Da tempo più di un conoscente ci ha detto che il nostro blog sarebbe inviso al M5S, reo di attaccare sistematicamente l’amministrazione capitolina. In realtà, che lo si creda o meno, noi ci limitiamo a prendere atto delle cose che l’amministrazione fa o non fa e delle relative conseguenze sulla città di Roma. È forse colpa nostra se il governo cittadino dopo oltre un anno ancora gira a vuoto e non appare aver trovato il bandolo della matassa?
Che sulla questione rifiuti siamo ancora a carissimo amico è un dato di fatto che chiunque può verificare di persona. A Roma, ad esempio, è ancora possibile lasciare ogni tipo di rifiuto dove si vuole con la ragionevole certezza di non essere sanzionati. Manca ancora un piano strategico di gestione dei rifiuti e l’unico passo avanti, incredibilmente sbandierato dall’amministrazione, sarebbe aver firmato un contratto di due anni con il “re della monnezza” a Roma, senza gara e, presumibilmente, da una posizione contrattuale debole.
Sulla manutenzione cittadina, strade in primis, ancora aspettiamo quel piano degli interventi che il Sindaco annunciò presentando l’operazione “strade nuove”, mesi e mesi fa. Nel frattempo anche strade significative, la via Aurelia ad esempio, continuano ad essere percorsi di guerra; addirittura su via Quattro Novembre, la strada che idealmente collega le massime autorità cittadine, ossia il Campidoglio con il Quirinale, continua a permanere il cartello di “Strada dissestata”, neanche fosse una mulattiera sull’Appennino.
L’elenco potrebbe continuare non per un nostro partito preso ma perché le cose non stanno andando affatto bene in nessun settore. Se è vero che nessuna persona di buon senso poteva aspettarsi di veder risolti velocemente i problemi di Roma (che non fosse la Svizzera ce n’eravamo accorti tutti per tempo, On. Taverna, ma che raggiungesse gli attuali livelli di degrado ed abbandono non se l’immaginava proprio nessuno), l’aspettativa era che almeno si impostassero le cose per rimettere la città in carreggiata. Purtroppo tutte le aspettative sono state tradite e le uniche cose che l’attuale amministrazione riesce a portare avanti sono in genere progetti dell’amministrazione precedente, quando non vi mette mano in maniera devastante come nel caso del progetto del nuovo stadio della Roma.
In realtà noi siamo alla continua ricerca di qualcosa di positivo che i governi cittadini, Comune e Municipio, realizzano a Roma e finalmente qualche giorno fa abbiamo trovato qualcosa che a nostro avviso vale la pena di riprendere e di incoraggiare.
Si tratta della nomina da parte della Giunta Capitolina di un disability manager, nella persona di Andrea Venuto. A parte l’irritante, per chi scrive, scelta di utilizzare un titolo inglese (i nostri antenati diffusero la loro lingua nel mondo, quella da cui è derivato il nostro italiano, e si fosse deciso di chiamarlo “delegato per la disabilità” non sarebbe stato meno “fico”), è senz’altro un’iniziativa giusta che non si capisce perché la Giunta ha impiegato oltre un anno per prendere.
Come abbiamo avuto modo di scrivere a più riprese, a Roma i diritti delle persone con disabilità sono semplicemente sconosciuti, avendo loro preclusa la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici e non riuscendo spesso a muoversi neanche sui marciapiedi, perché sconnessi, perché non vi sono gli scivoli per le carrozzine o perché gli incroci sono bloccati da autovetture in sosta vietata.
Si tratta di una violenza sistematica che viene commessa nei confronti di chi ha problemi deambulatori, ma anche di chi utilizza una carrozzina con bambino, ed a Roma è considerata una cosa normale.
Purtroppo anche l’attuale amministrazione ha dimostrato finora di infischiarsene di un problema tanto grave, limitandosi all’inizio ad assegnare all’assessore Frongia una delega, mai esercitata, di cui poi nell’ennesimo rimpasto di Giunta si persero le tracce.
Registriamo ora questo apparente cambio di passo ed a questo punto confidiamo che Andrea Venuto comincerà fin da subito a farsi sentire almeno sui problemi più gravi che possono essere attaccati immediatamente e senza stanziamenti di risorse.
A nostro avviso, ad esempio, il delegato dovrebbe immediatamente coinvolgere la Polizia Locale perché la sosta d’intralcio nei confronti di pedoni e carrozzine venga trattata alla stessa stregua della sosta che intralcia i veicoli. Non si capisce perché, infatti, se lascio l’automobile in modo da bloccare il transito veicolare sono passibile di rimozione (si vabbè, a Roma neanche il servizio rimozioni abbiamo ancora, dopo oltre un anno di governo M5S) mentre se la lascio a bloccare lo scivolo di un marciapiede nella peggiore delle ipotesi mi becco una multa (evento più unico che raro a Roma). Non sarebbe esagerato poi predisporre un numero di telefono a cui segnalate i casi di sosta d’intralcio (non IoSegnalo, serve qualcosa di immediato) affinché vengano almeno perseguiti con sistematicità.
Un altro suggerimento che ci permettiamo di dare al nuovo delegato è di proporre alla Giunta Capitolina (con possibilità di estenderla a tutta l’Assemblea Capitolina) una giornata al mese sulla sedia a rotelle, così che tutti gli assessori, e magari anche tutti i consiglieri, si rendano conto di cosa voglia dire vedersi negato l’elementare diritto ad uscire dalla propria abitazione e muoversi in città. Da qualche altra parte ci hanno provato con ottimi risultati.
Quello che assolutamente non vorremmo facesse Andrea Venuto è starsene in disparte a lavorare a qualche ameno progetto di inclusione che chissà quando vedrà la luce, se mai la vedrà, e che coinvolgerà qualche limitatissimo gruppo di utenti.
Nella sua come al solito misurata prosa il Sindaco ha parlato di un “… lavoro che stiamo portando avanti per lo sviluppo di una cultura inclusiva nella nostra città a favore delle persone con disabilità”. Ebbene non c’è nessun lavoro del genere in corso e l’attuale amministrazione per oltre un anno si è mantenuta nel vergognoso solco delle altre amministrazioni cittadine, semplicemente facendo finta che a Roma i disabili non ci fossero.
Ci auguriamo davvero che Andrea Venuto non voglia fare da foglia di fico per l’amministrazione e dia molto presto notizia di sé. Le possibilità per lui di incidere realmente sui problemi dei disabili a Roma saranno direttamente proporzionali ai fastidi che creerà alla Giunta che l’ha nominato. Se qualche assessore comincerà a lamentarsi di lui sarà segno di attività in corso; se invece ne sentiremo parlare solo in occasione di qualche inaugurazione o convegno vorrà dire che per l’ennesima volta la lobby dei portatori di disabilità non verrà rappresentata da nessuno. Ed allora starà ai singoli disabili, o alle loro associazioni (ma esistono?), di cominciare ad alzare davvero la voce per far valere i propri diritti.
Perché è vero che il mondo si evolve ma rimane sempre valido l’adagio: “chi si fa pecora, il lupo se la mangia”. Purtroppo.
Sappia il Venuto che la sua nomina ha creato molte aspettative, se non altro nella nostra piccola tribuna, e che non gli faremo sconti. Non è una minaccia ma uno stimolo a darsi seriamente da fare.
Sinceri auguri di buon lavoro intanto, che ne ha davvero bisogno.