Nella giornata dell’altro ieri, in merito alla neutralizzazione del terrorista tunisino, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha tra l’altro dichiarato che l’operazione di Sesto san Giovanni, alle porte di Milano “... non è casuale, è la dimostrazione della capacità di controllare il territorio“.
“Questa volta la punta di lancia è stata la Polizia di Stato” ha detto il ministro, ma “è un punto di connessione molto forte tra la Polizia, i Carabinieri e la Polizia Locale. Questa collaborazione rende, se non impossibile, più difficile penetrare sul territorio“.
Abbiamo allora voluto fare una verifica di questo efficace controllo del territorio in uno dei luoghi che sono stati giudicati più a rischio di attentati, l’area del Pantheon. Di seguito qualche immagine.
Va bene che i venditori ambulanti abusivi non rappresentano normalmente un reale pericolo, ma la loro presenza indisturbata dà la misura del livello di controllo del territorio.
Anche il musicista di turno non dovrebbe rappresentare un pericolo, ma il fatto che costui possa requisire per sé una buona ventina di metri quadrati della piazza senza che qualcuno gli dica qualcosa (senza contare il frastuono che genera per coloro che magari cercano di raccogliersi nella basilica del Pantheon, specialmente quando vi sono funzioni in corso), dà anch’esso la misura del “tana libera tutti” in corso, altro che buon controllo del territorio.
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C’è però un elemento che abbiamo rilevato e che piuttosto che essere un segnale di poco controllo rappresenta un pericolo grave ed immediato.
COSA CI FANNO DUE CAMIONCINI CARICHI DI BOMBOLE DI GAS A POCHI METRI DAL PANTHEON E DA CENTINAIA DI PERSONE?
Forse il ministro Minniti deve dare una ulteriore risistemata al sistema di sicurezza messo in piedi, tenendo presente che a Roma le cose si fanno “alla romana”.