Continuando l’assenza di un qualsiasi dibattito pubblico su un’infrastruttura ciclabile che dovrebbe rivoluzionare la mobilità cittadina, è solo spulciando sul facebook del delegato alla ciclabilità che si riesce a cogliere qualche spunto. Nulla di chiaro e definitivo, per carità (hai visto mai che i cittadini volessero farsi un’idea precisa di cosa aspettarsi), ma almeno ci si può fare un’opinione di come stanno andando le cose, ossia non precisamente bene.
Lo stato dell’arte al momento dovrebbe essere che il Dipartimento Mobilità del Comune di Roma ha inviato la propria proposta di GRAB al Ministero delle Infrastrutture che ora la dovrebbe valutare.
Non è dato sapere il contenuto della proposta inviata, a meno di indiscrezioni (è stato lo stesso delegato Bellino a chiarire che gli elaborati non sono consultabili), ma le associazioni che avevano ideato il GRAB, Legambiente e VeloLove in primis, hanno avuto modo di criticarla pesantemente.
In mancanza di risposte ufficiali del Comune, ma anche ufficiose, alle accuse delle associazioni, ad un commentatore che sul suo blog garbatamente insisteva per sapere cosa il Dipartimento/Assessorato pensava di quelle critiche, il delegato Bellino (Rota Fixa il suo nomignolo) così rispondeva:
La formula usata dal delegato, “… la prego di leggere con attenzione quali siano i termini della questione .” fa capire che deve trattarsi di argomento delicatissimo e da trattare con estrema precisione.
Noi ci siamo andati sulla pagina indicata, abbiamo letto con l’attenzione richiesta, o almeno ci abbiamo provato, e quello che abbiamo capito è che le associazioni che avevano proposto originariamente il GRAB devono aver alzato troppo la posta, con il Comune che non se l’è sentita di ridimensionare in maniera sostanziale la sosta dei veicoli in alcune zone per far spazio alle ciclovie.
Cercando di motivare il lavoro dei tecnici del Comune, l’estensore del pezzo (che è anche uno degli ideatori del GRAB, poi fuoriuscito da VeloLove) dice che essi “… hanno cercato di trovare una quadra tra le galoppanti fantasie delle associazioni promotrici, i costi reali, i vincoli viari ed urbanistici e la ‘vision’ urbana della nuova giunta, insediatasi a luglio.”
Inoltre:
“Il nuovo progetto reimmaginato da Velolove modifica per intero l’ultima parte del percorso, trasferita dalla banchina fluviale (dove un corridoio ciclopedonale è già esistente) alla rete viaria dei quartieri Flaminio e Prati, fino alle stradine del Ghetto, con la previsione di eliminazione di un migliaio abbondante di posti sosta per le auto, in una scelta definita, dai proponenti, ‘coraggiosa’.
Ora, a casa mia, il coraggio è di chi le cose le fa, non di chi chiede ad altri di farle al proprio posto. E lungi da me difendere il ‘diritto alla sosta’ ed i posti auto dei residenti, ma è nel pieno diritto di un’amministrazione eletta da alcune centinaia di migliaia di cittadini decidere da sé le proprie politiche urbanistiche, anziché farsele dettare da un grappolo di associazioni elette soltanto da se stesse.”
Che siano più o meno “galoppanti” le fantasie delle associazioni promotrici del GRAB dipende molto dal punto di vista ma una cosa è certa: l’amministrazione eletta ha tutto il diritto, ed aggiungeremmo anche il dovere, di decidere le politiche urbanistiche, ma da chi ha fatto di “trasparenza e partecipazione” il proprio mantra fin dagli inizi, ci si aspetterebbe un’effettiva apertura al dibattito cittadino, illustrando le alternative possibili, ascoltando tutti i pareri ed infine facendone una sintesi alla luce del sole.
Quello che l’amministrazione non dovrebbe fare, sebbene ne abbia tutto il diritto, è proprio “decidere da sé”, nelle segrete stanze come hanno fatto da sempre tutte le amministrazioni che l’hanno preceduta. Anche perché quando le discussioni sono opache, poco o per nulla visibili, non è dato sapere chi e sulla base di quali motivazioni riesca ad influenzarle.
Quando infatti l’autore del pezzo parla di “vision urbana” della nuova giunta, sarebbe bello poter conoscere qual è questa vision, perché da una parte vediamo un integralista della ciclabilità come il delegato Bellino e dall’altra capiamo che non si ha il coraggio di toccare un consistente numero di posti auto nel centro cittadino.
Verrebbe anzi da pensare che come ci sono autorevoli esponenti grillini chiaramente dalla parte dell’ambulantato romano o delle ditte pubblicitarie romane, debba esserci un’anima all’interno del M5S a cui della mobilità ciclabile non interessa un fico secco e che deve considerare la mobilità con mezzo proprio a motore una caratteristica intrinseca ed ineliminabile di Roma, arrivando a giustificare e perfino a proteggere la tipica sosta selvaggia romana. Non si spiegherebbe altrimenti come sia possibile che ormai a Roma sia consentito parcheggiare il proprio mezzo, auto o moto che sia, con la pratica certezza di farla franca, come mai neanche nei momenti peggiori dell’amministrazione Alemanno si era visto.
Sarebbe bello poter parlare di tutte queste cose in un dibattito pubblico, ma ormai abbiamo imparato che con questa amministrazione ciò non sarà mai possibile, con tanti saluti alla “trasparenza e partecipazione”.