Governo nazionale: i déjà vu che viviamo a Roma

“Trasparenza e Partecipazione” è uno dei principali mantra che il M5S ha ripetuto allo sfinimento da quando ha preso le redini del governo cittadino a Roma.

Non a caso nell’imperdibile rubrica settimanale “La Sindaca Informa” campeggia a caratteri grandi la scritta “Trasparenza e Partecipazione sono la nostra stella polare”.

 

 

Noi fin dall’inizio avevamo notato quanto vuote fossero quelle parole, osservando la sistematica mancanza di trasparenza nell’operato dell’amministrazione e l’assoluta impossibilità per i cittadini di partecipare ma anche solo di interagire con i diversi attori istituzionali.

Insomma una distanza abissale tra le parole usate, a partire dalla campagna elettorale, e la pratica di governo. E sono oltre due anni che su ogni partita siamo costretti a riscontrare tale distanza.

 

Osservando quanto sta accadendo a livello nazionale col governo M5S-Lega, pur non volendo entrare nel merito delle questioni, non possiamo non notare una opacità simile nell’azione di alcuni ministri del M5S. Due esempi su tutti.

Riguardo alla tragedia di Genova, si è fatto un gran parlare dello scandalo della secretazione di alcune parti dei contratti relativi alle concessioni autostradali. Come infatti lamentato anche dalla stessa Autorità dei Trasporti, i dati gestionali sulle concessioni sono oggi detenuti in via esclusiva dalla struttura organizzativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; tali dati consentirebbero di distinguere gli investimenti aggiuntivi che si intendono fare da quelli già previsti nelle convenzioni in essere e non realizzati, ma al momento non sono nella disponibilità dell’Autorità.

Il 16 agosto il ministro Di Maio dichiarava: “Adesso desecretiamo i contratti delle concessioni autostradali. I cittadini non lo sanno ma quei documenti sono secretati e anche noi facciamo fatica a conoscerli“. Purtroppo però a tutt’oggi quei documenti sono ancora coperti da segreto, nonostante la loro pubblicazione richiederebbe probabilmente solo una decisione da parte del ministro Toninelli.

Perché i massimi rappresentanti di un movimento che ha fatto della trasparenza uno dei pilastri fin dalla fondazione ci mettono così tanto a pubblicare qualcosa così importante e che per motivi indicibili è stato tenuto segreto per anni?

 

L’altro esempio è solo di ieri e riguarda invece la questione dell’ILVA di Taranto. Il ministro Di Maio, dopo aver chiesto all’ANAC un parere sulla gara vinta da Arcelor-Mittal, ha fatto lo stesso con l’Avvocatura dello Stato. Quest’ultimo parere è stato fornito nei giorni scorsi, ma mentre tutti erano in attesa della sua pubblicazione per poterlo leggere ed analizzare, il ministro Di Maio si è limitato ad illustrarlo in una conferenza stampa dando ovviamente la sua visione della cosa, ossia quello che lui ha capito di quel documento.

Da più parti si è sottolineata l’anomalia di una tale procedura, per quanto parrebbe giustificata dalla richiesta della stessa Avvocatura di non rendere noto il parere. Sempre riguardo la vicenda dell’ILVA all’Avvocatura erano stati chiesti altri pareri ed essi erano stati resi pubblici dall’allora ministro.

Perché allora il capo politico di un movimento che da sempre ha professato trasparenza massima su tutto non procede senza indugio a pubblicare l’ultimo parere dell’Avvocatura così che tutte le parti, sindacati in primis, possano leggerlo e capire come stanno davvero le cose?

 

Forse tanti italiani saranno stupiti di queste pratiche alquanto oscure dei sedicenti paladini della trasparenza, ma per noi a Roma si tratta semplicemente di deja vue, ossia di qualcosa che l’amministrazione Raggi ci ha già fatto sperimentare negli oltre due anni da che è in carica. Nessuna discussione pubblica è stata mai fatta a Roma anche su partite fondamentali, come ad esempio le Olimpiadi, dove la Raggi aveva promesso un referendum in campagna elettorale, oppure il nuovo stadio della Roma.

Nessuna sorpresa quindi che i compagni di partito della Raggi adottino uno stile di governo simile. Abbiamo solo una forte preoccupazione che uno stesso stile possa condurre a risultati simili e che quindi anche a livello nazionale assisteremo ad un peggioramento sotto tutti gli aspetti.

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3 risposte

    1. Touché.
      La mia povera professoressa di francese si starà rivoltando nella tomba. E dire che mi dava anche dei bei voti …
      Grazie comunque della notazione, nonostante l’acidità.

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