L’ultimo in ordine di tempo è il sistema “Tutor” installato nel tunnel che collega Pineta Sacchetti con l’Olimpica. La Galleria Giovanni XXIII raggiunge così due primati: essere il tunnel urbano più lungo d’Europa e il primo in Italia ad essere dotato di un meccanismo che registra la velocità media dei veicoli. Per ora i quattro Tutor sono presenti nella sola canna che parte da Pineta Sacchetti ma entro marzo 2022 dovrebbe essere vigilata anche la canna opposta.
Non è chiaro se in questi ultimi giorni di novembre il controllo sia già attivo. Secondo fonti capitoline si stanno completando gli ultimi test ma occorre già fare attenzione perché da un momento all’altro potrebbe arrivare la brutta sorpresa di una multa per eccesso di velocità. Il limite è di 70km/h ma i tutor sono tarati con uno scarto di 10km/h per cui non si deve superare la velocità media, tra ingresso e uscita di 80. Altrimenti scatta una contravvenzione che va da 41 a 160 euro. Se la media registrata dal sistema dovesse essere tra 80 e 120Km/h la multa andrebbe da 168 a 674 euro, oltre a tre punti di decurtazione dalla patente.
Se il Tutor si concentra solo sulla velocità, nella capitale sono in arrivo altre apparecchiature elettroniche che avranno compiti di sorveglianza del traffico più completi. Entro la primavera partirà il progetto voluto da Smart-I, una start up tutta romana che installerà quasi 100 telecamere intelligenti. Saranno capaci di verificare se un automobile o un camion sono a posto con l’assicurazione o la revisione. Oppure se una moto compie un’inversione irregolare e crea pericolo per gli altri veicoli.
La società ha vinto il bando “Action for 5G” che Vodafone ha dedicato a piccole e medie imprese con idee innovative. Grazie alla connessione ultra rapida a 5G, le telecamere potranno interrogare gli archivi della motorizzazione o dialogheranno con la centrale della polizia Municipale per segnalare comportamenti scorretti al volante.
Le 100 telecamere si aggiungono alla rete già presente sul territorio che è certamente meno efficiente e moderna. Le prime 45 furono installate per il Giubileo del 2000 ed erano posizionate nei dintorni delle chiese affollate di pellegrini e agli incroci più trafficati. La rete, piuttosto all’avanguardia per l’epoca, passava attraverso una fibra ottica che era stata stesa nelle gallerie delle metropolitane A e B. Una decina di anni dopo, il sistema è stato rinnovato e sono state aggiunte altre 31 telecamere. Anche la rete è stata estesa e installata lungo la Tangenziale Est, il Muro Torto e la Togliatti, così da raggiungere altre zone della città meno centrali.
Infine nel 2020, sono state aggiunte altre 28 telecamere più efficienti perché in grado di acquisire dati specifici sui flussi di traffico.
In totale, dunque, la rete capitolina oggi dispone di 104 telecamere, tutte concentrate sul traffico, alle quali si aggiungeranno entro fine 2022 le 100 di Smart-I che avranno anche funzioni di controllo ma sempre legate alla mobilità. Vi sono poi 50 varchi di accesso alle ZTL e una decina di impianti per la tutela delle corsie preferenziali.
Molto poco invece sul fronte della sicurezza. Roma resta una delle città con il minor numero di occhi elettronici destinati a prevenire reati, lontanissima dagli standard di altri paesi occidentali. Parigi è la seconda capitale più controllata al mondo, con 0,75 telecamere di sicurezza ogni chilometro quadrato, battuta solo da Seul che ne ha 0,85. A New York sono 0,5 e a Los Angeles 0,1.
Sebbene le telecamere possano essere un importante presidio contro il crimine, c’è da dire che la loro eccessiva capillarità può preoccupare per la privacy dei cittadini perennemente spiati dal grande fratello. Di cruciale importanza la conservazione di questi dati e il loro utilizzo. Il tema per ora non riguarda la nostra città che dispone di poca videosorveglianza ma in un mondo sempre più sottoposto a pass elettronici (oggi anche sanitari) ci si dovrà interrogare sui limiti e sulle regole da seguire.