione vengono facilmente dirottati in altre situazioni…