L’incredibile incidente che due giorni fa ha visto tre agenti della Polizia Locale investiti da un’auto mentre facevano dei rilievi stradali, riporta di attualità la strage stradale in corso a Roma da tempo immemore.
In estrema sintesi, i tre agenti erano intervenuti in via Tiburtina a seguito di un incidente e mentre stavano facendo i loro rilievi sono stati investiti da un’auto che procedeva a grande velocità, guidata da un uomo che è stato poi trovato positivo all’alcool test (per una cronaca più dettagliata rimandiamo all’articolo di Romatoday).
Se l’elevato tasso alcolemico (quasi 4 volte superiore alla norma!?!) è stato certificato dal test, l’elevata velocità (di “velocità folle” parla l’articolo di Romatoday) si può probabilmente desumere dalle conseguenze dell’impatto. Ci troveremmo quindi di fronte alla combinazione di due tra le principali cause degli incidenti stradali, ossia l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza (o sotto l’effetto di stupefacenti).
Ebbene proviamo a chiederci: quante probabilità ha di essere fermata o anche solo sanzionata a Roma una persona che guidi ad alta velocità e in stato di ebbrezza?
Sappiamo tutti che la risposta è purtroppo: praticamente nessuna, e questo anche dopo tre anni di un’amministrazione che a parole si dice sempre “impegnata al massimo per la sicurezza stradale“.
Quanti autovelox sono stati introdotti a Roma? Quanti controlli vengono fatti sul tasso alcolemico di chi guida? I numeri rimangono semplicemente ridicoli, sia considerando quanto è grande Roma, sia tenendo presente la strage stradale che continua a mostrare numeri da paura in termini di morti e feriti sulle strade romane.
Se a Roma non si è mai sentito che, in un gruppo di amici, qualcuno evita di bere alcolici per non rischiare una multa per guida in stato di ebbrezza, il motivo è che è praticamente impossibile subire controlli. Chi scrive guida a Roma da 50 anni e non ha mai subito né visto controlli alcolemici in strada; inoltre, a meno che non vi siano stati recenti acquisti di apparecchiature per il controllo alcolemico, ci risulta che gli unici strumenti a disposizione della Polizia Locale le siano stati regalati anni fa (a ulteriore dimostrazione di quanto poco la cosa sia presa sul serio).
Due anni fa sul Grande Raccordo Anulare un ragazzo morì schiantandosi a quasi 300 km/h con la sua auto e in quell’occasione il sindaco Gualtieri ebbe a dichiarare: “Come Amministrazione siamo impegnati al massimo per la sicurezza stradale, il rispetto delle regole e dei limiti di velocità, la guida sicura“. Purtroppo però da allora nulla è cambiato e sul GRA si può continuare a guidare alla velocità che si vuole con la pratica certezza di non subire controlli.
Sempre due anni fa avvenne l‘investimento mortale di un ragazzo su un marciapiede della Cristoforo Colombo, colpito da una vettura che procedeva ad alta velocità e con alla guida una ragazza trovata con tasso alcolemico tre volte superiore al consentito. Di nuovo l’esplosiva combinazione di guida in stato di ebbrezza e la velocità eccessiva che però a Roma continua ad essere liberamente consentita. Quell’incidente ebbe una grande eco a Roma, tanto che l’Assemblea Capitolina decise di intitolare al ragazzo un impianto sportivo vicino al luogo dell’investimento e il sindaco, plaudendo alla decisione, promise un pacchetto di misure finalizzate a migliorare la sicurezza stradale: più autovelox, tutor ed etilometri, oltre a campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. “Lo dobbiamo anche alle famiglie delle vittime” affermò Gualtieri.
Purtroppo quegli autovelox, tutor e etilometri in più sono rimasti una promessa e la realtà è che anche sulla Cristoforo Colombo si continua a correre a volontà senza rischiare nulla.
Con un’amministrazione capitolina che in tema di sicurezza stradale è stata finora solo in grado di realizzare qualche intervento sui cosiddetti “black points”, l’ultimo incidente che ha visto i tre agenti della Polizia Locale investiti è solo l’ultimo di una strage stradale che a Roma non potrà che continuare indisturbata.
Sono passati due anni da quando la giunta capitolina approvò gli interventi sui “black points”, ma proprio in quell’occasione la Rete Vivinstrada stimò che, senza altre misure immediate e più incisive, centinaia di altre persone sarebbero morte sulle strade romane.
Che ne sia consapevole o meno, il sindaco Gualtieri ha quindi responsabilità dirette nella strage stradale che a Roma prosegue indisturbata.