Per la lotta ai vandali graffitari i sindaci e i prefetti disporranno di tre nuove possibilità: multe salate, obbligo di ripulire i danni e perfino una sorta di “daspo”, un allontanamento coatto dal luogo imbrattato.
E’ quanto prevede il decreto sicurezza messo a punto dal Ministero dell’Interno e approvato dal Consiglio dei Ministri. “Non si tratta di nuovi reati nè di aggravanti di pena – ha spiegato il ministro Minniti – ma di nuove misure…….. (omissis)…… a tutela del bene pubblico. La vivibilità, il decoro urbano e il contrasto alle illegalità sono elementi che riguardano il bene pubblico”. Parole importanti quelle del ministro che ci piacerebbe ascoltare dalla Sindaca Raggi o dall’assessore con delega al decoro ma………né la Sindaca ha mai citato il problema del decoro, né esiste un assessore al decoro. Nella città più degradata e imbrattata d’Europa!
Ma cerchiamo di guardare al bicchiere mezzo pieno e ai nuovi strumenti che il governo vuole mettere a disposizione dei Sindaci.
Obbligo di ripulitura dei luoghi: quello che già avviene in molti paesi diventa realtà in Italia. Il giudice potrà stabilire che i vandali colti a scrivere sui muri dovranno ripristinarli sostenendo di tasca propria le spese necessarie.
Inasprimento delle multe: oltre alle sanzioni già previste dal Codice Civile, il graffitaro che sporca mezzi di trasporto pubblici o privati o beni immobili dovrà pagare da 300 a 1.000 euro oltre alla detenzione da uno a sei mesi. Se il danno è rivolto a beni di valore storico o artistico la multa applicata salirà da 1.000 a 3.000 euro con un periodo di reclusione da tre mesi a un anno. Nei casi di recidiva la multa arriverà fino a 10.000 euro e la permanenza in carcere fino a due anni.
Daspo: esattamente come avviene nel calcio, scatterà l’obbligo di non frequentare un determinato luogo per coloro che sono stati condannati per atti vandalici. Il periodo di allontanamento potrà arrivare fino a 12 mesi.
Il pacchetto era stato sollecitato dai Sindaci e in particolare dal presidente dell’Anci Antonio Decaro. Ma ora che hanno un’arma in più riusciranno a far rispettare le norme? Si tratta del solito problema delle leggi ben scritte ma della difficoltà concreta della loro applicazione. Da una parte, infatti, i primi cittadini vengono investiti della responsabilità di governare ma spesso non ritengono di doversi occupare della sicurezza e del decoro (vedi il caso Raggi). Dall’altra vi sono difficoltà oggettive relativamente a chi dovrà svolgere le indagini per risalire agli imbrattatori.
In realtà non sarebbe così complicato come dimostrato da alcuni blog che con una semplice ricerca su internet sono riusciti a risalire alle “crew” che hanno taggato interi quartieri. Basterebbe poi mettere in piedi una database delle tags che permetta di risalire agevolmente a chi si intrufola nei depositi metro per ricoprire interi vagoni, o lascia la propria firma sui muri di tutti i palazzi. A Roma non si è mai fatto nulla del genere e anzi nel 2013 si decise addirittura di chiudere l’Ufficio Decoro Urbano che era l’unica forma di coordinamento. Il Sindaco Marino, sollecitato proprio da diarioromano/bastacartelloni sul tema, promise “trappole per i graffitari” organizzate dal Campidoglio. Ma non ebbe il tempo o forse la volontà di metterle realmente in pratica.
Oggi i writers non hanno alcun argine a Roma e soprattutto non viene messa in campo nessuna azione preventiva o investigativa. Le istituzioni hanno delegato ai cittadini organizzati (Retake in primo luogo) la cancellazione da qualche muro e le azioni dimostrative. Non serve a nulla se non a provocare delusione nei giovani che si vedono sporcare dopo 24 ore la parete che avevano faticosamente ripulito.
Il decreto del governo offre ora strumenti nuovi che vanno sfruttati dalla politica. L’attuale giunta 5stelle saprà cogliere l’opportunità o si limiterà alla solita litania de “i problemi sono altri”?
Una risposta
QUANDO VERRÀ DIMOSTRATO CHE I GRAFFITARI VENGONO MESSI DAVVERO IN CARCERE I TRENI SARANNO FINALMENTE LIBERI DAI GRAFFITI.GRAZIE PER LA POSSIBILITÀ DI COMMENTARE LA BELLA NOTIZIA.